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Lettera aperta al nuovo presidente del consiglio del governo italiano, Mario Draghi, in materia di ambiente, energia e sanità pubblica.

Riassunto

Avevo già scritto questo articolo dedicato al nuovo presidente del consiglio del governo italiano, certamente, uno dei migliori economisti mondiali, quando sono stato sorpreso piacevolmente dalla sua adesione a costituire un ministero della “Transizione Ecologica”. Sono stato sorpreso piacevolmente perché ho apprezzato la sua sensibilità verso l’ambiente, ma le parole “transizione ecologica” non mi dicono niente, come non mi dicono niente nemmeno le attuali “energie rinnovabili“. Nell’articolo che segue, le spiego le ragioni scientifiche di questa mia opinione. Se proprio vuole costituire un ministero veramente innovativo, lo chiami “Ministero della Transizione Energetica Interattiva”. Dopo questa breve premessa, riprendo l’articolo e lo pubblico nel modo in cui lo avevo già scritto. Iniziando con alcune domande, a cui nel corso dell’articolo, provo anche dare delle risposte. Non so se le condivide. Se lo desidera, può sempre smentirmi. Io, come inventore scomodo per i centri di potere mondiali in materia di ambiente, energia, sanità, sono abituato a scrivere lettere aperte agli uomini pubblici potenti, che molto raramente hanno risposto, purtroppo, in tempi non recenti.     

Cosa possono fare gli economisti mondiali per salvare il pianeta, se la scienza mondiale ha sbagliato i principi fondamentali dell’energia e delle depurazioni? Conseguentemente ha sbagliato anche i principi dell’economia sostenibile? Che cosa è l’economia mondiale? Un insieme di regole burocratiche, oppure un insieme di concetti scientifici?

Ovviamente, sarebbe auspicabile che fosse un insieme di concetti scientifici, ma dubito che lo sia, altrimenti, almeno gli economisti avrebbero dovuto documentarsi sulle potenzialità economiche dei sistemi interattivi e prendere le distanze dagli attuali sistemi depurativi ed energetici, che non solo hanno prodotto il riscaldamento globale e l’attuale pandemia da corona virus, sono anche, chiaramente, antieconomici.

Perché, mi permetto di scrivere, questa lettera, apparentemente polemica, mentre tutti già festeggiano il vincitore? Primo fra tutti, lo spread che è il confronto con il marco tedesco che, non è mai stato così vantaggioso per l’Italia.  La mia lettera non vuole essere polemica ma di incoraggiamento per il lavoro del nuovo presidente, affinché, almeno lui che ha interrotto la sua pensione, che non ha nulla da perdere, come il sottoscritto, affondi il coltello nella piaga dello sviluppo malato della società italiana e mondiale. Sono quasi coetaneo del presidente Draghi, classe 1947. Io sono del 1949. Si dice che l’esperienza, non sia acqua. Noi anziani rimuginiamo continuamente sulle esperienze vissute e le decisioni prese. Piccole o grandi. In molti casi, con il senno di poi, avremmo fatto scelte diverse. E’ pur vero che quando svolgiamo un ruolo istituzionale o siamo lavoratori dipendenti siamo condizionati dai fattori circostanti. Ma è altrettanto vero che le scelte della maggioranza che governa il mondo, non sempre sono supportate da ragionamenti scientifici imparziali. Per questa ragione mi sono sentito più a mio agio lavorando da pensionato anche se nessuno mi ha pagato.

Ci sarebbe più coerenza tra politica, scienza, economia, energia, ambiente e tecnologia se a progettare gli impianti pubblici mondiali fossero i pensionati che hanno fatto diciassette anni di tirocinio nell’industria automobilistica per conoscere l’organizzazione scientifica del lavoro e venti anni  a partecipare a gare di appalto, sub appalto pubbliche delle opere elettromeccaniche di impianti di depurazione, energetici, sollevamento acque, analizzando i costi delle macchine, tubazioni, apparecchiature, accessori e i tempi di costruzione e di montaggio. Solo facendo questo duro lavoro per almeno dieci ore al giorno, compreso il sabato, i tecnici e gli imprenditori delle piccole aziende elettromeccaniche possono vincere la concorrenza.   Non si diventa superuomini da pensionato vivendo dal vivo queste esperienze, ma ci si accorge che gli impianti industriali sono indubbiamente sbagliati dal punto di vista ambientale, mentre quelli pubblici sono sbagliati sia dal punto di vista ambientale, che secondo l’organizzazione scientifica del lavoro. Probabilmente, sono l’unico a dire queste cose a livello mondiale perché, sono l’unico che sommando queste esperienze ha sentito il desiderio di fare l’inventore a tempo pieno nella terza fase della vita. I fatti mi hanno dato ragione perché raccolgo soltanto silenzi. Fino a prova contraria, chi tace acconsente.

1) Un richiamo a Frederick Winslow Taylor e John Maynard Keynes, che per aspetti diversi hanno influenzato l’organizzazione della società industriale moderna, purtroppo trascurando gli aspetti ambientali ed energetici.   

L’attuale problema mondiale non è l’assenza di tecnologie che possano proteggere il mondo dal riscaldamento globale e dai virus che stanno decimando la popolazione mondiale, ma l’assenza di persone capaci di metterle insieme correttamente senza rompere gli equilibri di potere esistenti. Ma rompere gli equilibri è indispensabile, perché oggi, chi inquina è prima fila nella lotta all’inquinamento, per non cambiare niente d’importante, ma soltanto palliativi che ci fanno perdere tempo in una lotta che diventa sempre più urgente. L’attuale divisione delle attività e delle competenze umane, produttive e sociali, non aiuta lo sviluppo armonico dell’industria, agricoltura, energia, delle città urbane, e non consente il ritorno dei minerali alla terra e dei carbonati ai mari in cicli aperti ma interattivi che la natura ha pazientemente messo a punto in 4,5 miliardi di anni. Nonostante le conoscenze scientifiche e lo sviluppo tecnologico, il Mondo è ancora governato a settori separati, scaricando il superfluo nell’ambiente, senza opere strutturali, che amministrino gli scarti in modo razionale. Gli economisti e politici si preoccupano soltanto dei bilanci economici e di depurazioni locali, che spostano i problemi ambientali a livello globale, con il tacito assenso degli scienziati, pubblici e privati, concentrati su grandi invenzioni commerciali. Ma nell’ambiente le grandi invenzioni commerciali non servono. Bastano invenzioni logiche, interattive in modo che nulla vada sprecato, soprattutto, l’inquinamento organico, il calore e il CO2 che possono essere ritrasformati in energie rinnovabili e acque alcaline per contrastare direttamente il riscaldamento globale.

Oggi, alla luce dell’inquinamento globale, e della pandemia da virus, i concetti di efficienza di Taylor, che ha teorizzato “L’organizzazione del lavoro nelle fabbriche” per aumentare l’efficienza della produzione e i concetti di Keynes, che ha teorizzato “l’intervento statale a sostegno della domanda dei beni di consumo”, devono essere aggiornati con nuovi concetti non elaborati dai vecchi economisti, mentre i nuovi si sono concentrati soprattutto sul “monetarismo”. Gli economisti, chiamati al capezzale dei governi moribondi dai capi di stato, con tutti gli impianti antropici sbagliati dalle fondamenta, non hanno gli strumenti di guarigione. Possono soltanto prender provvedimenti economici più saggi di quelli politici, In Italia lo abbiamo già visto diverse volte. A meno che non abbiano le competenze, il coraggio, il potere di cambiare l’intero sistema di progettazione delle infrastrutture basilari del paese, civili e industriali.    

Tuttavia, il problema non è soltanto italiano, ma mondiale. L’economia globale, non coordinata in modo multidisciplinare dalla scienza pubblica sta distruggendo il pianeta e sta mettendo in serio pericolo la sopravvivenza degli uomini, per non ripartire un poco più equamente la ricchezza che e concentrata nelle mani di una piccola minoranza, con il consenso solo apparentemente democratico dei governanti e della popolazione mondiale. Questo è dovuto, soprattutto agli errori scientifici che hanno dato troppo valore all’energia termica, nucleare, e alle attuali energie rinnovabili, che non essendo interattive con l’ambiente positivamente, creano più problemi che benefici all’ambiente e alla popolazione mondiale, mentre chi possiede le materie prime, chi ha industrializzato le attività che sfruttano queste energie, che hanno comprato anche i mezzi di informazione, continuano a beneficiate di tale ricchezza perché nessuno finanzia la sperimentazione delle soluzioni alternative. La maggioranza degli scienziati mondiali, oltre ad essere specializzati in singoli settori, sono anche lavoratori dipendenti, sono tenuti alla fedeltà aziendale, ma hanno anche molti altri vantaggi. Come per esempio, beneficiare economicamente dei brevetti sviluppati  nell’ambito aziendale  o della vendita degli stessi brevetti ad altre aziende. Questo riguarda anche gli inventori e i ricercatori pubblici. Pertanto non conviene a nessuno mettersi contro i datori di lavoro pubblici e privati. E’ più logico dividere onestamente la torta. In fin dei conti, il benessere è aumentato, i redimenti energetici, sono aumentati, le emissioni tossiche sono diminuite. Peccato che sia arrivata questa pandemia  che per la prima volta ha ridotto le aspettative di vita degli esseri umani. Per il sottoscritto, non è stata sfortuna. Abbiamo semplicemente sbagliato dall’inizio dell’era industriale la fonte primaria dell’energia mondiale, pertanto abbiamo sbagliato le depurazioni, le energie, i mezzi di trasporto e di lavoro. Tutto poteva essere semplice, lineare e interattivo, se solo avessimo saputo copiare dalla natura.  Oggi chi volesse farlo rischierebbe il posto di lavoro, perché tutte le multinazionali e tutti i governi hanno investito in altre soluzioni.  Sarebbe bastato usare le formule che già esistono nella fluidodinamica e nell’elettromagnetismo, per realizzare diversamente gli impianti antropici senza devastare l’ambiente, passo dopo passo, applicando scientificamente le regole del lavoro interattivo tra acqua e aria a diverse pressioni, senza disperdere nessun gas nell’atmosfera.

Nella presentazione del mio nuovo sito web, preimpostato dalla società WordPress, nella prima pagina, in alto a destra c’è la voce da compilare “Chi siamo”. Non essendo una società industriale o commerciale ma una semplice persona fisica, io mi sono presentato cambiando leggermente la domanda in “Chi sono Io e cosa è SPAWHE” riassumendo in un piccolo articolo la verità che incomincia nel seguente modo:   Io sono un semplice tecnico, che pur non essendo pagato da nessun governo mondiale, si è impegnato più degli enti di ricerca pubblici mondiali nello studio di sistemi interattivi per la pulizia dell’energia fossile, basata, soprattutto sulla chimica inorganica che è in grado di assorbire il CO2 producendo carbonati nell’acqua. Per velocizzare i processi e ridurre i costi energetici necessari alle grandissime quantità di acque necessarie per neutralizzare le grandissime  quantità di CO2 emesse dalle attuali centrali termiche è motori termici, gradualmente, Spawhe è diventata la teoria dell’interattività antropica terrestre industriale, ambientale, energetica, sanitaria, economica, perché mi sono accorto, che sul pianeta Terra, tutte le attività che produce la natura attraverso la chimica organica, inorganica, fotosintesi e il ciclo del carbonio si basano su trasformazioni interattive che si ripetono con precisione da miliardi di anni, senza nessuna necessità di usare l’energia termica. Infatti, I sistemi interattivi naturali espellono, con i tempi richiesti dalla natura, gli elementi estranei ai cicli naturali, dovuti a fenomeni inquinanti accidentali, compresi gli effetti termici diretti e indiretti dovuti a esplosioni vulcaniche, agli incendi naturali che sono sempre esistiti sul pianeta.  Le attuali attività industriali degli uomini hanno moltiplicato esponenzialmente gli elementi estranei ai cicli naturali, pertanto la natura non riesce più a ripristinare gli equilibri interattivi. Ovviamente, questa è la mia verità e nell’intero sito web, spiego come, a mio parere, avremmo dovuto realizzare impianti globali che depurano contemporaneamente sia i fumi che l’acqua prima che vadano a inquinare i suoli, i fiumi i laghi e i mari. Non avendo fatto questo in nessun paese del mondo, non è stato possibile far avanzare lo stato dell’arte depurativo per farlo conoscere agli altri paesi. Pertanto, l’avanzamento dello stato dell’arte depurativo globale non è avvenuto.  Di conseguenza, non è stato nemmeno possibile accorgersi che le pompe di circolazione dell’acqua, se le facciamo lavorare nella direzione della forza gravitazionale, ponendole in serie alle turbine potevamo estrarre l’energia direttamente dall’ambiente. Non avendo fatto questo non è stato possibile accorgersi che le pompe di circolazione dell’acqua, se oltre a farle pompare nella direzione della forza gravitazionale le modifichiamo dal lato aspirante e gli facciamo un altro ingresso nettamente separato da quello principale fino ad arrivare nella stessa girante, possiamo usare sempre la stessa acqua per creare energia perché usiamo una alimentazione per riciclare  l’acqua del bacino superiore e un’altra alimentazione per introdurre nella  stessa girante l’acqua scaricata da una turbina alimentata per caduta dall’acqua dello stesso bacino superiore. Non avendo fatto questo, non è stato possibile pensare che sostituendo il bacino superiore con una autoclave pressurizzata con aria compressa, fermo restando che usiamo una turbina collegata all’uscita dell’autoclave, possiamo recuperare l’acqua scaricata della turbina e inserirla di nuovo nell’autoclave, la cui acqua pressurizzata è riciclata con la stessa girante della pompa per mezzo dalla seconda alimentazione. In questo modo con la stessa acqua e la stessa aria compressa avremmo prodotto un generatore di corrente che estrae energia dall’ambiente, con ingombri abbastanza ridotti. Non avendo fatto questo non è stato possibile ridurre ancora gli ingombri di questo generatore di corrente aumentando la pressione di esercizio dell’autoclave per poterlo montare sulle auto e sui camion, sui trattori agricoli. Non avendo fatto questo, non è stato possibile pensare che gli ingombri si possono ancora ridurre usando delle pompe sommerse come turbine montate direttamente in tubi cilindrici che fungerebbero da autoclavi. Pertanto questi gruppi potrebbero essere usati per essere inseriti direttamente nei pozzi per sollevare le acque e nello stesso tempo ossigenare le falde acquifere che oggi sono inquinate dai concimi agricoli, diserbanti e antiparassitari   e coliformi fecali. Infatti sappiamo bene che una parte dell’aria che pressurizza l’autoclave si dissolve nell’acqua per il principio di Henry, depurando gratis l’acqua.  Non avendo fatto questo, non è stato possibile pensare che gli ingombri possono essere ancora ridotti ulteriormente. Addirittura miniaturizzati e invece di depurare l’acqua dei pozzi potremmo depurare il sangue umano, affiancando due piccole autoclavi che sostituirebbero i ventricoli destri e sinistri realizzando cuori artificiali autonomi energeticamente che alimenterebbero il circuito sistemico che ossigena il cervello e quello polmonare per allungare la vita dell’uomo. Non avendo fatto questo, non è stato possibile pensare che le autoclavi cilindriche pressurizzate possono essere incorporate   un cilindri esterni contenti acqua alla pressione atmosferica, all’esterno dei quali si possono realizzare delle piste di scorrimento di magneti permanenti montati su catene di trasmissioni azionate da motori elettrici a giri variabili che produrrebbero un flusso elettromagnetico di intensità variabile il quale produrrebbe delle correnti indotte in un solenoide esterno allo stesso serbatoio dell’acqua. Pertanto, noi potremmo produrre una forza lineare di spinta elettromagnetica secondo la legge di Lorentz. Alla temperatura dell’ambiente, senza combustibili che si potrebbe sommare alla spinta di reazione di newton che sarebbe prodotta da eliche azionate da motori elettrici comandati sempre dai generatori di corrente, che producono l’energia primaria idroelettrica, alimentati dalle pompe sommerse usate come turbine poste all’interno dei serbatoi centrali. Non avendo fatto questo non è stato possibile sostituire gli attuali gli attuali turboventilatori termici degli aerei per viaggiare nell’atmosfera e nello spazio con energia estratta direttamente dall’ambiente, non è stato possibile   realizzare auto volanti, né sottomarini che si muovono con lo stesso sistema senza combustibili. Non è stato possibile far viaggiare le navi senza combustibili, né montare lo stesso sistema per realizzare barriere mobili nel mare pe difenderci dalle acque alte o realizzare ponti sommersi nell’acqua che si sollevano per effetto della spinta di Newton e Lorentz per far passre i mezzi di trasporto terrestri.

Di questa lunga lista di impianti antropici non è stato sperimentato nulla, pertanto, non possiamo dire se è una lista di fantasia, oppure una possibile realtà positiva per il pianeta Terra. Non possiamo dire a quale punto di questa lista chi avesse provato a fare le sperimentazioni si sarebbe dovuto fermare perché qualcosa non avrebbe funzionato. Non possiamo nemmeno sapere quali modifiche avremmo potuto apportare per fare funzionare, come sperato, gli impianti interattivi.  Io penso che non lo sappiamo perché questi impianti sono scomodi per la classe dirigente che governa il mondo, che non vuole sperimentarli perché hanno paura che funzionino. Sono troppo semplici e lineari per non funzionare.   

Questa lista, non l’ho inventata mentre mi accingevo a scrivere questa lettera aperta al professor Mario Draghi, è la lista dei principali depositi di brevetti del sottoscritto effettuati da pensionato, dopo aver trascorso una vita di lavoro a realizzare gli impianti industriali e ambientali che esistono attualmente e che, purtroppo hanno prodotto l’attuale riscaldamento globale, l’eutrofizzazione e l’acidificazione delle acque mondiali e ovviamente, l’attuale distribuzione della ricchezza mondiale e infine i virus che stanno attaccando l’uomo. Poiché il mondo intero è pieno di laboratori scientifici pubblici e privati, che possono sperimentare nel massimo segreto qualsiasi cosa, senza essere presi per pazzi, ci dobbiamo chiedere che cosa sperimentano questi laboratori, se non hanno voluto sperimentare queste invenzioni pubblicate dal sottoscritto? Devo essere io soltanto ad essere considerato pazzo? Che non disponendo di mezzi economici e laboratori, sono costretto a pubblicare tutti i dettagli? Non mi preoccupo di questo essendo un semplice pensionato, che non ha nulla da perdere.  Ma se sono pazzo io, lo sono anche Torricelli, Pascal, Venturi, Henry, Newton, Maxwell, Farady, Lenz, Lorentz, che queste cose le hanno sperimentate separatamente. Al tempo di questi scienziati non esisteva il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai, l’acidificazione degli oceani, l’eutrofizzazione dei laghi, i danni prodotti dalle energie nucleari, pertanto gli scienziati non sono stati stimolati a studiare le energie interattive, che sono l’unica alternativa potente ecologica e sostenibile, che oltre tutto, non ha bisogno delle reti di trasporto dell’energia elettrica, potendola estrarre direttamente dall’ambiente, e quindi si può produrre anche sui mezzi di trasporto.    

Io ho soltanto messo insieme i principi fluidodinamici con quelli elettromagnetici, accorgendomi che è stato commesso il più grosso errore scientifico mondiale. Ovviamente, facendo, qualche piccola modifica, non ai principi scientifici, ma alle macchine e agli impianti che devono svolgere il lavoro necessario per migliorare contemporaneamente le depurazioni e la produzione energetiche mondiali. Le modifiche sono davvero poche rispetto ai risultati ottenibili. Il grosso del lavoro che dobbiamo fare è la grande demolizione degli impianti antropici sbagliati in tutto il mondo. Prima si comincia, meglio è per tutti.  Almeno le sperimentazioni più semplici sono alla portata di qualsiasi facoltà universitaria mondiale. Non del sottoscritto, che non ha nemmeno un garage per fare la più piccola delle sperimentazioni, e quando ha iniziato a fare l’inventore aveva un carico familiare di cinque persone da mantenere. Per fortuna adesso siamo soltanto in due. Le tre figlie si sono sposate. Il reddito familiare è rimasto lo stesso di circa 1800 euro al mese dai quali ho sottratto circa 20.000 euro per depositare i brevetti, altrimenti nessuno mi avrebbe creduto.  Alcuni, li ho depositati anche all’estero (cinque internazionali e uno europeo) per verificare se sono soltanto le autorità italiane sensibili ai problemi ambientali soltanto a parole, oppure il problema è mondiale. Purtroppo il male è generale e l’ignoranza dei politici è abissale. Stanno facendo la corsa alle auto elettriche senza accorgersi che incrementano ancora di più le emissioni di CO2, se non cambiano la fonte primaria dell’energia primaria. C’è ancora il silenzio generale sulle depurazioni e le energie interattive nonostante quaranta depositi di brevetti depositati e centinaia di articoli pubblicati. Non c’è molta differenza tra governi tecnici e politici. Quello che manca è il ragionamento globale. Non ho aggravato la mia situazione economica facendo ricorsi legali contro i brevetti che non mi sono stati concessi. Non c’è molta differenza tra brevetti concessi e non concessi se nessuno è stato finanziato.  Non ho pagato le tasse le tasse di mantenimento dei diciassette brevetti che mi sono stati concessi, compresa l’auto idroelettrica, perché non potevo pagarle e perché non ho mai pensato di fare l’imprenditore da pensionato, ma soltanto  mettere a disposizione la mia esperienza di progettista e inventore, riscontrando che nel mondo intero la divisione delle competenze scientifiche hanno  creato contemporaneamente disastri ambientali e anche l’alibi per dire “non è di mia competenza” perché io sono  un politico, un economista un fisico, un chimico, un ingegnere meccanico elettrotecnico, elettronico. Io ho sempre scritto nei miei articoli perché le autorità mondiali non hanno creato gruppi di lavoro multidisciplinari per progettare globalmente gli impianti antropici?  Mai avuta una sola risposta, tranne qualcuna, che mi ha convinto ancora di più a fare tutto da solo, anche se quando sono andato in pensione, non sapevo usare nemmeno il computer. Usavo l‘antiquato tecnigrafo e la scrivania, ma soprattutto le gambe per visitare i cantieri e seguire le costruzioni in officina.      

Per il sottoscritto, i problemi ambientali, occupazionali e alimentari, si possono affrontare soltanto ampliando i cicli di lavoro in tutte le attività umane per preservare le risorse naturali, che sono appunto “la fonte primaria dell’energia e anche dell’economia” Purtroppo, la scienza mondiale sbagliando la fonte primaria energetica ed economia, ha costretto all’errore anche gli economisti che hanno compiti gestionali, non di progettazione  del benessere e della ricchezza mondiale. Mentre la scienza mondiale, pubblica e privata, si nasconde dietro nuove invenzioni palliative, l’energia primaria mondiale e restata sempre sbagliata. Gli economisti chiamati al capezzale dei governi dei cinque continenti, come governatori delle banche centrali, come ministri dell’economia e come consulenti, non possono fare miracoli, se non si cambia “il modello di sviluppo che deve essere interattivo fluidodinamico elettromagnetico per avere il massimo rendimento con la minima spesa”, come avviene in natura da 4,5 miliardi di anni e come avviene anche nel cervello degli uomini e degli animali.

Noi non ci accorgiamo che il cervello è l’organo più longevo che abbiamo perché lo costringiamo a morire assieme al cuore che gli fornisce ossigeno e proteine. Ma se dotiamo le persone anziane di un cuore interattivo, autonomo energeticamente, fluido dinamico elettromagnetico, con l’aiuto dell’informatica, della robotica, cibernetica, meccanica, possiamo vivere quanto vive il cervello, che ha celle che si rigenerano naturalmente. Probabilmente, possiamo raddoppiare la durata della vita umana, in buone condizioni di efficienza e di autonomia. Tuttavia, non ci sono limiti alla ricerca se ci apriamo ai sistemi interattivi.  Solo dopo diversi anni sapremo quanto potrà durare la vita umana e se sarà degna di essere vissuta. Personalmente, io penso che se saremo liberi, autonomi, avremo degli affetti, e degli stimoli culturali, oppure artistici, o ci piacerà viaggiare e vivremo in una vera democrazia, la vita varrà sempre la pena di essere vissuta.

Tutte queste soluzioni prospettate nel sistema SPAWHE, non sono altro che l’ampliamento razionale e moderno dei pensieri di Taylor e Keynes, che non potevano, al loro tempo, conoscere l’importanza che avrebbe assunto lo studio dei cicli di lavoro, dell’ambiente, dell’energia e del corpo umano. Infatti, se proviamo ad estendere il pensiero di Taylor e Keynes anche all’ambiente, ci accorgiamo che l’organizzazione del lavoro non deve riguardare solo le fabbriche ma tutto il territorio. Inoltre, lo “Stato” non deve sostenere solo la domanda dei beni, creando soltanto incentivi al consumo, ma creando anche le infrastrutture, affinché i cicli di produzione possano continuare oltre le fabbriche, fino a riportare i materiali organici ai campi agricoli, i metalli alle fonderie, le plastiche alla rigenerazione, chiudendo completamente anche i cicli collaterali alla produzione del bene consumabile, riportando anche i sali minerali e i carbonati alla terra, ai laghi, ai mari nella giusta proporzione. Negli ospedali, oltre ai reparti che curano il corpo dei giovani ci saranno anche quelli per riparare i cuori artificiali e gli organi meccanici che integreranno le funzioni artificiali.  Ci sarà lavoro per tutti, soprattutto di alta specializzazione.

Oggi, nel mondo intero, avviene esattamente il contrario: per produrre beni da consumare a tutti costi si prendono troppe scorciatoie ambientali come se l’obiettivo finale non fosse il bene comune e il progresso scientifico e tecnologico, ma soltanto il rapido ritorno del capitale investito e con il massimo interesse. Non ci accorgiamo che questo tipo di società, a causa della debolezza del corpo, rottama anche i cervelli di uomini eccezionali come Albert Einstein, Nikola Tesla, Stephen Hawking, che probabilmente, avrebbero preferito continuare a vivere anche in un corpo artificiale, perché la vera essenza della vita umana non è nel corpo ma nel cervello. Purtroppo, nemmeno questi grandi scienziati, hanno compreso che il primo passo per allungare la vita umana può essere fatto soltanto se si sperimentano le energie interattive che consentiranno di realizzare il cuore artificiale che ossigenando il sangue assicurerà la sopravvivenza, per il momento, fino a quando dura il cervello. Poi si vedrà se anche la durata del cervello potrà aumentare. Per il sottoscritto è importante conservare soprattutto la dignità dell’uomo e l’autonomia del proprio pensiero.

Oggi, l’ignoranza scientifica dei politici mondiali, la fame del potere economico da parte degli imprenditori, le dittature militari, la divisione delle competenze scientifiche, stanno indirizzando la scienza verso obiettivi che sono contro gli interessi dell’umanità intera. Nessuno si oppone per non rischiare la fame e la disoccupazione.  Le manifestazioni dei dissidenti nelle piazze non servono a niente. E’ necessario trovare i pochi fondi necessari per dimostrare pacificamente che è possibile uno sviluppo alternativo con le depurazioni ed energie interattive.

Purtroppo, siamo arrivati al punto che non possiamo fare una cosa semplice ed elementare: Quella di portare la protezione ambientale allo stesso livello produttivo di quella industriale, applicando gli stessi concetti e in molti casi, anche gli stessi strumenti. Infatti, il territorio deve essere organizzato come l’interno di un’azienda automobilistica, dove tutti i reparti sono collegati, ogni operazione depurativa ed energetica deve essere fatta al posto giusto e al momento giusto altrimenti perde di efficienza: Questo è taylorismo applicato all’ambiente. Oggi, senza una visione globale dei problemi, i politici, gli economisti, gli scienziati, i tecnici, gli imprenditori, i sindacati, le associazioni ambientali, non riescono a sviluppare le soluzioni che devono essere necessariamente organizzate industrialmente sotto l’aspetto produttivo e ambientale con cicli chiusi che usano gli stessi processi e le stesse macchine fino a quando è possibile. Quando i cicli si separano nelle fasi di consumo del prodotto o di usura delle apparecchiature meccaniche o elettriche, l’obiettivo deve essere sempre la chiusura e la rigenerazione del ciclo di produzione dei singoli componenti iniziali. E’ necessario comprendere che i grandi impianti fossili attuali non possono essere neutralizzati nella gestione ordinaria e che le grandi opere nucleari o idroelettriche, non possono essere gestite in caso d’incidenti straordinari. Queste opere non portano nessun vantaggio economico e non aiutano il ritorno dei minerali alla terra, i carbonati ai mari, non impediscono che le falde s’inquinino di nitrati e arsenico e non ossigenano i fondali inquinati.  Nemmeno l’energia solare ed eolica favoriscono il completamento dei cicli naturali e sono pure antieconomiche rispetto all’energia estratta dall’acqua e dall’aria che è anche auto depurativa. Oggi è necessario fermare la proprietà industriale dei brevetti perché produce conflitti di interessi che impediscono l’emersione di invenzioni globali che sono più semplici, più economiche, più efficienti.  Deve essere riconosciuta la proprietà intellettuale delle invenzioni. La proprietà industriale può riguardare piccoli dettagli, non i principi di funzionamento che oggi la classe dirigente mondiale sta occultando.  Gli inventori devono essere imparziali come i giudici. Possibilmente le invenzioni intellettuali dovrebbero essere collegiali, perché difficilmente si troveranno altri pensionati che accumuleranno esperienze per ragionare globalmente. Il mondo del lavoro non lo consente.   L’interattività globale delle tecnologie e degli impianti antropici non è ancora entrata nemmeno nelle scuole mondiali, nonostante esistano interattività globali naturali e interattività specifiche  elettromagnetiche, termiche, biologiche, fisiche, per questo io propongo   che il sistema Spawhe, dopo le opportune verifiche pratiche, con tutti gli esempi dimostrativi non realizzati dalla scienza, diventi materia di insegnamento in tutte le scuole pubbliche mondiali, non solo per gli aspetti scientifici elementari, ma anche democratici. Soprattutto, i giovani si devono chiedere come sia stato possibile creare il riscaldamento globale quando le soluzioni erano semplici e logiche.  

2) Esempio di progetto di conversione ecologica interattiva rifiutata dagli enti pubblici italiani nel 2012.

 La classe dirigente attuale continua a mettere delle pezze a sistemi che devono essere sostituiti o cambiati radicalmente, fingendo che i problemi sono sotto controllo. A loro non importa che le pezze che mettono aggravano i problemi ambientali, e costano moltissimi soldi come il CCS che non recupera il calore e il CO2 in favore dell’ambiente. Non realizzando il Taylorismo territoriale, i settori depurativi ed energetici producono più danni che benefici. Tuttavia, i responsabili si giustificano dicendo che rispettano le normative. Questo è il tipo di risposta che ebbi da un funzionario dell’Eni. Io scrissi all’ENI, che all’epoca erano ancora una azienda a partecipazione pubblica, che in virtù del fatto che erano un ente a partecipazione pubblica, non dovevano rispettare le normative ma essere i promotori delle normative in favore dell’ambiente. Se non lo fanno gli enti pubblici, certamente non possono farlo i privati. L’articolo che ho scritto su questo argomento porta il titolo “Inquinamento globale: botta e risposta con ENI” pubblicato dalla Redazione MeteoWeb il 21 Gennaio 2013 (http://www.meteoweb.eu/2013/01/inquinamento-globale-botta-e-risposta-con-eni/179710/)

Questa è la corrispondenza tra il sottoscritto è un funzionario dell’ENI, che mi permetto di pubblicare perché non c’è niente di personale. Inoltre, l’argomento trattato è di pubblico interesse.  Ritengo sia giusto far conoscere alla gente le difficoltà a cui va incontro chi cerca di innovare le protezioni dell’ambiente. Non posso lasciar perdere questa occasione perché, normalmente, i politici e i dirigenti pubblici non rispondono. Per la verità, non rispondono nemmeno i privati. I silenzi su questi argomenti non fanno notizia. Spero che facciano più notizia le striminzite risposte. In Italia, le invenzioni ambientali sono ritenute delle provocazioni contro il potere costituito, alle quali non si risponde.

Ringrazio l’Eni che almeno ha risposto, anche se, non nel modo in cui avrei sperato e le invio per conoscenza l’articolo, affinchè possa replicare. Invio questa mail il 26/11/2012.     Alla c. a. dell’ufficio tecnico Eni.

Egregi signori, con la presente vi sottopongo un progetto sostenibile,  alternativo al sistema C.C.S. e agli attuali sistemi depurativi delle acque. So che insieme al CNR, ENEA, ENEL avete investito risorse nel C.C.S., ma penso anche che più degli altri enti, siate interessati a una rivalutazione dell’energia termoelettrica e non a un declassamento, come avverrebbe con il C.C.S.. Se fosse stato per gli altri enti e non ci avesse salvato lo tsumani giapponese, il nostro Paese, avrebbe già compromesso altre importanti risorse economiche nell’energia nucleare, che come il solare e l’eolico, non potranno mai arrivare a sostituire l’energia termoelettrica, soprattutto, se diventerà pulita. Ma questa energia potrà addirittura diventare protettiva dell’ambiente con l’applicazione dei depositi di brevetto che vi propongo. Ho iniziato da voi le consultazioni perché vi ritengo meno compromessi con il nucleare e le nuove energie che, bene che vadano, potranno al massimo essere neutrali nei confronti dell’ambiente. Tuttavia, nel caso in cui, non siate interessati,  per amore del nostro Paese, consulterò anche gli altri enti statali, ammesso che abbiano delle gentili persone, come la signora Badini, che mi assicurino che tutto non finisca in un cestino prima che qualcuno le legga. Come, certamente, è successo con le mie precedenti invenzioni che non riguardavano l’energia, ma la depurazione dell’ambiente. Nessuno degli organismi italiani preposti alla tutela dell’ambiente ha mai risposto alle mie proposte di pubblica utilità. In democrazia si può anche pensarla diversamente ma non bisogna mai sottrarsi al confronto, soprattutto, sul piano tecnico. Spero che condividiate questa mia opinione e che la copiosa documentazione che vi invio serva almeno a un confronto tecnico. Non essendoci altri a conoscenza di questi  recenti quattro depositi di brevetto (19/11/2012), potrei interrompere con voi le consultazioni e consentirvi di estendere i brevetti a livello internazionale, addirittura di ampliarli con dettagli che non ho rivendicato. Questo non sarà più possibile, quando riprenderò le consultazioni, comunicando ad altri i brevetti, soprattutto, se sarò costretto a pubblicare il libro, che ho preparato in parallelo agli stessi, di cui vi allego dei capitoli importanti. Scrivere un libro o degli articoli mentre sviluppo un argomento fa parte del mio metodo di lavoro. Mi aiuta a ragionare. In questo documento raccolgo le ricerche effettuate, le riflessioni e le opinioni personali. Dal voluminoso dossier che viene fuori estraggo le idee originali da brevettare. Se ci sono. Gli articoli che potete trovare in rete digitando il mio modesto nome, o argomenti sconosciuti come depurazione fognaria, coperta o globale, sono nati in questo modo. In genere li pubblico dopo che la classe dirigente, soprattutto pubblica, non ha recepito i miei messaggi. In questa occasione la documentazione che ho preparato è molto più voluminosa, ma ugualmente, mi auguro di non pubblicarla. Se dovrò farlo, questa volta, cercherò un editore. Naturalmente, preferirei, che l’Italia cogliesse questa grande opportunità di crescita. Spero che anche voi cogliate questa opportunità per crescere all’interno dell’ENI, credendo in questo progetto. Se non ci crederete qualcun altro ci crederà, ma non sarà la stessa cosa, per noi e per il Paese. Non mi hanno scoraggiato i silenzi ricevuti, fino ad ora, perché sapevo che andavo contro gli interessi delle aziende che lavorano in questo settore. I sistemi di depurazione globale che ho proposto, sono stati concepiti nell’interesse dell’ambiente, non delle aziende. Le soluzioni che ho proposto non hanno bisogno del 90% delle macchine e degli impianti progettati e commercializzate attualmente. Ma nel caso dell’energia protettiva dell’ambiente, oltre a guadagnarci l’ambiente, l’economia e l’occupazione, ci guadagna, anche chi produce energia, che ritengo più potente di chi pretende di depurare l’ambiente e non ci riesce con i palliativi attuali. Nel libro, che al momento non pubblico, spiego anche perché non riescono a depurare l’ambiente, mentre l’energia protettiva ci riuscirà. C’è una vita di lavoro in questa soluzione che, con tutto il rispetto, non poteva essere concepita né da chi produce energia né da chi depura l’ambiente ma soltanto da chi, amando il proprio lavoro, ha incasellato esperienze diverse toccando anche altri settori, apparentemente lontani dall’ambiente e dall’energia. Solo realizzando grandi sinergie ambientali e tecniche si può raggiugere questo obiettivo. Tuttavia, non prometto miracoli, dall’esempio di trasformazione di una centrale da 320 MWh, vi accorgerete di quante cose devono, necessariamente, cambiare per raggiungere questi obiettivi.

 Spero che vogliate, trasmettere il messaggio ai vostri vertici aziendali, con il vostro favorevole commento e mi interpelliate per qualsiasi dubbio. Roma non è lontana. Possiamo anche incontrarci.  Nell’attesa di un vostro sollecito riscontro, continuerò a lavorare sul libro che non vorrei pubblicare. E’ proprio strana la vita di un modesto inventore ambientale.     Cordiali saluti.

Ricevo questa mail il 18/01/2013.

 Gentile Signor Pezone, abbiamo ricevuto la documentazione riguardante una tecnologia per il recupero di energia dai fumi di centrali termoelettriche abbattendo nel contempo le emissioni di CO2.   Per quanto la sua idea appaia senz’altro originale e contenga alcuni spunti tecnici interessanti, la devo però informare che il settore dell’abbattimento delle emissioni da fumi di combustione non rappresenta al momento attuale un ambito in cui eni sia attiva dal punto di vista dello sviluppo tecnologico. Inoltre, il soggetto interno cui eventualmente competerebbero iniziative in tal senso – la società EniPower – interpellata in merito al possibile utilizzo della sua tecnologia ha confermato che presso i nostri impianti industriali non si rendono al momento necessarie operazioni di modifica dei sistemi già presenti, peraltro pienamente conformi alle prescrizioni di legge.     La ringraziamo comunque per l’attenzione accordata al nostro gruppo industriale e le auguriamo di poter individuare presso altri soggetti opportunità di sviluppo e valorizzazione della tecnologia da lei proposta.     Cordiali saluti

Rispondo con questa mail il 20/01/2013:

Egregio dottore, la ringrazio di aver risposto alla documentazione che le ho inviato in visione, tuttavia, mi permetta di dissentire dal modo troppo sbrigativo con il quale la sua società, ha liquidato la questione.  Innanzi tutto ci tengo a precisare che la mia proposta non riguarda soltanto il “recupero del calore dai fumi delle centrali termoelettriche abbattendo nel contempo le emissioni di CO2”.  Il 95% del calore è recuperato dalle acque di raffreddamento delle centrali termoelettriche che lei non ha nemmeno menzionato. Questo calore serve a produrre biogas con altissimo contenuto di metano, che può essere consumato nella stessa centrale, oppure messo in rete per essere consumato nelle città.   L’affiancamento dei grandissimi digestori lineari contenuti nei Fabbricati D.D.C.L. consente di trasferire il CO2 e l’idrogeno solforato (che, essendo più pesanti ristagnano sulla superficie del liquame in digestione) nelle sezioni calcaree del fabbricato serra migliorando la qualità del biogas. Nelle serre calcaree le stesse acque che hanno contribuito a raffreddare le centrali, e a riscaldare i digestori assorbono il CO2 e ioni calcio diventando alcaline (ma possiamo arrivare anche all’addolcimento). I laghi e i mari hanno bisogno di queste acque alcaline poiché si stanno acidificando. Mentre i terreni aridi, soprattutto vicino al mare, hanno bisogno di acque dolci che le future centrali termoelettriche potrebbero fornire (ovviamente ampliate con le sezioni aggiunte dal sottoscritto).   Vorrei ricordarle che le attuali centrali termoelettriche, escluse le pochissime con ciclo combinato, non arrivano a un rendimento del 40%, tutto il resto è disperso in calore, anche il calore è una forma di inquinamento, ma soprattutto, le dispersioni sono un danno economico per la società. Il teleriscaldamento è antieconomico e non serve per tutto l’anno per cui il calore è attualmente sprecato. (Da un calcolo del sottoscritto riportato anche nella documentazione inviata solo il calore sprecato in Italia dalle centrali termoelettriche ha un valore economico di 15 miliardi di euro, ben quattro volte l’importo rastrellato dall’ultimo governo con la contestata tassa Imu.  In un sistema globale di depurazione delle acque dell’aria e di produzione di energia, tutto è riciclato (compreso il calore) e i rendimenti generali sono esaltati. Gli impianti attuali, essendo separati, non possono aumentare i rendimenti e non possono chiudere il ciclo del carbonio in modo utile all’ambiente. Lo spieghi anche ai suoi collegi dell’Eni Power, se non ci riesce, mi faccia contattare, vedrò cosa posso fare per far loro comprendere che fino ad ora, noi tecnici, abbiamo sbagliato a separare l’energia dal resto dell’ambiente. Soprattutto quella di origine termica.   Non metto in dubbio che gli impianti dell’Eni siano conformi alle prescrizioni di legge, metto in dubbio le prescrizioni di legge. Sappiamo benissimo che il legislatore non può prescrivere alle aziende industriali, pubbliche e private, limiti di emissioni inferiori a quelli consentiti dallo stato dell’arte. Purtroppo lo stato dell’arte lo determinano le aziende industriali, come Eni ed Enel. Mi meraviglia molto che, proprio lei che si occupa di ricerca e innovazioni tecnologiche, parli di impianti conformi alle prescrizioni di leggi. Queste leggi, ancora non sono state definite perché lo stato dell’arte non ha trovato il modo per chiudere il ciclo del carbonio antropico. Per questa ragione si fanno i vertici mondiali sull’ambiente. Questo ciclo non si chiuderà mai se aziende come l’Eni si limitano ad applicare le leggi.

Inoltre, devo farle rilevare che non è vero, come scrive, che “il settore dell’abbattimento delle emissioni da fumi di combustione non rappresenta al momento attuale un ambito in cui Eni sia attiva dal punto di vista dello sviluppo tecnologico” le potrei citare articoli disponibili in rete nei quali si afferma che state collaborando con l’Enea, Enel al sistema C.C.S., anche se, probabilmente, vi limitate soltanto alla parte riguardante l’iniezione della CO2 nel sottosuolo. Non so fino a che punto convenga all’Eni aumentare i costi dell’energia con l’abbassamento del rendimento dei combustibili che comporta il processo che stanno mettendo a punto (si parla di una perdita da 11- 12 % per i combustibili leggeri, fino al 30% per il carbone) e della necessità di aumentare notevolmente le portate delle acque di raffreddamento. Tutto questo senza apportare altri vantaggi ambientali, come il trasferimento dei carbonati alle acque, che avverrebbe con il sistema che propongo. Naturalmente, prescindendo da tutti gli altri problemi che il C.C.S. comporta, come il trasporto del CO2 e lo stesso interramento.     Forse non sa che nelle centrali termoelettriche italiane circolano quantità di acque 20 volte superiori a quelle che circolano nei depuratori. Visto che i depuratori non proteggono l’ambiente dall’inquinamento globale, tanto vale eliminarli gradualmente e sostituirli con la depurcogeproduzione coperta globale che propone il sottoscritto. Dovendo depurare il digestato liquido dei digestori questi impianti non farebbero un grande sforzo a depurare anche le acque urbane, ricavando, anche da queste, biomasse da trasformare in energia, invece di vederle sversate senza trattamenti con le prime piogge. Ma anche e soprattutto le acque di pioggia sarebbero ben accolte dal nuovo sistema, essendo avide di assorbire quei famosi carbonati che trasformerebbero il CO2 in una risorsa ambientale ineguagliabile. Non sto dicendo che non sapete fare il vostro mestiere perché le centrali termoelettriche, nel sistema depurativo globale che propongo, sono l’unica cosa che si salverebbe, anche se si dovrebbero ridurre le dimensioni e distribuirle meglio sul territorio. Dico semplicemente che per superare lo stato dell’arte occorrono nuove sinergie, con settori che non sono mai entrati nel mondo dell’energia e delle depurazioni, come i trasporti e l’automazione industriale, che potrebbero industrializzare e mettere insieme l’energia e la protezione dell’ambiente, senza disperdere niente. Per pura combinazione prima di occuparmi di ambiente mi occupavo di impianti industriali. Non l’ho fatto per un giorno, ma in due ventenni separati. Solo da pensionato ho potuto metter insieme le cose.   Probabilmente, queste cose non si evidenziano molto dalla documentazione che le ho inviato, poiché vi ho anticipato dei capitoli di un libro che stavo completando e non avrei voluto pubblicare per mantenere un minimo di segreto industriale nei confronti di Paesi stranieri, ma sono stato costretto a completare il libro e a pubblicare articoli che riassumono i concetti che le ho espresso, sperando che almeno all’estero, siano compresi.     Non so a quale titolo lei mi abbia scritto per comunicarmi che la sua società non se la sente di imbarcarsi in quest’ardua impresa. Se mi ha scritto a titolo personale, oppure qualcuno le ha ordinato di liquidarmi velocemente come ha fatto, con garbo, augurandomi di poter individuare presso altri soggetti opportunità di sviluppo e valorizzazione della tecnologia proposta. Se l’Eni avesse questo coraggio, in Italia, tra attività dirette e indirette, creerebbe più lavoro della  FIAT e nel mondo sarebbe la prima a realizzare la chiusura del ciclo del carbonio antropico. Purtroppo non si può dare coraggio a chi non lo ha.

Io le chiedo, secondo lei quali potrebbero essere le aziende alle quali mi potrei rivolgere? Se chi depura le acque lo fa a cielo aperto emettendo CO2, dopo aver degenerato i liquami nel sistema fognario con l’idrogeno solforato? Le macchine che hanno commercializzato che lavorano all’aperto non servono nella depurazione globale dell’ambiente. Queste aziende tacciono per difendere la loro fetta di un mercato sbagliato, ma anche se ammettessero gli errori, sono troppo piccole per affrontare problemi così grandi. Anche l’Eni è piccola di fronte a questi problemi, ma in Italia non ce ne sono altre. L’Eni, già copre buona parte dei settori interessati, dalla produzione dei combustibili, all’energia. E’ entrata anche nella gestione delle acque. Certamente è più facile gestire che progettare. Ma non è con le gestioni che si possono far funzionare impianti che non sono in grado di proteggere l’ambiente. Con il sistema che propongo l’ENI, che è una multinazionale, in un paese povero di acque dolci, dove utilizza l’acqua del mare per il raffreddamento della centrale, potrebbe restituire queste ultime addolcite, raffreddate e utilizzabili per l’agricoltura, grazie soprattutto al CO2 che, soprattutto Enel e Enea vogliono interrare. Questo varrebbe anche per regioni come la Puglia, Sicilia, Basilicata, Calabria. La grande produzione di compost potrebbe servire a rifertilizzare i terreni; le grandi quantità di acque stoccate in verticale, mentre si depurano, costituirebbero un importante sistema di prevenzione contro le alluvioni e delle preziose riserve in caso di siccità. I fabbricati serra verticali stanno già diventando realtà in alcune parti del mondo, Europa compresa, soprattutto per produrre alimentazione (le allego il link di un articolo in proposito), ma il sottoscritto preferisce utilizzare i fabbricati verticali per consumare il CO2, alcalinizzare le acque e produrre biomasse energetiche. A lei che si occupa di innovazioni, chiedo, non le sembrano scandalose le ciminiere che svettano, da centocinquanta anni, come cannoni inquinanti puntati contro l’atmosfera e non riguardano soltanto le centrali termoelettriche, ma tutti gli impianti termici industriali, compresa l’Ilva di Taranto. Dovunque c’è una ciminiera c’è molto da recuperare per produrre biogas, pulendo l’energia prodotta, a prescindere dalla fonte originale, che può essere anche legna e carbone.Mi scusi la franchezza, ma quando diffonderò il mio libro, nessuno che si occupa di ambiente e di energia farà una bella figura, soprattutto in Italia, dove i maggiori responsabili hanno fatto orecchi da mercanti di fronte alle segnalazioni. Le mie, le può trovare su Google, digitando il mio modesto nome. Non lo dico perché creda di aver ragione, ma per le fughe di responsabilità che si evidenziano da questi silenzi, in un Paese che non cresce, che spreca risorse, non protegge l’ambiente, e dove aumenta, contemporaneamente, la disoccupazione e il debito pubblico.

 Il libro uscirà tra circa una settimana, soltanto in versione digitale, ma sarà diffuso anche all’estero, al modico prezzo di cinque euro (sperando che non tutto il Mondo sia un piccolo paese).  Spero che mi riscriva, ma non ha importanza se non lo farà. Grazie a Dio, non mi scoraggio tanto facilmente.

 Spero che non le dispiaccia se trasformo questa lettera, che non ha nulla di personale, in una lettera aperta all’Eni, naturalmente senza il suo nome.   Anche queste verità servono a diffondere la cultura dell’ambiente fra la gente comune, senza la quale i politici e le multinazionali, di cui l’Eni fa parte (nonostante la partecipazione pubblica), le cose non cambieranno mai. La telegrafica risposta che, gentilmente, mi è stata concessa conferma questa triste realtà.  La gente deve sapere che le leggi e le progettazioni nell’ambiente e nell’energia non scendono dal cielo, si possono anche cambiare. Luigi Antonio Pezone “

Purtroppo, le normative non sono adeguate perché non possono superare lo stato dell’arte esistente e lo stato dell’arte non può crescere se loro stessi impediscono la nascita di sistemi interattivi che sono contemporaneamente energetici, depurativi e con maggiori capacità produttive, come chiaramente descritto nel sistema SPAWHE.  La collegialità scientifica, oggi si limita alla consulenza occasionale. Non è mai continua e mai globale. Invece, deve essere realizzata, a tempo pieno, dove si preparano i progetti di pubblica utilità, che devono essere sopra gli interessi di parte, e non devono essere specifici ma globali. Queste ovvietà procedurali oggi non avvengono in nessuna parte del mondo, perché nessun impianto è progettato collegialmente da esperti delle varie discipline. Nessuna azienda può permettersi di avere esperti che possano seguire tutti cicli che si mettono in gioco quando realizziamo qualsiasi trasformazione della materia. Ma non hanno compreso che non è necessario che i cicli si chiudano tutti dove iniziano. L’importante è che il ciclo non sia interrotto o contaminato, per questo è stato progettato SPAWHE. La legge di Lavoisier dice che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Ogni trasformazione ha i propri effetti collaterali, che nella società industriale ben progettata si trasformerebbero in risorsa (SPAWHE) mentre nella società attuale (MONDIALE) si trasformano in veleno.

 Non è sufficiente legiferare che l’inquinamento è un reato penale, contemplando soltanto i grandi sversamenti di veleno. Anche l’inquinamento lento delle emissioni di CO2 e l’omesso adeguamento alcalino delle acque depurate al corpo idrico ricevente è un danno ambientale, come l’omessa depurazione delle acque di scolo agricole, il recupero del calore dell’acqua di raffreddamento- La degenerazione fognaria è contemporaneamente un danno ambientale ed economico, distruggendo il potere energetico dei fanghi e aumentando i costi depurativi. Sprecando altre risorse in vasche a cielo aperto che emettono CO2 e consumano prodotti chimici flocculanti, per produrre acque acide e fanghi non utilizzabili in agricoltura. Non sono questi reati ambientali ed economici legalizzati?

Di cosa dovranno vivere la generazioni future, se i governi non sono in grado di portare avanti ragionamenti ambientali completi? Compresi i professori pubblici, che formano i nostri giovani nelle università, dove le scienze e la ricerca sono divise come lobby di potere, al pari delle correnti politiche e delle multinazionali? La natura del pianeta Terra che si è formata in miliardi di anni, ha collaudato cicli di collegamento infallibili tra acqua, aria energie fossili e biologiche, che sono stati in grado di neutralizzare l’atmosfera primordiale fatta principalmente di idrogeno e metano, mentre noi non siamo in grado di neutralizzare le emissioni di CO2, semplicemente copiando quello che ha fatto la natura. Ovvero, affiancando a ogni impianto termico una serra calcarea con piogge artificiali, ovviamente, proporzionate alla quantità di energia prodotta, per cui gli impianti termici non possono essere posizionati a casaccio sul territorio. E’ tanto difficile comprendere che dove non si può neutralizzare il CO2, non si possono realizzare impianti termici? Ma questo non significa che non possiamo produrre un’energia positiva per l’ambiente. Basta pensare che la sola pressione atmosferica, senza espandersi, in un tubo svuotato dell’aria, ha il potere di sollevare l’acqua di 10 m. Quindi, un serbatoio pressurizzato artificialmente con aria compressa, senza espandersi, può sollevare l’acqua in un tubo vuoto, per esempio, fino a 350 m, oppure può sfruttare questi 350 m di energia in una turbina per produrre energia elettrica. Il problema da risolvere era solo quello di recuperare l’acqua che esce dalla turbina e di inserirla di nuovo nel serbatoio pressurizzato senza spendere molta energia. Questo problema, penso che sia stato risolto brillantemente dall’ dell’invenzione delle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante, che consentono il continuo riciclo interno al volume di acqua accumulato in un serbatoio posto in alto, oppure in una autoclave pressurizzata. Questo può avvenire perché l’acqua non si comprime e quando la girante è in rotazione crea una depressione al centro della stessa che fa entrare i due flussi separati (in bassa pressione atmosferica e alta pressione riciclata). All’uscita della girante il flusso diventa unico e unica la pressione per il principio di Pascal. Pertanto, con una pompa con bassa prevalenza e un basso consumo di energia, possiamo sostituire quella scaricata dal serbatoio posto in alto, o espulsa dal cuscino di aria dell’autoclave per il principio dell’impenetrabilità dei corpi. In entrambi i casi, possiamo realizzare un ciclo che si può ripetere all’infinito producendo una grande quantità di energia nella turbina consumando una piccola quantità di energia nella pompa. 

Le nuove energie rinnovabili non sono altro che specchietti per le allodole, che si mantengono a spese dei contribuenti, aumentando i costi dell’energia. L’energia solare ha un bassissimo rendimento, altissimi ingombri e alti oneri di smaltimento, l’energia eolica ha altissimi impatti ambientali e rendimenti migliori rispetto a quella solare, ma sempre bassissimi rispetto all’energia idroelettrica compressa. Basti pensare che occorrerebbe un vento che viaggia a 80 km / h per esercitare una pressione di appena 0,83 bar sulle pale della turbina eolica. Non certo paragonabili ai 35 o anche 100 bar che potremmo avere sulle piccole pale di una turbina idraulica, con relativo serbatoio pressurizzato che si potrà alloggiare anche nel cofano di un auto, figuriamoci nel cofano di un camion, di un treno, di una nave, o di un aereo, o di un sistema di trasporto spaziale che vince la forza gravitazionale sommando insieme la spinta di reazione Newton e quella elettromagnetica di Lorentz, scaturite  entrambe dall’energia primaria  idroelettrica pressurizzata, che non è un’energia neutrale, ma protettiva dell’ambiente. La stessa energia che installata in versione sommersa può proteggere dalle acque alte e dalle alluvioni, ossigenando l’acqua.   Questa energia avrebbe un costo di produzione inferiore rispetto al solo costo di estrazione dell’energia fossile, senza considerare i costi di raffinazione e trasporto di combustibili e successivamente, i costi di trasporto dell’energia elettrica. Pertanto, da un punto di vista economico, non può essere paragonato a nessuna delle attuali energie mondiali..

Tuttavia, i miei ragionamenti e tutti i miei brevetti sono accolti con il silenzio dagli enti pubblici mondiali. Come uomo e come tecnico, sono in difficoltà a esprimere il mio voto politico. Non posso votare né per i conservatori, né per i progressisti del mio paese. Ma il problema è mondiale. Come ho scritto nell’articolo https://www.spawhe.eu/it/cop22-fallito-reati-internazionali-degli-stati-non-puniti-quando-il-crollo-delleconomia-mondiale/. pubblicato anche in lingua inglese. Per il sottoscritto, tutti i politici mondiali, sono colpevoli di reati internazionali nei confronti dell’ambiente codificati nel 2001 dalle Nazioni UNITE. Soprattutto negli articoli 1, 15, 48, 54, 58, omettendo di rispondere a progetti di riconosciuta utilità internazionale, elaborati da cittadini che non dispongono di fondi e che non possono trovare nemmeno finanziatori privati, perché la protezione dell’ambiente e l’energia è di competenza pubblica.

3) La ricerca e la progettazione pubblica lavorano per le multinazionali. Per questo non si può combattere né il riscaldamento globale né il grande divario tra ricchi e poveri.    

Gli inventori privati sono maltrattati dai legislatori anche se apparentemente sembra che le leggi siano uguali per tutti. Devono pagare le tasse di mantenimento dei brevetti anche se i loro brevetti sono di pubblica utilità, e nessuno li finanzia perché scomodi per la classe dirigente mondiale. Mentre gli inventori pubblici e delle multinazionali sono stipendiati e le tasse di deposito e mantenimento le pagano i datori di lavoro. Non è un caso che gli inventori pubblici e delle multinazionali cercano di migliorare i rendimenti dei sistemi depurativi ed energetici attuali, non di eliminare i vizi di origine, passando alle soluzioni interattive. Non è un caso che di comune accordo, i dirigenti pubblici e privati tacciono, mentre i dipendenti non possono parlare per attenersi alle disposizioni aziendali. Non è un caso che i brevetti più importanti, non mi sono stati concessi perché l’ufficio brevetti Italiano con e senza l’ufficio brevetti europeo ha dichiarato “moto perpetuo” le mie invenzioni, senza coinvolgere ufficialmente la scienza pubblica e privata mondiale, che è la vera responsabile dello sviluppo sbagliato. Io ho sempre asserito che il moto perpetuo nell’ambiente non terrestre non esiste, ma se esistesse non è conveniente perché se sarebbe vero che non consumerebbe energia, non sarebbe nemmeno in grado di produrla. Invece sul pianeta Terra l’energia è dappertutto. Per estrarla sarebbe bastato usare al contrario le pompe attuali che sollevano l’acqua in un bacino aperto, facendole pompare nella direzione della forza gravitazionale e inserire subito dopo una turbina con l’uscita dell’acqua collegata con un tubo di ampia sezione al bacino superiore.  Io non ho fatto questa banale sperimentazione perché non ho soldi da buttare, perché è evidente che il generatore di corrente collegato alla turbina produce una quantità di energia decine o centinaia di volte superiore all’energie elettrica assorbita dalla pompa. Infatti. La pompa assorbe pochissimo perché si avvantaggia della forza gravitazionale e della massa di acqua presente nel tubo di discesa, mentre la turbina assorbe tutta l’energia cinetica che si trasforma in elettricità nel generatore di corrente. Io ho brevettato le invenzioni successive a questa riflessione perché consentono di   ossigenare anche l’acqua mentre produciamo energia e solleviamo gratis l’acqua aggirando la forza gravitazionale fino a inventare l’energia idroelettrica compressa che può essere di piccolo ingombro e sostituire egregiamente e con minori costi energetici e ambientali gli attuali motori termici, ma anche le attuali rinnovabili. Quindi diventano antieconomiche anche le auto elettriche   e i motori aeronautici, sui quali potremmo sommare addirittura la spinta di Newton e Lorentz, che tra le tante cose ci consentirebbe di fermarci sui focolai dei grandi incendi con grossi volumi di acqua per fermare la devastazione delle foreste e delle savane, senza produrre CO2, inquinamento e bassi costi energetici.

Purtroppo la scienza mondiale tace sulle invenzioni interattive. Se tace la scienza, come possono i politici e gli economisti comprendere che le invenzioni interattive sono tra loro collegate e possono crescere virtualmente anche se nessuno le realizza materialmente? Un inventore non può farsi condizionare dalle tasse da pagare e dalla burocrazia che gli nega i diritti di autore che sono riconosciuti anche a chi scrive una semplice canzone. La verità in un modo o nell’altro, prima o poi verrà fuori. Ma se non viene fuori adesso che nel mondo intero si stanno spendendo migliaia di miliardi per difenderci da un piccolo virus, difficilmente le generazioni future, piene di debiti, avranno un’occasione migliore. Solo l’Italia spenderà 209 miliardi. In vista di questi soldi i partiti di opposizione che studiano continuamente i sondaggi elettorali, probabilmente a loro favorevoli, o si illudono che siano favorevoli, hanno fatto appello a nuove elezioni. Giustamente, nel caso attuale, il presidente della repubblica Sergio Mattarella, in tempo di pandemia, ha richiamato questi falsi patrioti alla realtà: non potevamo permetterci un vuoto legislativo per consentire la preparazione e lo svolgimento di nuove inutili elezioni. Tutto è bene quello che finisce bene. Abbiamo alla presidenza del consiglio un personaggio di alta esperienza. E’ quello che ci serve nell’attuale periodo storico, che dopo il crollo del muro di Berlino, e la sospensione di quello che l’ex presidente degli Stati Uniti, voleva costruire al confine con il Messico, le differenze nel mondo tra conservatori e progressisti si stanno attenuando. Ma l’ignoranza scientifica permane.

Sarebbe ora di incominciare a governare scientificamente e imparzialmente il pianeta Terra, senza compromessi politici.  Purtroppo, gli attuali governi mondiali non hanno mai incoraggiato lo studio e la sperimentazione di soluzioni multidisciplinari e anche i governi guidati da tecnici non hanno punti di riferimento scientifici affidabili, perché la scienza non commette errori soltanto se è applicata multi disciplinarmente.  

Io non pretendo che il mondo sperimenti e realizzi le mie invenzioni interattive se non le comprende, ma almeno a chi governa il mio paese, ho sempre chiesto: dove sono i progetti dei nuovi governi? Ovviamente non ho mai avuto risposte. Sotto la guida del presidente Draghi, con una larghissima maggioranza dovremmo avere un’abbondanza di progetti, e l’imbarazzo della scelta.  Spero che ne facciano vedere qualcuno. Io non conosco ancora le scelte che farà il presidente Draghi, ma da parte dei politici che lo sostengono vedo soltanto la voglia di riprendere le attività per non perdere consensi elettorali.

Penso che qualche volta bisognerebbe anche credere a chi lavora non pagato da nessun centro di potere mondiale, per colmare un vuoto legislativo scientifico mondiale, perché, gli inventori lavoratori dipendenti probabilmente, non sono liberi di studiare soluzioni interattive che sono più semplici, efficienti ed economiche dei quelle esistenti.  Se la pandemia è mondiale, vuol dire che qualcosa deve cambiare, soprattutto nella progettazione antropica mondiale.  Se i governi mondiali non vogliono prendere in considerazione le invenzioni di un semplice pensionato, mostrino le loro soluzioni. Non possiamo semplicemente riprendere le attività sospese e convivere con i virus che cambiano continuamente il modo di attaccare l’uomo.

Mi riallaccio ad alcuni articoli pubblicati sul mio sito web che hanno i seguenti titoli:

3.1) Dove non arriva la scienza arriva l’organizzazione scientifica del lavoro, se è applicata globalmente.  https://www.spawhe.eu/dove-non-arriva-la-scienza-arriva-lorganizzazione-scientifica-del-lavoro-se-e-applicata-globalmente/.

Questo articolo mostra che la scienza mondiale, divisa in settori specifici, non coordinata dalla politica e dalla scienza pubblica produce più danni che benefici allo sviluppo e all’economia mondiale. Ma nello stesso tempo, i politici non sono grado di guidare verso uno sviluppo sostenibile, perché da molto tempo non governano. Si fanno governare dalle borse mondiali.  Mentre la scienza pubblica è pagata dai contribuenti, ma produce brevetti che vende alle multinazionali con il consenso dei legislatori. Inoltre, anche se fosse libera di sviluppare brevetti di pubblica utilità, essendo divisa in specifici settori, non conoscendo l’organizzazione scientifica del lavoro globalmente, non potrebbe produrre le invenzioni globali multi disciplinari, che servono nel momento storico che viviamo. 

3.2) Lettera aperta al Signor Elon Musk che ha promesso 100 milioni di dollari a chi riesce a catturare il CO2 dall’atmosfera. https://www.spawhe.eu/lettera-aperta-al-signor-elon-musk-che-ha-promesso-100-milioni-di-dollari-a-chi-riesce-a-catturare-il-co2-dallatmosfera/.

 In questo articolo ho riproposto al signor Elon Musk la pulizia dell’energia fossile interattiva che addirittura cattura e utilizza il CO2 in favore dell’ambiente, già proposta all’ ENI il 26/11/2012, senza successo, come descritto nel capitolo precedente. Con questo articolo ho voluto dimostrare tre cose:

Primo: Che la scienza pubblica mondiale, nonostante gli oltre cinquanta miliardi spesi per realizzare il C.C.S ha fallito l’obiettivo. 

Secondo: Che nonostante il fallimento del C.C.S., dopo quasi dieci anni, non ha preso in considerazione la mia soluzione che è molto migliore della semplice cattura, contribuendo a combattere l’acidificazione degli oceani e a migliore le depurazioni.

Terzo:  Credo di aver messo alla prova le buone intenzioni del miliardario ELon Musk, affinché   dimostri se è veramente interessato a risolvere il problema, oppure voleva farsi semplicemente della pubblicità

3.3) Lettera aperta a Mr. Bill Gates sull’energia miracolosa,  https://www.spawhe.eu/it/lettera-aperta-a-mr-bill-gates-sullenergia-miracolosa/   

In questo articolo, scritto e pubblicato nel mese di marzo 2016 che intendeva spendere due miliardi di dollari per produrre una energia miracolosa, gli ho spiegato cinque modi per produrre un’energia miracolosa estratta direttamente dall’ambiente senza l’uso di combustibili, che addiririttira dissolve ossigeno nell’acqua depurandola. Non mi ha mai risposto. E’ evidente che pur essendo entrambi cattolici, abbiamo concetti diversi su cosa sia un miracolo.  

Personalmente, come progettista e installatore di impianti prima industriali, poi ambientali, poi inventore, negli ultimi cinquant’anni, sono stato sempre in prima linea, come un soldato al fronte. Lontano dai quartieri generali, dove si prendono le decisioni, e si diffondono capitolati di appalti pubblici obsoleti che non hanno subito cambiamenti sostanziali negli ultimi cinquanta anni.  Infatti il progresso scientifico mondiale degli ultimi cinquanta anni si è concentrato sull’informatica e l’elettronica. Non ha cambiato né i depuratori, né le centrali termiche, né il modo di sollevare le acque, né i trasporti mondiali. Nessuno si è accorto che il sottoscritto senza mezzi economici, purtroppo, solo virtualmente negli ultimi quindici anni, li ha cambiati completamente, compreso Elon Musk, che ci porterà nello spazio con un’energia già obsoleta, che non potrà sommare la spinta di Newton e Lorentz e non potrà assicurare un’autonomia energetica quasi infinità, che non dipenderà dai combustibili,  e dal nucleare ma soltanto  da una piccola riserva di acqua e aria e dall’usura delle macchine che producono contemporaneamente energia e depurazioni. 

Se qualche imprenditore e qualche statista mondiale vuole entrare veramente nella storia dell’umanità deve convertirsi alla sperimentazione dell’energia interattiva, altrimenti sarà aggiunto alla lunghissima lista di  coloro che l’anno ostacolata. Questa è l’unica invenzione mondiale che può accelerare i processi depurativi ambientali e allungare la vita dell’uomo con i cuore artificiale ossigenatore del sangue, ma è anche l’unica  che si collega meglio di tutte, senza costi economici e con autonomia di esercizio infinita alle correnti indotte elettromagnetiche, che possono generare la corrente elettrica continua o alternata per applicazioni diverse compresi i motori che producono una coppia motrice o una spinta lineare per rivoluzionare i trasporti mondiali terrestri, marini, sotto marini, aerei e spaziali. Ma anche creare con bassi costi barriere mobili per difenderci dalle acque alte ossigenando contemporaneamente l’acqua. Il Mose di Venezia che è costato sette miliardi e ha impiegato diciassette anni per essere realizzato poteva costare dieci volte di meno ed essere più efficiente sul piano ambientale. https://www.spawhe.eu/it/sistema-di-trasporto-aerospaziale-e-sottomarino-con-motori-lineari-globali-interattivi-primari-e-indotti/

Il compito di coloro che svolgono il lavoro che svolgeva il sottoscritto fino al 2005, era ed è quello di rispettare i criteri di dimensionamento degli impianti, rispettare i capitolati di appalto, le regole legislative ambientali, e realizzare gli impianti a regola d’arte.  Era ed è impossibile partecipare alla gare di appalto pubbliche e contemporaneamente proporre dei cambiare gli impianti pubblici mondiali. E’ come sputare nel piatto in cui si mangia. Tuttavia, svolgendo questo tipo di lavoro, avrei voluto progettare diversamente gli impianti antropici.  Ma trattandosi di grandi impianti industriali, urbani di grande diffusione, cambiare piccoli dettagli non sarebbe servito a niente e nessuno mi avrebbe ascoltato. Nessuno avrebbe cambiato i capitolati di appalto e nessuno avrebbe finanziata l’invenzione. Come è accaduto con piccole invenzioni preliminari che riguardavano il risparmio idrico domestico e il risparmio energetico delle attuali caldaie domestiche.  Ho dovuto aspettare l’età minima pensionabile per iniziare sul serio l’attività di inventore di nuovi sistemi energetici e depurativi, per affondare con maggiore energia il coltello nella piaga mondiale degli impianti pubblici. Come possono i legislatori mondiali correggere i difetti ambientali degli impianti industriali privati, e i mezzi di trasporto che producono le multinazionali, se prima non correggono gli impianti pubblici? Lo stato dell’arte della protezione dell’ambiente e dell’economia sostenibile non potrà mai avanzare fino a quando gli inventori pubblici continueranno a vendere brevetti alle multinazionali. Lo dimostra il fatto che sono stato lasciato solo e senza un euro pubblico e privato ad affrontare questi grandi problemi. Ma il rovescio della medaglia è stato positivo perché senza finanziamenti ho dovuto ragionare trasversalmente alle diverse discipline tecnologiche energetiche e ambientali e mettere insieme quello che è già stato sperimentato anche nei secoli passati, ma scarsamente utilizzato nella società attuale. Penso in modo particolare ai principi di Pascal, Torricelli, venturi, Henri che sono indispensabili per realizzare sia le depurazioni che le energie interattive.  Quando entrerà nelle scuole italiane e mondiali lo studio delle applicazioni interattive di questi principi per sfatare il mito del moto perpetuo e quello dei principi termodinamici, che sul pianeta Terra sono certamente meno utili di quelli fluidodinamici per avere uno sviluppo sostenibile?

Caro Presidente Draghi, non invidio lei che è stato chiamato nella vita a ricoprire ruoli istituzionali importantissimi, perché penso non riuscirei a dormire la notte pensando alle conseguenze delle decisioni   prese e da prendere, tuttavia, credo che ci sia molta differenza tra il lavoro che svolge un presidente della banca Europea e un presidente del consiglio di un governo europeo o mondiale. Perché il presidente della Banca pur avendo grandi poteri, non è costretto a scegliere tra i progetti che il paese deve portare avanti per creare lo sviluppo sostenibile, soprattutto, se il paese che governa non sa cosa significa progettare in modo sostenibile. La crescita è una cosa, lo sviluppo sostenibile è un’altra cosa. Molti anziani, come noi e il presidente Mattarella, rimpiangono la crescita italiana degli anni Sessanta. Personalmente, con il senno di poi, non la rimpiango, perché il mio lavoro mi ha fatto capire che era solo crescita. Non c’era niente di sostenibile. C’è un solo modo per creare uno sviluppo sostenibile ed è quello di chiudere tutti i cicli chimici, termici, nucleari, biologici che si aprono, oppure, non devono essere aperti. Su questo argomento, pur essendo un semplice pensionato, sono disposto a confrontarmi con tutti gli scienziati del mondo. Sono loro che si nascondono, perché prima ho studiato e brevettato il modo per chiudere i cicli e non hanno risposto. Successivamente ho studiato e brevettato il modo per produrre energia senza aprire cicli chimici, termici, nucleari, biologici e non hanno risposto ugualmente. Paradossalmente, con quest’ultima soluzione arriviamo quasi ad azzerare i costi di depurazione e di energia in tutto il mondo, quindi dobbiamo concentrarci solo sullo sviluppo tecnologico e sulla produzione di cibo, che per il sottoscritto costerà molto meno se lo estraiamo dagli oceani con il welling artificiale.https://www.spawhe.eu/it/un-nuovo-modello-di-sviluppo-con-energie-interattive-e-ricche-colonie-galleggianti-negli-oceani-costruite-con-i-derivati-del-petrolio/

Sembra che la scienza pubblica  mondiale non sappia che soltanto il 5% della superficie oceanica produce alimentazione per mezzo del welling naturale e che gli oceani a causa del riscaldamento globale, hanno perso nell’era industriale il 30% di alcalinità.  Allora, dobbiamo chiederci perché consente di estrarre il petrolio dagli oceani per produrre combustibili che usando l’energia interattiva, non servono e inquinano inutilmente l’ambiente? E’ evidente  che la scienza pubblica mondiale non crede all’effetto venturi che ci consentirebbe di estrarre i carbonati solubilizzati nelle acque oceaniche a oltre 4000 metri di profondità, ma non crede nemmeno che l’energia interattiva possiamo estrarla pulita direttamente dall’ambiente, usando come materia prima l’acqua, l’aria e la forza gravitazionale. Io credo che chi ha governato la Banca d’Italia, la Banca Europea e che oggi è chiamato dall’intero Paese unanimemente a governare l’Italia, anche con un ampio consenso dei governi e delle borse mondiali, debba prendere le distanze da questa scienza, che lo ha costretto a prendere decisioni economiche sbagliate sia come governatore della Banca d’Italia, sia come governatore della Banca Europea, e quello che è più grave, lo costringerà a prendere decisioni sbagliate anche come capo del governo della settima potenza mondiale. Anche io, come semplice tecnico installatore di impianti industriali e ambientali mi sono fidato della scienza e delle tecnologie sviluppate a livello mondiale, ma ho avuto maggiori opportunità di verificarle rispetto al nuovo Presidente del Consiglio Italiano. Non farei il mio dovere, se non lo avvertissi dei grandi errori commessi, non dai principi scientifici elaborati singolarmente dalla scienza, ma dalla loro parziale applicazione, che ha trascurato di elaborare i collegamenti interattivi, sia a livello scientifico che tecnologico. Io credo di aver fatto il mio dovere di avvertire i governi italiani che hanno governato negli ultimi dieci anni e successivamente anche quelli europei e le Nazioni Unite, senza mai aver avuto delle risposte da nessuno, tranne quelle degli uffici brevetti, del tutto inadeguate e contradditorie, che senza nessuna logica, alcuni brevetti li hanno concessi e altri rifiutati. Comunque, io non penso che il petrolio sia una risorsa che non serve all’umanità. Penso che siano utilissimi i derivati del petrolio, se usati a scopi di produzione industriale e non ci sarebbe uso migliore di quello di creare isole artificiali per realizzare il welling artificiale per sconfiggere l’acidificazione, la fame nel mondo e la disoccupazione. Io non ho ottenuto risposte nemmeno su questo argomento dagli industriali e dai politici. Questi, a parte il fatto che non sanno rispondere scientificamente, prima di rispondere vogliono sapere quale categoria sociale rappresento e quanti elettori potrei portare in caso di elezioni. Io non amo le associazioni e non amo la politica. Ho iniziato a fare l’inventore da pensionato, per essere libero di pensare senza essere condizionato da interessi personali e politici. Dopo il crollo del muro di Berlino, non hanno senso le divisioni politiche. E’ nostro dovere individuare, soprattutto gli errori scientifici e tecnologici, perché Il mondo dovrebbe essere governato scientificamente, applicando imparzialmente, industrialmente l’organizzazione scientifica del lavoro, non solo nell’industria ma anche nell’ambiente, dove questa organizzazione non può prescindere dai principi interattivi che governano la fotosintesi, il ciclo del carbonio, e gli equilibri biologici. Il riscaldamento globale e l’attuale pandemia sono stati prodotti perché la scienza pubblica mondiale non ha applicato l’organizzazione scientifica del lavoro all’ambiente imparzialmente, che di riflesso avrebbe corretto anche gli errori commessi dall’organizzazione scientifica del lavoro industriale. Quindi i problemi mondiali sono soprattutto scientifici, tecnici, economici. Tutte le altre scienze politiche, umanistiche possono influenzare lo spirito, non il mondo del lavoro, dello sviluppo, dell’economia e della salute pubblica. Io penso che quelli che hanno fatto più danni all’umanità siano soprattutto i politici, che non  conoscendo il mondo del lavoro reale industriale, dell’ambiente, dell’energia e della sanità hanno fatto leggi sbagliate, che premiando la proprietà industriale al posto di quella intellettuale e consentendo il commercio dei brevetti dal pubblica al privato, hanno creato enormi conflitti di interessi, che stanno ancora impedendo l’emersione delle invenzioni interattive di collegamento tra scienze e tecnologie, che sono le uniche che possono salvare contemporaneamente, l’ambiente, l’economia mondiale, ripartendo più equamente la ricchezza, dando il giusto valore alle risorse primarie. Oggi, alcune costose e non indispensabili sono sopravvalutate al massimo, mentre le migliori, abbondanti e sostenibili, sono completamente trascurate. Questa grande confusione, a mio parere l’hanno prodotta proprio i partiti politici che godono anche di finanziamenti pubblici.  Per il sottoscritto i governi si dovrebbero formate senza campagne elettorali, invitando le persone che si sono distinte nel mondo del lavoro, scientifico ed economico ma senza avere conflitti di interessi personali.  Bene ha fatto il Presidente Mattarella a chiamare il professor Draghi che non è un politico, ma un tecnico di provata esperienza, che può anche correggere senza traumi personali, la sua visione dell’economia mondiale, se cambiano le fonti primarie dell’energia mondiali. Io spero che il professor Draghi abbia fatto le scelte giuste, scegliendo ministri e sottosegretari capaci di comprendere che il tempo della politica e dei compromessi è finito e che il mondo deve essere governato scientificamente. Io non mi meraviglio che nei piani alti della politica e dell’economia mondiali non sia emerso nulla che riguarda le energie e le depurazioni interattive, perché il mondo del lavoro è malato dalle fondamenta e prima che se ne accorgano i piani alti che non vivono dal vivo le attività industriali, ambientali, energetiche nelle officine e nei cantieri. Agli imprenditori mondiali, che hanno investito in sistemi sbagliati non conviene sollevare il coperchio e nemmeno ai loro dipendenti. Ma sono i sistemi scientifici e tecnologici male utilizzati che hanno creato il riscaldamento globale e l’attuale pandemia. I primi a subire le conseguenze delle scelte sbagliate sono quelli che hanno meno colpe, come gli addetti al turismo, al commercio, alla ristorazione, le scuole. Non si possono riprendere queste attività senza rimuovere la fonte del male, senza rischiare la decimazione della popolazione mondiale. Bisogna riconoscere che le caste scientifiche e tecnologiche hanno nascosto le invenzioni più importanti. L’unico modo per accertare la verità è quello di seguire le regole dell’organizzazione scientifica del lavoro globale aggiornate allo stato dell’arte in tutti i settori.  Chi entra in un parlamento o in un governo deve entrare per svolgere un servizio nell’interesse di tutti, non per accedere a una casta nazionale, collegata ad altre caste internazionali che stanno distruggendo la natura e l’uomo perché non esiste nessun organo di controllo mondiale multidisciplinare che distingue le invenzioni utili da quelle dannose.  Come ho scritto in un articolo del 2019, poco prima dell’inizio della pandemia, il reato di omissione è il pane quotidiano degli enti pubblici mondiale.  15.04.2019 https://www.spawhe.eu/it/il-reato-di-omissione-e-il-pane-quotidiano-delle-scienze-burocrati-e-governi-mondiali/

Dai silenzi raccolti a livello mondiale sulle depurazioni ed energie interattive, penso che nessun paese mondiale sia pronto per spendere razionalmente i soldi stanziati per fronteggiare la pandemia mondiale. Lo sviluppo sostenibile può essere progettato soltanto da progettisti pubblici che applicano contemporaneamente l’organizzazione scientifica del lavoro industriale e ambientale in tutti i dettali depurativi ed energetici, con soluzioni multidisciplinari e interattive, come fa la natura. Ma sviluppando le tecnologie e le macchine necessarie per velocizzare i processi naturali, senza cambiarli. Purtroppo, i progettisti pubblici mondiali sono stati formati come specialisti mono disciplinari e sono abituati a collaborare solo con altri specialisti mono disciplinari. Le stesse multinazionali sono specializzate in singoli settori. Quindi, sul pianeta Terra, non esiste e non è mai esistito un travaso di esperienze tra un settore scientifico e un altro individuare le macchine da usare per innescare i processi interattivi per il semplice fatto che nessuno pensava che queste macchine potessero esistere. Questo è dovuto al fatto che gli specialisti studiano cicli specifici dell’acqua, dell’aria, dei fumi, della terra etc., mentre il sottoscritto ha studiato cicli globali. Non voleva farlo da solo, ma è stato costretto soprattutto dagli enti di ricerca pubblici italiani che hanno sottovalutato il contributo di esperienza che avrei potuto dare.

Voglio citare l’unica lettera seria ricevuta da un ente di ricerca pubblico in tanti anni di ricerca partner. Si tratta della lettera Prot. ENEA/2009/370587/PRES datata 2/07/2009, nella quale, l’ex presidente dell’ENEA (ente nazionale energia e ambiente italiano), il Prof. Luigi Paganetto, mi invitava a un incontro nella loro sede di Bologna, scrivendomi testualmente: “Al fine di approfondire gli aspetti tecnici e le implicazioni economiche dei sistemi e delle tecnologie da lei prospettate, la prego di voler contattare il Dr…………., responsabile della Sezione Metodi di Analisi e Prevenzioni del Rischio Antropico, che potrà organizzare un incontro con gli esperti del settore”

Purtroppo, per motivi sconosciuti al sottoscritto, i collaboratori del Presidente ritardarono l’incontro, e mi convocarono nella seconda metà del mese di settembre 2009, facendomi fare tra andata e ritorno circa 1100 km di treno solo per comunicarmi, che il prof. Paganetto non era più il presidente dell’Enea, e loro non potevano più occuparsi dei miei brevetti, non avendo fondi sufficienti nemmeno per portare avanti i loro brevetti. Pertanto non ci fu nessuna discussione tecnica sui miei brevetti. Tutto questo poteva essermi comunicato anche con una semplice mail, senza farmi sostenere anche i disagi le spese di viaggio. Questo è il livello di comportamento degli enti di ricerca italiani e probabilmente, mondiali, nei confronti degli inventori privati.   Successivamente, L’ENEA, come tutti gli altri enti di ricerca italiani e mondiali, non ha risposto all’invio delle mie pubblicazioni, benché abbia presentato brevetti molto più importanti di quelli elaborati fino al 2009.

 Io penso che, sebbene il Prof. Luigi Paganetto, sia stato l’unica personalità importante a rispondermi, sia anche stato l’unico a fare il proprio dovere, tra le molte migliaia di dirigenti pubblici mondiali che si occupano di energia e ambiente, che avrebbero potuto rispondermi e invitarmi a un confronto costruttivo.

Io credo che gli enti scientifici pubblici italiani e mondiali abbiano avuto il merito di farmi arrabbiare ignorando le depurazioni interattive, facendomi alzare la posta in gioco, come un giocatore di azzardo che si gioca tutto, fino a prospettare il cambiamento rapido e positivo dell’intero sviluppo mondiale che non avrei mai osato pensare se avessero avuto un atteggiamento più collaborativo.

Se riflettiamo bene, tutte conoscenze scientifiche attuali sono mono disciplinati, a parte le teorie della relatività di Albert Einstein, specifica e generale, che hanno iniziato a chiarire la complessa multidisciplinarità scientifica dell’universo, che ha aperto la mente anche ad altri scienziati importanti come Stephen Hawking. Tuttavia sul pianeta Terra i fenomeni scientifici universali arrivano filtrati dall’atmosfera che ci circonda e noi avremmo potuto fare le invenzioni giuste interattive terrestri, anche senza conoscere i misteri dell’universo. Anche se nessuno si forre accorto che la Terra gira intorno al sole. Sarebbe bastato sfruttare il fenomeno della gravità, sull’elettromagnetismo, anche senza comprenderne la provenienza. Per una strana circostanza le conoscenze extraterrestri, invece di aiutarci a risolvere i problemi terrestri, hanno distratto l’intera scienza mondiale, che non si è accorta che l’energia primaria terrestre, non è termica, né nucleare, ma semplicemente fluidodinamica. L’unica forza esterna che ci serve sul pianeta Terra è la forza gravitazionale. Per una stranissima circostanza, la scienza terrestre ha scelto la tortuosa, inquinante e anti economica energia termica per produrre la forza concentrata in un cilindro che è dovuta alla pressione per la portata per la densità del fluido che lo attraversa.  Questo è stato il più grosso errore della storia dell’umanità perché il calore non produce la spinta direttamente, ma la produce attraverso i gas di combustione, oppure il vapore, che sono dei gas che hanno una densità quasi mille volte inferiore alla semplicissima acqua, che circolando nello stesso cilindro alla stessa velocità del gas o del vapore produrrebbe un’energia quasi mille volte superiore.  Questo concetto, soprattutto gli economisti dovrebbero comprenderlo, mentre gli ambientalisti avrebbero dovuto comprendere che è stato inutile inquinare l’ambiente con il carbone il petrolio o il gas per produrre il calore perché non è necessario per produrre energia sul pianeta terra. Tuttavia, anche gli ambientalisti non comprendono l’energia primaria interattiva.

Il sottoscritto, ha dimostrato solo virtualmente perché non ha mai avuto un solo euro di finanziamento che per produrre energia non è necessario dividere l’atomo, è sufficiente dividere ermeticamente l’alimentazione delle pompe centrifughe in due o più parti fin dentro alla girante in rotazione e alimentare una delle parti  nella direzione della forza gravitazionale con l’acqua scaricata  da una turbina, dopo che questa ha prodotto energia elettrica, per inserirla nella stessa girante che ricicla l’acqua pressurizzata  da una autoclave, che la espelle per il principio dell’impenetrabilità dei corpi, con la pressione dell’autoclave, per produrre un ciclo energetico, non chiuso, ma aperto, che  si può ripetere all’infinito circolando a senso unico, senza la fasi di espansione e compressione dei cilindri o pistoni a gas o vapore, che ovviamente, hanno bassi rendimenti perché assorbono energia nella fase di compressione e la cedono in quella di espansione. Con la fluidodinamica a senso unico, tutto diventa più semplice e logico perché si produce energia con un flusso continuo fluidodinamico attraverso il generatore di corrente proporzionalmente alla portate e pressioni che attraversano la turbina. Ma contemporaneamente si ossigena l’acqua per il principio di Henry, sempre proporzionalmente alla pressione e la portata dell’acqua che attraversa l’autoclave, con costi economici quasi impercettibili, dovuti solo alla quantità di aria che si dissolve nell’acqua perché la pressione è sfruttata staticamente. 

Dal 1987 al 2005, Io ho partecipato in Tunisia alla realizzazione di diversi impianti di depurazione e di estrazione di acqua e sollevamento dal fiume Medjerdah, finanziati dalla Banca Mondiale, certamente utili, ma non innovativi. Ho partecipato anche a realizzare pozzi di estrazione acqua in Puglia, dove l’acqua è stata trovata a cinquecento metri di profondità. In entrambi i casi,  io penso che  sarebbe stato meglio sperimentare  il seguente impianto che io ho depositato come brevetto negli anni successivi: desalinizzatori- demineralizzatori verticali a scambio ionico con produzione di energia idroelettrica. https://www.spawhe.eu/it/desalinizzatori-demineralizzatori-verticali-a-scambio-ionico-con-produzione-di-energia-idroelettrica/. Infatti, io ritengo che gli attuali dissalatori non siano sostenibili perché quelli a membrana hanno una manutenzione troppo costosa e quelli con resine di scambio ionico disperdono troppe resine. Inoltre, consumano troppa energia. Purtroppo, con i governi che non governano, gli inventori dovrebbero essere tutti i miliardari, ma se diventano imprenditori non possono produrre altre idee e nemmeno possono migliorare le idee precedenti se non ammortizzano prima i soldi investiti su idee non approfondite sufficientemente.

E’ vergognoso che  gli inventori privati  siano  costretti  a scrivere le loro soluzioni in cento modi diversi perché nessuno le comprende e siano stati lasciati soli dalle istituzioni nazionali e dalle opposizioni contro lo strapotere delle multinazionali e degli stessi enti pubblici che vogliono continuare a usare gli stessi depuratori e dissalatori,  produrre le attuali energie termiche, nucleari e anche rinnovabili, che valgono pochissimo di fronte a quelle interattive, non solo per  gli aspetti depurativi dell’ambiente, ma anche economici, quando il mondo intero si accinge a spendere alcune migliaia di miliardi di  dollari o euro per creare delle alterative di sviluppo a quelle attuali, messe in crisi da un piccolissimo virus che si sta mostrando più furbo dell’intera scienza mondiale. 

 Cordiali saluti

Luigi Antonio Pezone