Integriamo i principi della conservazione dell’energia per correggere i gravi errori della scienza.

Integriamo i principi della conservazione dell’energia per correggere i gravi errori della scienza.

 (Decima lettera aperta alle Corti di Giustizia internazionali, seconda al segretario generale delle Nazioni Unite)

RIASSUNTO

La scienza ha stabilito che il moto perpetuo non esiste. Avrebbe dovuto anche asserire che l’esistenza del moto perpetuo, comunque, sarebbe inutile perché non consumerebbe e non produrrebbe energia. Invece, negli impianti idraulici, modificando soltanto il modo di alimentare le pompe si può aggirare la forza gravitazionale e la pressione idrostatica. Pertanto, creare impianti che vanno molto oltre il moto perpetuo, producendo energia in una turbina idraulica, decine o centinaia di volte superiore a quella consumata dalla pompa centrifuga, a patto che questa sia realizzata con la doppia alimentazione separata fino alla girante. Con gli impianti e con le pompe progettati correttamente l’energia si moltiplicherebbe a per l’effetto congiunto di Pascal e Torricelli proporzionalmente alla pressione idrostatica dell’impianto e si moltiplica anche l’effetto depurativo sull’acqua circolante, per effetto della legge di Henry. Le suddette pompe devono soltanto girare come normali pompe di circolazione per vincere lo stato di inerzia con una bassissima prevalenza, come in un impianto chiuso. Non devono sfidare né le pressioni idrostatiche che non si oppone all’energie cinetica sviluppata internamente, né devono vincere le forze gravitazionali per attraversare l’impianto, poiché le pompe con la doppia alimentazione separate fino alla girante, hanno il potere di collegare un impianto aperto che produce energia a uno chiuso che ricicla continuamente l’acqua all’interno del volume accumulato. Pertanto l’acqua che ha prodotto l’energia elettrica nella turbina, attraverso la seconda alimentazione della pompa, si inserisce di nuovo nel volume del circuito di riciclo chiuso, come se non fosse mai uscita dal serbatoio pressurizzato. Ovviamente, questi impianti, con le pressioni adeguate possono sostituire tutti i motori termici, le centrali termiche e quelle nucleari senza utilizzare  combustibili fossili, chimici o metalli radioattivi, producendo potenze non inferiori, poiché l’aria compressa non ha limiti di compressione e l’acqua  che non si comprime e che ha una densità ottocento volte superiore può circolare a senso unico nell’impianto spinta dalla pressione dell’aria, recuperata dopo la turbina e reinserita nel circuito dalla pompa di riciclo con la doppia alimentazione in un ciclo infinito. Questo sistema consuma soltanto l’usura dell’impianto, pertanto non è moto perpetuo, ma ha un altissimo rendimento sfruttando la materia prima fornita gratis dalla natura, principi fisici legiferati nel XVI secolo e le tecnologie attuali, non del tutto sviluppate, mancando proprio il suddetto circuito che il sottoscritto ha sviluppato in diverse versioni. Il principio sul quale funzionano questi impianti è il seguente: due volumi di acqua non possono occupare lo stessa spazio nello stesso tempo, con la stessa pressione. Se inseriamo acqua in eccesso in un circuito di riciclo di un serbatoio pieno pressurizzato con l’aria compressa o alla pressione atmosferica, tale acqua viene immediatamente espulsa dal troppo pieno o da una valvola di sicurezza con la forza della pressione idrostatica dovuta all’atmosfera o all’aria compressa. Se raggiungiamo un equilibrio tra l’acqua che entra e quella che esce dal serbatoio, il livello nel serbatoio pressurizzato non varia, pertanto non varia nemmeno il volume di aria contenuto e la pressione dello stesso. Tuttavia l’acqua continua a uscire con la pressione statica dell’impianto, che è molto superiore alla prevalenza della pompa che l’ha inserita nel circuito, avendo utilizzato l’unico punto in cui l’acqua può entrare in bassa pressione che è il centro della girante, ma dopo aver equilibrato le pressioni con l’altra alimentazione, che oggi non esiste.  Questo significa che la pressione dell’aria (Pascal) imprime all’acqua la velocità di uscita che attraversa la turbina (Torricelli) e che la pompa con la doppia alimentazione separata, deve soltanto riempire il vuoto creato nell’impianto dall’acqua che esce istante per istante.  Infatti, se l’acqua non esce dal circuito (per essere consumata o produrre energia elettrica) la pompa di riciclo con la doppia alimentazione separata, essendo in bassa prevalenza non ha la forza sufficiente a far entrare l’acqua, dovendo vincere in tale caso anche la pressione dell’aria. Non aver modificato le pompe e non aver realizzato i circuiti collegati, che si potevano fare all’inizio dell’era industriale è stato il più grosso errore della scienza mondiale. Ha prodotto più danni all’umanità e all’ambiente delle guerre mondiali e delle mafie. Oggi, il debito pubblico dei paesi industrializzati è diventato insopportabile a causa di tutti gli impianti energetici e depurativi sbagliati, mentre le multinazionali più importanti devono cambiare la produzione dei prodotti principali (auto, camion, aerei, treni, navi, mezzi, agricoli, pompe, turbine) Non servono metanodotti e gas dotti se l’energia la estraiamo con costi centinaia di volte inferiori, comodamente, dovunque ci troviamo quando ci serve. Anche al polo Nord. E’ ovvio che la scienza, le autorità mondiali dell’ambiente e dell’energia, l’industria mondiale dei trasporti terrestri, marini e aerospaziali, insieme ai costruttori delle pompe e dei motori di tutti i tipi, dei pannelli solari e pale eoliche, fanno finta di non comprendere. Quelli che non comprendono veramente sono i politici, gli economisti, i legislatori, i giudici, che non sanno quale sia la fonte reale della ricchezza, del debito pubblico, dell’inquinamento, che vivono e gestiscono quotidianamente. Pertanto, continuano a fare le loro campagne elettorali, programmazioni economiche, leggi e sentenze, senza conoscere i reali retroscena, che nessuno va a raccontare ai convegni internazionali. Fino a quando dobbiamo assistere a trionfo del machiavellismo che non è altro che ignoranza scientifica, industriale, politica, economica? Dove sono le NAZIONI UNITE e la giustizia internazionale che dovrebbero vigilare?  Nelle grandi aziende industriali è stato dimostrato che l’organizzazione scientifica del lavoro non commette errori: serve a selezionare le migliori soluzioni in tutti i settori della produzione. Perché non è stata applicata globalmente anche per le depurazioni e le produzioni energetiche? Non è un caso che il sottoscritto abbia vissuto metà della vita lavorativa ad apprendere l’organizzazione del lavoro industriale, l’altra metà a conoscere gli impianti ambientali ed energetici pubblici, per poterli correggere da pensionato proprio attraverso lo studio dell’organizzazione del lavoro. Non si può migliorare quello che non si conosce. Sono andato oltre gli obiettivi previsti cambiando anche i sistemi industriali. I quali, senza le esperienze ambientali non avrebbero mai potuto razionalizzare ed economizzare il sistema dei trasporti mondiali.  Avrebbero continuato proporre soluzioni commerciali antieconomiche e inaccessibili per i meno abbienti. Le autorità mondiali e le multinazionali si stanno rendendo ridicole con i loro silenzi, insieme alla scienza che continua a lavorare a compartimenti stagni e alle Nazioni Unite che organizzano i vertici COP tra i centonovanta sei stati sovrani per il ridurre le emissioni di CO2, che il sistema SPAWHE ha già superato da molto tempo. Adesso si preoccupa di più dei cataclismi naturali che potrebbero trasformare il pianeta Terra come Marte.  Solo mezzi di trasporto terrestri e spaziali con un’energia inesauribile che si può bere mangiare e respirare ci potranno salvare. E’ tutto scritto su https://www.spawhe.eu. Ma su questo articolo mi soffermo soprattutto sulla travagliata storia di silenzi e boicottaggi locali e mondiali, che sta avendo l’energia della salvezza che propongo.    

L’EVOLUZIONE DELLA SCIENZA DEL MOTO E DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA è avvenuta in modo spontaneo per soddisfare le esigenze dell’uomo, partendo dalla meccanica, utile per moltiplicare la forza; la termodinamica, utile per difendersi dal freddo, forgiare i materiali ferrosi, l’elettromagnetismo, utile per produrre e consumare energia elettrica. Solo marginalmente sono entrati nella produzione di energia i concetti della fluido dinamica più semplici da comprendere, che hanno prodotto energia senza sviluppare calore: l’energia idroelettrica con il salto idraulico e l’energia eolica. Ma queste due energie sono ingombranti e con bassi rendimenti, poiché non c’è stata una ricerca approfondita dei principi fisici che avrebbero portato, almeno per l’energia idroelettrica, a quella con il riciclo dell’acqua e a quella pressurizzata con aria compressa, che è una energia potente, sostenibile e di piccolo ingombro, senza le contro indicazioni dell’energia termica e di quella nucleare, ma addirittura, protettiva dell’ambiente.

Infatti, non si può dire perfetta l’energia termica che nelle centrali termoelettriche emette emissioni di gas nell’atmosfera e calore nelle acque di raffreddamento, mentre nelle versioni mobili, soltanto emissioni di gas più o meno inquinanti. Secondo una ricerca condotta da Navigant, azienda che si occupa di analisi a livello globale, nel 2035 potremmo dunque superare i 2 miliardi di veicoli in tutto il mondo, ma solo il 2,5% del volume totale delle automobili saranno elettriche, l’8% saranno veicoli ibridi o a gas e il resto, ossia la maggior parte, continueranno ad essere a benzina o diesel.

Non si può considerare perfetta l’energia nucleare che nelle versioni fisse emette calore nelle acque di raffreddamento e radioattività nelle scorie. Mentre nelle versioni mobili non si può realizzare. Non si possono considerare perfette l’energia solare ed eoliche, essendo discontinue e non essendo realizzabili nelle versioni mobili con potenze sufficienti a produrre il moto dei veicoli di grande potenza. Non si possono considerare perfette tutte le energie a pagamento che hanno bisogno di una rete di distribuzione che può venire meno nel momento di maggior bisogno di energia: in caso di grandi calamità naturali o prodotte dall’uomo.  In quest’ultimo caso gli attuali mezzi di trasporto saranno soltanto di intralcio ai mezzi di soccorso e a quelli che in qualche modo saranno riusciti a costruire mezzi di trasporto con l’idroelettrico compresso, che non ha nulla che vedere con le auto ad aria compressa, che una volta consumata l’aria compressa saranno d’intralcio al traffico come le auto a batteria elettriche.

Alla luce della storia industriale avvenuta, possiamo dire che Le uniche energie che non sono state esplorate sono le energia con il riciclo dell’acqua alla pressione atmosferica e pressurizzata in autoclave, le quali sono anche energie interattive, in quanto dissolvono l’ossigeno nell’acqua, depurando le acque inquinate e rendendo ancora più pure quelle potabili.  Questo è successo per delle errate interpretazioni dei principi della conservazione dell’energia che hanno fatto più danni all’ambiente, agli uomini e all’economia delle mafie, delle guerre e delle bombe atomiche. Queste interpretazioni sbagliate solo con le parole e i ragionamenti sono difficili da sfatare, ma basterebbero dei semplicissimi prototipi da poche migliaia di euro per dimostrarlo anche praticamente. Nessuno tira fuori questi pochi spiccioli perché soprattutto la scienza si vergogna di ammettere l’errore.   Gli unici che dicono apertamente di non credere alle energie idroelettriche con il riciclo dell’acqua con o senza aria compressa, sono gli esaminatori dei brevetti nazionali europei e internazionali, i quali non trovando applicazioni similari nella banca dati mondiale dei brevetti depositati, si autoconvincono che queste energie non possono essere prodotte industrialmente, avendo imparato a memoria, nelle scuole, che l’energia non si può creare dal nulla.  Per loro l’acqua, l’aria e le forze gravitazionali sono il nulla. Questo ha portato il mondo all’anarchia scientifica e al potere l’economia insostenibile.

 LA TRAVAGLIATA STORIA DELL’ENERGIA IDROELETTRICA COMPRESSA, detta anche ENERGIA DI SOPRAVVIVENZA.

La ricerca di questa energia ha dovuto aspettare che il sottoscritto andasse in pensione, perché nessuno lo avrebbe pagato per cercarla. Ma non è nata subito, perché prima il sottoscritto, si è impegnato per otto anni a realizzare i sistemi di depurazione globale, che depurando acqua e aria insieme neutralizzano anche il CO2  (producendo carbonati nelle acque di scarico e piovane urbane)  e gran parte delle polveri sottili. Tuttavia, ancora oggi nessuna autorità mondiale ha investito un solo euro o dollaro nella pulizia seria dell’energia fossile, dove i brevetti nazionali e internazionale che mi sono stati concessi non hanno trovato interlocutori.  Basti ricordare il documento pubblicato https://www.spawhe.eu/european-environmental-competition/, dove il sottoscritto protesta che La commissione Europea che indice una gara per risolvere una piccola parte dei problemi ambientali urbani spendendo € 3,000,000 solo per realizzare la gara, senza prendere in considerazione quattro brevetti internazionali del sottoscritto, che affrontavano i problemi dell’inquinamento  urbano in modo più completo e senza rispondere nemmeno alla lettera  aperta pubblicata. 

Come possono le autorità mondiali, tramite la WIPO (World Property Intellectual Organization) pretendere le tasse di deposito e mantenimento dei brevetti dagli inventori, come se fossero degli imprenditori, se nessuna autorità mondiale li ha presi in considerazione per pulire l’energia fossile? La stessa cosa sta succedendo con il welling artificiale e l’energia idroelettrica con il riciclo dell’acqua che addirittura è accusata di violare i principi della conservazione dell’energia, non dalla scienza ufficiale, che tace e si nasconde, ma dagli uffici brevetti italiano ed europeo.  E’ necessario chiarire alcuni aspetti su tali argomenti e non si può fare se la scienza, i giudici internazionali e l’Organizzazione delle Nazioni Unite non si assumono le loro responsabilità di fronte alla popolazione mondiale. 

Il primo principio della termodinamica è il principio fondamentale della conservazione dell’energia, da cui trae spunto il termine di bilancio energetico, che parte da due concetti: 

 L’energia non si genera. (ΔEG = 0); L’energia non si distrugge. (ΔED = 0); Ma questo vale in un sistema isolato, ovvero senza flussi di energia che vengono dall’esterno.

Nelle energie rinnovabili: solare, eolica, idroelettrica, l’energia è prelevata dall’esterno del sistema. Lo stesso vale per l’energia idroelettrica compressa, dove la pressione dell’aria compressa è dovuta a una fonte esterna aria e da un compressore che la comprime. Anche la forza gravitazionale è una forza esterna.

Il secondo principio della termodinamica afferma che mentre è possibile trasformare tutto il lavoro in calore, non è possibile trasformare tutto il calore in lavoro. Questo determina il rendimento dell’impianto, soprattutto se sfrutta un combustibile a pagamento. Nell’energia idroelettrica compressa non si paga la fonte energetica che sono l’acqua e l’aria che si riciclano continuamente. Non c’è produzione di calore, quindi i principi della termodinamica non sono rilevanti. Si può parlare soltanto di rapporto di guadagno tra l’energia prodotta e da quella consumata dello stesso sistema, non in un circuito chiuso ma aperto che ha il vantaggio di utilizzare una fonte energetica esterna infinita che non costa niente.

I principi della dinamica di Newton, invece, sono stati stabiliti nell’ambiente atmosferico. Sono parzialmente validi nell’acqua, dove possono intervenire perturbazioni di moto vario. E con l’abbinamento dell’aria compressa in un’autoclave, le condizioni di funzionamento variano ulteriormente, in funzione di molti fattori che dipendono dal modo in cui si realizza l’impianto, dalla direzione del flusso dell’acqua, dal modo in cui si utilizza la pressione dell’aria compressa. Poiché, il sottoscritto ha modificato anche le pompe, realizzandole con la doppia alimentazione separata fino alla girante, come è giusto che siano realizzate, per non sprecare risorse idriche ed energetiche, tutto deve essere rifatto di nuovo per determinare con precisione i rendimenti. Anche se è già chiaro che i vantaggi saranno immensi. 

Dei principi della chimica si cita soltanto la “legge della conservazione della massa” di Antoine Lavoisier (1774): “ la massa dei prodotti dei reagenti è sempre uguale alla massa dei prodotti di reazione, ovvero in una reazione chimica la massa si conserva”.

Alla luce delle esperienze vissute e pubblicate dal sottoscritto, per rispettare i principi della conservazione dell’energia si dovrebbero rispettare le seguenti regole:

1) prima di aprire un ciclo energetico termico, chimico, biologico, atomico, che comportano l’apertura e la necessaria chiusura di cicli collaterali, è necessario verificare la possibilità di usare un ciclo a freddo prevalentemente fisico tra l’acqua e l’aria.

2) se si utilizzarono cicli termici, chimici, biologici, atomici, alla fine del processo devono essere tutti chiusi perfettamente (sappiamo benissimo che questo non avviene né alle uscite delle ciminiere e dei tubi di scarico dei mezzi di trasporto, né all’uscita delle acque di scarico, né all’uscita dei fanghi e delle scorie radioattive.)

3) Se si utilizzano cicli energetici fisici dell’acqua e dell’aria, questi devono essere utilizzati con la massima efficienza, riciclando l’acqua e utilizzando staticamente la pressione dell’aria. Poiché, ogni espansione dell’aria compressa comporta una successiva compressione e pertanto un assorbimento di energia. Mentre il riciclo dell’acqua incomprimibile, a volume costante di acqua e aria, comporta solo il consumo energetico di una pompa di circolazione che non deve vincere le pressioni idrostatiche dell’acqua e di compressioni dell’aria. 

4) I cicli energetici fisici dell’acqua e dell’aria, nell’ambiente terrestre si possono realizzare soltanto con l’impiego di pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante che hanno il potere di collegare un circuito aperto che sfrutta il salto di pressione e di energia cinetica in una turbina per il principio di Torricelli, e un circuito chiuso che ricicla l’acqua all’interno di un serbatoio pressurizzato reintegrando per mezzo della seconda alimentazione della pompa  la stessa quantità di acqua che alimenta la turbina.  Pertanto il circuito completo è un circuito ibrido aperto – chiuso, che produce energia con il circuito aperto della turbina alimentato dalla pressione dell’aria compressa che non si può espandere ma esercita la sua pressione in tutte le direzioni (Pascal), costringendo l’acqua ad alimentare la turbina, ma consuma l’energia di un circuito chiuso poiché l’acqua rientra attraverso la seconda alimentazione della pompa di riciclo.

5) nei circuiti energetici concepiti in questo modo non dobbiamo dimenticare l’effetto collaterale del principio di Henry che fornisce ossigeno senza costi energetici all’acqua ogni volta che attraversa il serbatoio pressurizzato. Questo è utile per depurare tutte le acque di scarico agricole urbane e industriali che non passano attraverso i depuratori.

6) nei circuiti energetici concepiti in questo modo possiamo ridurre la produzione di energia deviando parte dell’acqua all’esterna della turbina sollevandola in canali di scolo in caso di pericoli di alluvione senza creare apposite opere energetiche o di sollevamento delle acque.

Nessuno di questi sei concetti fondamentatagli, non solo per la conservazione dell’energia, ma anche per le depurazioni, la prevenzione dei disastri delle siccità e delle alluvioni, e le produzioni energetiche sostenibili sono scritti in nessun testo universitario mondiale.

Il mondo non può lasciare sprovveduti esaminatori di brevetti, con cognizioni scolastiche insufficienti, ad affrontare problemi sfuggiti alla scienza mondiale fin dall’avvento dell’era industriale. Non può nemmeno lasciare gli inventori privati nell’isolamento totale a bussare alle porte chiuse dalla ricerca pubblica che vende brevetti all’’industria privata con la complicità dei legislatori.

Nella produzione di energia idroelettrica compressa, che nell’articolo precedente ho chiamato “energia della sopravvivenza”https://www.spawhe.eu/le-civilta-perdute-il-pensiero-di-einstein-e-l-energia-di-sopravvivenza/, dobbiamo verificare istante per istante i singoli principi legiferati siano rispettati e questo lo possiamo fare realizzando mentalmente degli algoritmi che stabiliscono istante per istante  per istante  quello che succede nei vari punti degli impianti a livello di energia cinetica e di pressione.  Questi stessi ragionamenti li hanno fatti un secolo fa anche gli inventori dei motori termici, che sono molto più complessi di quelli idroelettrici che si limitano sfruttare staticamente la pressione dell’aria (senza consumarla) e facendo circolare soltanto l’acqua a senso unico, grazie all’invenzione della pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante, che funziona con una piccola prevalenza, come una pompa di riciclo. 

La storia di questa energia, come i sistemi depurativi globali non realizzati, è una lunga battaglia con gli uffici brevetti Italiano, Europeo e Mondiale, che si arrogano il diritto di giudicare i brevetti anche dal punto di vista scientifico con affermazioni superficiali che non entrano nel merito delle soluzioni. Mentre la scienza pubblica finge che il problema non e di sua competenza e la giustizia continua a tacere.  Gli inventori privati senza mezzi economici non possono combattere anche battaglie legali, soprattutto se depositano brevetti di pubblica utilità mondiale, non rivendicano la proprietà industriale. Deve essere sufficiente il deposito di brevetto in una sede qualsiasi degli uffici mondiali aderenti alla WIPO a far valere i diritti di autore, nel caso in cui le invenzioni si rilevano esatte, a prescindere dalle opinioni degli uffici brevetti e dai ricorsi legali che non ha potuto sostenere per motivi economici o altri errori formali, che non centrano nulla con il valore tecnico e scientifico dell’invenzione, una volta accertato. 

Gli inventori addomesticati pubblici e privati, dei centri di potere non avrebbero mai trovato le energie interattiva e della salvezza. Lo prova il fatto che sono le uniche che nessuno ha mai sperimentato per rincorrere brevetti di energie commerciali. Gli inventori addomesticati non hanno nessuna idea di come si progetta veramente per l’ambiente, perché non esistono scuole di formazione. Posso testimoniarlo personalmente, avendo una figlia laureata in scienze ambientali e in chimica con il massimo dei voti, alla quale non è stato insegnato nulla delle esperienze vissute dal vivo dal sottoscritto. E’ stato un caso che un progettista ambientale abbia trovato queste energie perché il suo compito era solo quello di chiudere i cicli che vedeva lasciati aperti dai progettisti pubblici e privati. Perché i legislatori mondiali hanno consentito alle aziende pubbliche e private di non chiudere i cicli che aprono? I legislatori non possono saperlo, oppure non vogliono saperlo? Non ci vuole molto a comprendere che i fumi che escono da una ciminiera o da un tubo di scarico, anche se contenessero soltanto il CO2, sono un’alterazione non sanabile allo stato dell’ambiente di partenza. Ma nessun legislatore e nessun giudice ha mai imposto ai governi la realizzazione elle ciminiere brevettate dal sottoscritto che catturerebbero i fumi e li depurerebbero nel sottosuolo insieme all’acqua e in serre calcaree, per chiudere correttamente il ciclo del carbonio, almeno negli impianti fissi urbani e industriali. E’ ovvio che se questo non è stato negli impianti fissi pubblici mondiali non poteva essere fatto nemmeno negli impianti privati, perché chiudere il ciclo del carbonio comporta maggiori costi, una progettazione più completa e maggiori spazi necessari. Quindi, se il ciclo del carbonio non è mai stato chiuso, non è stato per l’assenza di conoscenze scientifiche, ma a precise scelte politiche, economiche e ambientali. E  dopo che il sottoscritto ha proposto le soluzioni a livello nazionale ed europeo negli uffici brevetti dello sviluppo economico e a livello internazionale presso la WIPO che è un organismo delle Nazioni Unite,  e dopo che le ha lanciate nel web, nessuno degli   addetti ai lavori poteva non sapere che il ciclo del carbonio si può chiudere soltanto proporzionando gli impianti alla quantità di inquinamento prodotto e alla quantità di acqua e materiale calcareo necessari per chiudere i cicli a freddo.  Ovviamente, tutti gli impianti termici mondiali non sono stati dimensionati in base a queste considerazioni abbastanza elementari. Chi ha progettato tali impianti, se non gli scienziati pubblici mondiali? Se nessuno ha informato i giudici e i legislatori, mi permetto di spiegare il problema con un altro esempio, oltre quelli già forniti e pubblicati. Progettare per l’ambiente e l’energia non è diverso da quello che fanno i programmatori informatici: eseguire mentalmente degli algoritmi, che consentono di seguire istante per istante i flussi dei fluidi che circolano negli impianti. Come nell’informatica, i passi dell’algoritmo devono essere elementari e non interpretabili diversamente (ambiguità). L’algoritmo deve per forza essere svolto in un certo numero di specifici passi e, allo stesso tempo, deve richiedere in ingresso soltanto una determinata quantità di dati (finitezza); l’esecuzione dell’algoritmo deve terminare entro un certo periodo di tempo (terminazione); l’esecuzione dell’algoritmo deve portare ad un risultato univoco (effettività); ogni passo dell’algoritmo deve essere ben stabilito (determinismo).

I principi della conservazione dell’energia non centrano niente con la sequenza delle istruzioni date alle valvole di intercettazione dei flussi, alle pompe, ai compressori, alle turbine, alternatori e motori elettrici. Il fluido, che sia acqua o aria, deve rispondere a precise leggi elementari della fisica. Non si può asserire a priori che un sistema senza combustione e reazioni chimiche non possa produrre energia. Quando si apre una valvola il fluido passa dal lato con pressione maggiore a quello con minore pressione, circolando in una turbina consuma l’energia cinetica o di pressione ed esce con una piccola pressione residua alla pressione atmosferica (quindi non siamo mai in un circuito chiuso). Il ragionamento algoritmico comporta al progettista di trovare la soluzione affinché nello stesso instante in cui l’acqua attraversa la turbina non si abbassi la pressione di ingresso e non diminuisca la portata di acqua. Quali sono le condizioni affinché si possa verificare la sequenza algoritmica richiesta dal sistema? E necessario modificare la pompa di alimentazione e il modo di far circolare l’acqua di un ’autoclave sotto al cuscino di aria, il quale non si deve espandere, perché se si espande diminuisce la pressione esercitata nella turbina e nello stesso tempo, richiede un assorbimento di energia per ripristinare la pressione da parte del compressore. La sequenza algoritmica più logica è quella di far entrare istante per istante nell’autoclave la stessa quantità di acqua che scarica la turbina. La soluzione ideale è quella di far entrare nella girante della pompa un secondo flusso separato di acqua in bassa pressione e creare un riciclo interno al serbatoio dell’autoclave, in modo che quest’acqua esterna entri nel punto in cui si crea la maggiore depressione (in un quarto o due quarti di settori al centro della girante) e si inserisca nel flusso già equilibrato dalla pressione di entrata e uscita dalla pompa durante la rotazione della girante. E’ ovvio che questo sistema non disturba i principi della conservazione dell’energia ma li utilizza al massimo, consentendo a principio di Pascal di agire dinamicamente nella girante della pompa stessa e staticamente nel cuscino di aria che alimenta la turbina. Poiché l’acqua entra nel circuito con la semplice pressione atmosferica come in tutte le pompe esistenti al mondo, non violiamo nessun principio fisico e meccanico. Le pompe centrifughe sono già progettare per svolgere questa funzione, ma inserendosi tale flusso di acqua in un altro flusso già esistente che va nella stessa direzione, non c’è nessuna possibilità che tale sistema non possa funzionare. Inoltre una pompa di circolazione non è una pompa di sollevamento dell’acqua: Lavora con una bassa prevalenza di pochi metri di colonna d’acqua che non c’entra niente con la pressione del cuscino di aria dell’autoclave. Pertanto le condizioni imposte dall’algoritmo sono perfettamente verificate. Nel serbatoio autoclave entra esattamente l’acqua che esce dalla turbina perché la pompa di circolazione non ha la prevalenza per farne entrare di più. Infatti se si chiude la valvola che alimenta la turbina nel serbatoio non può entrare nemmeno una goccia di acqua dell’esterno. Questo significa che chi asserisce che la turbina non può produrre più energia di quella che fornisce la pompa, nonostante sia stato spiegato chiaramente, non può giudicare il lavoro degli inventori. La pompa lavora in un circuito chiuso con bassa prevalenza, mentre la turbina lavora in un circuito aperto alimentato all’infinito dal cuscino di aria senza la pressione della pompa che fornisce solo l’acqua.        

IL PRIMO RIFIUTO DI COMPRENDERE L’ENERGIA IDROELETTRICA CON Il RICICLO DELL’ACQUA è avvenuto con il protocollo n. 77232 del 26 /05 2015 dell’ufficio brevetti Italiano nei confronti del deposito di brevetto n. 102149022298581 del 06/10/2014 dal titolo “Impianti idroelettrici sommersi per la produzione di energia, ossigenazione dei fondali e welling artificiale”, dove mi trasmettono il rapporto di ricerca dell’ufficio brevetti europeo. Il quale asserisce: 

 Nella presente domanda vi è una fondamentale insufficienza spiegazione nel senso che l’invenzione rivendicata non può essere compresa da una persona esperta nell’arte. La presente domanda, per quanto può essere compresa dalla formulazione poco chiara delle rivendicazioni, riguarda un impianto idroelettrico comprendente una pompa e una turbina sistemato in un tubo verticale immerso in acqua, per cui la pompa alimenta la turbina per produrre energia. In particolare, la presunta centrale idroelettrica non sfrutta alcuna onda o correnti di acqua o di energia (vedi pagina 1 della descrizione), ma è piuttosto pensato per utilizzare l’altezza idraulica nel tubo verticale che, con l’aiuto della pompa, manterrebbe a flusso d’acqua verso la turbina. Secondo la descrizione l’impianto sarebbe capace di sfruttare la più grande fonte di energia del pianeta, pulita e infinita, quella nessuno ha mai pensato di usare (vedi pagina 1, ultimo paragrafo). Inoltre, la descrizione indica che l’attuale centrale idroelettrica sarebbe presumibilmente capace di produrre una produzione netta di energia; questo risulterebbe dalla differenza positiva tra l’energia ottenibile alla turbina e l’energia necessaria per il funzionamento la pompa per trasferire l’acqua verso il basso, tenendo conto anche di tutti perdite inevitabili (vedere la descrizione, ad esempio l’ultimo paragrafo della pagina 3 e il paragrafo compreso tra le pagine 7 e 8). Tuttavia, ciò sarebbe chiaramente impossibile perché implicherebbe che, in modo costante in tutto il funzionamento dell’impianto, l’energia sarebbe creata dal nulla, come in un “perpetuum mobile “tipo macchina e quindi viola la legge di conservazione dell’energia.

Si ritiene che, in una condizione stabile di funzionamento dell’attuale impianto idroelettrico, l’energia necessaria per pompare l’acqua verso la profondità più alta e attraverso la turbina sarà maggiore dell’energia ottenuta dalla rotazione della turbina. Dove l’esecuzione di successo di un’invenzione è intrinsecamente impossibile perché sarebbe contrario alle leggi fisiche ben stabilite, come nel caso in esame, il Dove l’esecuzione di successo di un’invenzione è intrinsecamente impossibile perché sarebbe contrario alle leggi fisiche ben stabilite, come nel caso in esame, l’invenzione deve essere considerata come insufficientemente descritta. Inoltre, sebbene l’argomento definito nelle rivendicazioni possa essere industrialmente fabbricato per scopi illustrativi, non funzionerebbe nel modo presunto nel presente domanda perché ciò sarebbe contrario al ben stabilito fisico dalla legge fisica, come indicato sopra. Pertanto, anche i requisiti di applicabilità industriale non sono considerati soddisfatti. Le obiezioni sollevate sopra sono tali che sembra non esserci alcuna possibilità di superarle.

La replica del sottoscritto a tale rifiuto fu la seguente:

Con riferimento alla lettera ministeriale datata 26 / 05 / 2015. Prot. N.77232, ricevuta il 06/03/2015, la presente è intesa a fornire a Codesto Ufficio le argomentazioni del Richiedente a sostegno della brevettabilità dell’invenzione oggetto della domanda di brevetto in esame e un set di rivendicazioni modificate così come previsto dall’Art. 5 (1) del Decreto Ministeriale del 27Giugno 2008.

 Nell’opinione scritta é stata negata l’applicabilità industriale dell’invenzione, poiché, secondo gli esaminatori, l’invenzione non può essere compresa da una persona esperta del ramo. Gli esaminatori asseriscono che l’energia sarebbe creata dal nulla, come ad esempio in un “perpetuum mobile”e quindi viola la legge di conservazione dell’energia. Queste affermazioni degli esaminatori si richiamano a principi generici che sono validi solo per macchine semplici e circuiti impiantistici chiusi. Oggi la tecnologia impiantistica consente scambi energetici tra ambienti diversi e trasferimenti di energie che moltiplicano l’energia spesa in termini di prestazioni di calorie o frigorie. Non si deve parlare di rendimento ma di trasferimento energetico, poiché costa meno trasferire l’energia da una forma all’altra che produrla, ovviamente, integrandola, con le prestazioni delle macchine. Per esempio, con l’utilizzo delle pompe di calore a compressione o ad assorbimento di gas. Possiamo avere un COP (coefficient of performance) superiore a 5. Significa che per ogni Kw consumato ne producono 5 in termini di caldo o freddo. Possiamo avere anche un coefficiente GUE (gas utilization efficiency) che arriva a 1,75, significa che superano il potere calorifero inferiore del combustibile di 1,75 volte. Questi impianti sono una realtà acquisita. Chi li ha inventati sapeva benissimo che i sistemi chiusi non possono superare il cento per cento dell’energia spesa, pertanto hanno cercato e trovato soluzioni che consentono di sfruttare energie termiche esistenti nell’aria, nell’acqua e nel sottosuolo (geotermia). Questi impianti non violano i principi della conservazione dell’energia producendo più di quanto assorbano, ma al contrario, li applicano coerentemente, prelevando energie dalla rete universale che nulla crea e tutto trasforma, in un sistema aperto a tutte le trasformazioni fisiche, chimiche, biologiche. Per il sottoscritto l’esempio delle pompe di calore si può applicare anche per i grandi impianti termici, depurativi, energetici. Infatti, gli impianti che propone non sono chiusi ma collegati ad altri impianti, e altre fonti di energia fisiche chimiche biologiche, secondo l’ambiente nel quale sono realizzati. Nel caso specifico dell’energia idroelettrica sommersa, non si può non tenere conto della pressione idrostatica esistente, che facilmente può essere trasformata in energia cinetica da trasferire alle pale di una turbina che aziona un generatore di corrente. Ma Le pompe di calore dimostrano che il trasferimento di energia non è automatico. E’ necessario realizzare appositi impianti per ogni risorsa energetica che s’intende recuperare   

 Poiché il sottoscritto ha fornito anche formule e calcoli che dimostrano la validità dell’invenzione, gli esaminatori dovrebbero entrare nel merito del funzionamento dell’impianto e dei calcoli effettuati, non asserire genericamente che si violano i principi della fisica. Per il sottoscritto è vero il contrario. Questa soluzione razionalizza il modo di produrre energia, proteggendo contemporaneamente l’ambiente. Non è semplicemente neutrale.

 Il sottoscritto, che non si permette di mettere in dubbio l’esperienza nel ramo dell’idraulica degli esaminatori, ritiene che sia sfuggito quanto scritto alla fine della pagina 2 e all’inizio della pagina 3 delle domanda di brevetto: “il nostro circuito non è chiuso ma sommerso e sottoposto a un serbatoio infinito, che non ricicla la stessa acqua ma la reintegra immediatamente in qualsiasi quantità grazie al principio dei vasi comunicati, basati sulla presenza della forza di gravità, che uniforma il livello superficiale. Inoltre, essendo l’impianto intubato, l’acqua che spostiamo non può essere reintegrata dall’acqua circostante. Deve per forza essere reintegrata dall’alto, entrando dal tubo superiore, sottoposto separatamente alla pressione gravitazionale. Quindi, l’acqua che alimenta la pompa che, a sua volta alimenta la turbina, grazie all’intubazione, è separata dall’acqua circostante e può avere la propria pressione idrostatica concentrata sulle pale della girante come gli impianti terrestri e gli impianti possono essere dimensionati idraulicamente con i principi legiferati dal Bernoulli”. Questo paragrafo è molto importante ai fini della comprensione del circuito che produce energia, perché senza l’intubazione della pompa, l’impianto avrebbe prodotto soltanto un riciclo di acqua intorno alla pompa e alla turbina senza alcuna possibilità di produrre energia elettrica. Infatti, non si sarebbe creato un flusso di energia cinetica gravitazionale separato dalla massa statica dell’acqua del bacino. Questo flusso, invece, nel circuito proposto, parte dallo strato superficiale dell’acqua, s’immette nel tubo di discesa, trasformando l’energia di pressione in energia cinetica prima di entrare nella pompa, come avviene in qualsiasi impianto idraulico di sollevamento delle acque alimentato sotto battente. Per tale ragione, le formule idrauliche che derivano dal teorema di Bernoulli, nel calcolo della prevalenza di una pompa, espressa in metri di colonna d’acqua, sottraggono l’altezza geodetica del bacino di alimentazione della pompa stessa. Tale altezza geodetica (Hgeo) è definita battente positivo. Quindi, da quanto descritto, dai disegni e dai calcoli idraulici riportati come esempio di dimensionamento degli impianti, sia con la turbina in camera stagna che intubata direttamente sotto la pompa, si dimostra che il richiamo al moto perpetuo, da parte degli esaminatori è inopportuno per diverse ragioni:

1) C’è il consumo di energia elettrica da parte della pompa che genera il flusso di acqua;

2) C’è la pressione atmosferica e il battente idrostatico che partecipano ad alimentare tale flusso e a vincere le perdite di carico, secondo principi universalmente utilizzati nei calcoli delle prevalenze degli impianti e delle pompe idrauliche, che si rifanno proprio ai principi della conservazione dell’energia;

3) in un circuito idraulico elementare in vaso aperto, come nel nostro caso, la prevalenza dell’impianto, è determinata dai seguenti fattori:

A) Hgeo (m) = prevalenza geodetica: distanza tra il livello superiore dell’acqua e l’asse della pompa. Hgeo nel nostro caso, ai fini energetici, è positiva poiché la pompa è sottoposta al livello dell’acqua e pompa verso il basso.

Nota: E’ importante osservare che nelle applicazioni idrauliche note allo stato dell’arte, Hgeo positiva è sempre inferiore a Hgeo negativa, che è costituita dall’altezza geodetica del bacino di mandata. Infatti, le pompe servono, soprattutto, a sollevare le acque ai bacini di distribuzione idrica (con Hgeo negativa) che possono essere posti anche a centinaia di metri di altezza, mentre Hgeo positiva, in genere, è di pochi metri.

Tuttavia, i principi idraulici sono gli stessi e il sottoscritto non riteneva necessario approfondirli per spiegare il funzionamento della propria invenzione. Infatti, negli impianti idroelettrici sommersi, s’invertono le condizioni di funzionamento degli impianti idraulici noti. Hgeo positiva assume valori molto alti, mentre Hgeo negativa scompare completamente, essendo il livello di aspirazione e mandata uguale. Pertanto, le pompe non sono utilizzate per sollevare le acque ma per produrre energia insieme alle turbine, che da sole non possono sfruttare Hgeo positiva, avendo bisogno di energia cinetica, per far girare le pale e l’albero del generatore di corrente.

B) Pdc (m) = somma di tutte le perdite di carico dell’impianto, le quali, ai fini dell’assorbimento dell’energia di pressione sono da considerare con il segno negativo. Nel nostro caso sono rappresentate dal tubo di discesa, i pezzi speciali, le resistenze alla rotazione della turbina e la perdita di carico allo sbocco Pds.

Di conseguenza la prevalenza dell’impianto, che è uguale alla prevalenza richiesta dalla pompa” H “è uguale alla somma algebrica di: Hgeo (+) Pdc (-) Pds (-). Questo è esattamente quanto è stato fatto nei semplici calcoli idraulici riportati nella descrizione, dove è stata omessa soltanto la perdita di carico allo sbocco, considerata trascurabile e ulteriormente riducibile per mezzo di coni diffusori che riducono la velocità di uscita. E’ evidente che ponendo la pompa sotto un alto battente positivo, la prevalenza richiesta alla pompa diventa bassissime perché tutta l’energia per vincere le perdite di carico è fornita da Hgeo, mentre la pompa deve assicurare soltanto la continuità del flusso e vincere lo stato d’inerzia iniziale che certamente richiede un assorbimento di energia superiore, ma questi sono problemi già risolti dallo stato dell’arte che consente un avviamento graduale dei motori. 

Il fatto che gli esaminatori non abbiano trovato brevetti precedenti che producano energia per mezzo dell’abbinamento tra pompe e turbine, non significa che la soluzione non si possa realizzare. Se avessero trovato altre invenzioni che utilizzavano lo stesso sistema, avrebbero avuto la conferma dell’applicazione industriale ma sarebbero venuti meno i requisiti di dell’inventiva e della novità. Invece, in questa invenzione, una volta chiariti i dubbi tecnici degli esaminatori, l’applicabilità industriale del sistema è anche più evidente della novità e dell’inventiva, poiché consentirebbe la produzione di energia con bassissimi costi, non solo senza inquinare l’ambiente ma proteggendo le acque dal fenomeno dell’eutrofizzazione.

La ragione per la quale quest’invenzione non è stata ancora realizzata nonostante la sua semplicità è dovuta al fatto che era necessario mettere insieme contemporaneamente quattro intuizioni più pratiche che teoriche: 1) lo sfruttamento ai fini energetici del battente idrostatico positivo dei bacini idrici esistenti; 2) intubazione verticale del circuito; 3) capovolgimento della pompa affinché spinga l’acqua verso il basso; 4) l’alimentazione di una turbina per mezzo di una pompa, che all’attuale stato dell’arte può sembrare un controsenso. Infatti, senza la coincidenza di queste quattro intuizioni pratiche, che trovano riscontri scientifici inoppugnabili, sopra citati, non sarebbe stato possibile sconfiggere secolari tabù tecnici, che hanno impedito di produrre l’energia nel modo più semplice, economico e pulito del mondo. Senza inutili inquinamenti da parte di combustibili fossili, senza miliardari investimenti in grandi opere idrauliche per produrre inutili salti idraulici e senza finanziare energie antieconomiche, che sottraggono investimenti al benessere sociale.

Ovviamente la replica non è servita a niente, il brevetto non è stato concesso e nessuno ha verificato chi ha ragione. E’ tanto difficile comprendere che intubando dall’alto l’acqua in un grande o piccolo bacino e mettendo in serie una pompa e una turbina nella parte bassa, abbiamo le pressioni statiche equilibrate tra l’interno e l’esterno del tubo?.  Ma mettendo in funzione la pompa, all’interno dell’intero tubo verticale si sviluppa un’energia cinetica che dipende dall’intera colonna che grava sulla pompa.  La velocità dell’acqua  è rallentata dalle pale della turbina e quindi  produce energia. L’acqua esce nel fondale con una bassa velocità bassa, alla quale la pressione esterna non può opporsi poiché le pressioni statiche interne ed esterne al tubo in cui avviene la produzione di energia sono uguali. E tanto difficile comprendere  che la quantità di energia prodotta dipende dalla profondità  alla quale installiamo la pompa che pompa verso il basso, la quale non deve fornire energia ma soltanto vincere lo stato inerzia? L’energia la produce il principio di Torricelli perché la pompa vincendo lo stato d’inerzia funziona come una saracinesca che mette in collegamento una bocca di scarico sommersa alla pressione atmosferica. Se non ci fosse la turbina la velocità di uscita dell’acqua sarebbe elevatissima e tutta l’energia cinetica torricelliana si dissiperebbe in calore, invece di produrre energia elettrica. Come si fa ad asserire che questo è un circuito chiuso e che la turbina produce soltanto l’energia che fornice la pompa?  

IL SECONDO RIFIUTO DI COMPRENDERE L’ENERGIA IDROELETTRICA CON Il RICICLO DELL’ACQUA è avvenuto  nel rapporto di ricerca trasmesso con la lettera datata 06 / 06 / 2016. Prot. N.159075 relativa all’invenzione denominata “elettropompe e turbine con doppia bocca di alimentazione” n. 102015000048796 del 07 settembre 2015. In questo rapporto di ricerca l’ufficio brevetti europeo dichiara rilevanti documenti che non hanno nulla a che vedere con l’invenzione del sottoscritto e fa un sacco di rilievi di natura formali senza comprendere a che serve la mia invenzione, sebbene avessi allegato molti disegni per farlo comprendere. Ecco che cosa scrivono:

Affermazione ragionata riguardo alla novità, alla fase inventiva o all’applicabilità industriale; citazioni e spiegazioni a sostegno di tale affermazione. Si fa riferimento ai seguenti documenti:

US 2002/114694 A1 (TEPLANSZKY GEORGE .i [us]) 22 Augusr 2oo2 (2002-os-22)

US 1 927 727 A (uoi-1N BUZARD) 2o october 1991 (1931-1o-20)

Le rivendicazioni non sono chiare. Di seguito sono riportate le obiezioni più gravi sulla chiarezza. Il termine “Elettropompe e turbine” utilizzato nelle rivendicazioni lascia il lettore in dubbio se vengono richieste pompe, turbine o entrambi. Il termine “settore” utilizzato nella rivendicazione 1 non è stato introdotto. Non è chiaro, a quale caratteristica si riferisce o ha relazioni con. Forse era destinato a fare riferimento alle insenature. Il termine parti flusso d’acqua senza soluzione di continuità utilizzata nella rivendicazione 1 non è chiaro. Le affermazioni non sono chiare. Di seguito sono riportate le obiezioni più gravi sulla chiarezza. Il termine “Elettropompe e turbine” utilizzato nelle rivendicazioni lascia il lettore in dubbio se vengono richieste pompe, turbine o entrambi. Il termine “settore” utilizzato nella rivendicazione 1 non è stato introdotto. Non è chiaro, a quale caratteristica si riferisce o ha relazioni con. Forse era destinato a fare riferimento alle insenature. Il termine parti flusso d’acqua senza soluzione di continuità utilizzata nella rivendicazione 1 non è chiaro. Il termine altezza idraulica calcolata utilizzato nella rivendicazione 1 non è chiaro: nessun siffatto calcolo o una precedente definizione del valore è presente nella rivendicazione. L’espressione supera le perdite di pressione nelle turbine e nei tubi usati nella rivendicazione 1 non è chiaro. Le perdite di pressione possono essere prodotti da diversi fattori (attrito, modifica delle sezioni trasversali delle sezioni di flusso, ostacoli nel flusso, giranti). Poiché non è chiaro da quali esattamente siano stati generati le menzionate perdite di pressione, non è chiaro come tali perdite di pressione possano essere superate. 1 Inoltre, la formulazione tenta di definire l’oggetto in termini di risultato da raggiungere (superare le perdite di pressione), il che equivale semplicemente a una dichiarazione del problema di fondo, senza fornire le caratteristiche tecniche necessarie per raggiungere questo risultato. Non è chiaro se l’espressione impianti mobili che producono energia con il riciclo dell’acqua utilizzata nella rivendicazione 1 debba essere parte dello scopo protetto dal reclamo, in quanto non vi è alcuna relazione con altre caratteristiche del reclamo. Il termine che l’elettropompa è controllata da un gruppo di trifase nella fase iniziale utilizzata nella rivendicazione 1 non è chiaro poiché il termine gruppo di fase trifase y nella fase iniziale non ha un significato tecnico ben riconosciuto. Il termine che la velocità di rotazione è gestita dall’inverter durante l’esercizio “utilizzato nella rivendicazione 1 non è chiaro in quanto non è ovvio dal contesto, a cui si riferisce la” velocità di rotazione “. Si suppone che si riferisca alla pompa. Il termine “pompe multicellulari sommergibili” utilizzato nelle rivendicazioni 4 e 5 non ha un significato tecnico ben riconosciuto e l’esperto non è in grado di associare le rispettive caratteristiche. Il termine “bocca di erogazione” utilizzato nella rivendicazione 5 non ha un significato tecnico ben riconosciuto e la persona esperta non è in grado di associare le rispettive caratteristiche. A causa del numero di problemi di chiarezza sopra indicati, la rivendicazione indipendente 1 è stata interpretata con l’aiuto dei disegni e della descrizione. Tuttavia, la presente domanda non soddisfa i criteri di brevettabilità, poiché l’oggetto della rivendicazione 1, nella misura in cui tale affermazione non può essere compresa e coinvolgere un passo inventivo. 1 D1 è considerata la tecnica anteriore più vicina all’oggetto della rivendicazione 1e mostra le seguenti caratteristiche (i riferimenti tra parentesi si applicano a questo documento):

Elettropompe e turbine (paragrafi 1 e 23) con doppia entrata di alimentazione (46, figura 1) in cui le elettropompe fanno circolare acqua canalizzata (paragrafo 17); l’entrata dell’acqua da due lati avviene per mezzo di un pezzo speciale applicato esternamente (figura 1), che divide in due parti simmetriche (paragrafo 21) flusso d’acqua senza soluzione di continuità, all’interno del corpo della pompa (22), fermandosi in corrispondenza della girante e seguendo il profilo (figura 1); almeno una delle prese di aspirazione deve essere collegata a un serbatoio a pressione atmosferica (paragrafo 48). L’oggetto della rivendicazione 1 differisce quindi da questo D1 noto in quanto D1 non mostra: che ciascun settore è a sua volta diviso in quattro canali da fogli che separano il flusso che raggiungono anche la girante, anche se seguono il profilo la velocità di rotazione è gestita da un inverter durante l’esercizio Tuttavia, la suddivisione dei settori o dei tubi di ingresso in quattro canali per lamiera è un’opzione nota per il tecnico specializzato al fine di raddrizzare il flusso in tubi curvi (vedere ad esempio D2: figura 6). Il fatto che queste separazioni siano radenti alla girante sarebbe anche un’opzione; inoltre, le separazioni che si trovano vicino alla girante si limiterebbero semplicemente a sospendere il processo di miscelazione dei due afflussi prima della la girante e comporterebbero un effetto tecnico equivalente. La pressione nell’area attorno alla girante, al deflusso e ai due afflussi dipende dalla potenza istantanea della pompa. L’inverter è considerato una caratteristica standard che è considerata, se non implicita, una caratteristica ampiamente nota. Le due differenze tra la rivendicazione 1 e la D1 (inverter e settori suddivisi) sembrano quindi rappresentare semplicemente una semplice giustapposizione di caratteristiche note e non una vera combinazione che fornirebbe un’interazione funzionale tra le caratteristiche e conseguire un effetto tecnico combinato diverso da , per esempio maggiore della somma degli effetti tecnici delle caratteristiche individuali. La soluzione proposta nella rivendicazione 1 della presente domanda non può quindi essere considerata come implicante una fase inventiva. Le affermazioni dipendenti 2-7 non sembrano contenere caratteristiche aggiuntive che, in combinazione con le caratteristiche di qualsiasi reclamo a cui si riferiscono, soddisfano i requisiti della fase inventiva, le ragioni sono come le seguenti: Rivendicazioni 2 e 3: l’oggetto delle rivendicazioni si riferisce a dettagli tecnici che sembrano ovvi per l’esperto che parte da D1. Rivendicazioni 4 e 5: Per quanto riguarda le affermazioni possono essere comprese, il loro oggetto sembra ovvio per la persona esperta a partire da D1. Le domande di cui alla rivendicazione 6 sarebbero un’opzione per la persona esperta. Rivendicazione 7: Diversi angoli curvature dei tubi di afflusso non sembrano aggiungere nulla di inventivo alla presente domanda.

Da queste lunghissime osservazioni degli esaminatori, soltanto formali, che si perdono in dettagli di nessuna importanza, io penso che loro non hanno compreso che le pompe esistono già allo stato dell’arte e che il sottoscritto modifica soltanto il modo di alimentarle, facendole diventare con la doppia alimentazione separata fino alla girante.  Se funzionano le attuali pompe funzionano anche le pompe modificate. Ma questa semplice modifica, consente di realizzare anche gli impianti diversamente. Per questa ragione è una delle invenzioni più importanti della storia dell’umanità. Comunque, la mia risposta è stata la seguente:

In riferimento alla lettera ministeriale datata 06 / 06 / 2016. Prot. N.159074, ricevuta il 14/06/2016, la presente è intesa a fornire a Codesto Ufficio le argomentazioni del Richiedente a sostegno della brevettabilità dell’invenzione oggetto della domanda di brevetto in esame e un set di rivendicazioni modificate così come previsto dall’Art. 5 (1) del Decreto Ministeriale del 27Giugno 2008.

Nell’opinione scritta non è riconosciuta l’attività inventiva. Per il sottoscritto, questo mancato riconoscimento è dovuto al fatto che gli esaminatori europei si sono limitati soltanto all’esame delle rivendicazioni senza tener conto della descrizione in italiano, dei disegni e nemmeno del riassunto in lingua inglese. Infatti, tali documenti chiariscono lo scopo per il quale è nata questa invenzione, che riguarda sia le pompe che le turbine. Le pompe sono il cuore degli impianti di sollevamento idraulici e le turbine sono il cuore degli impianti di produzione de energia idroelettrica, ma tali impianti oggi sono rigorosamente separati per l’assenza di inventività nella progettazione degli impianti e delle pompe. Infatti, con l’attività inventiva si può produrre energia negli impianti che sollevano e distribuiscono le acque, modificando quello che serve, caso per caso, sia gli impianti che le pompe e le turbine.

L’inventività di un brevetto non può essere condizionata dal modo in cui si scrivono le rivendicazioni, che si pretende che descrivano solo come è fatta la macchina o l’impianto, senza tener conto del funzionamento e delle applicazioni industriali che comporta tale modifica in tutti i settori interessati.  

 Oltre tutto l’esaminatore europeo si è concentrato solo sulle parole usate nelle rivendicazioni. Definisce non chiara una parola come “bocca di mandata” della pompa, definendola non chiara agli esperti del settore.  Questa parola il sottoscritto, che è sicuramente esperto del settore idraulico la conosce da mezzo secolo. L’esaminatore, definisce non chiara la direzione dell’acqua intubata coincidente con la direzione della pressione atmosferica, perché la pressione atmosferica non ha direzione. Come si fa a fare osservazioni del genere senza comprendere che in un circuito collegato a serbatoi aperti è l’entrata e l’uscita della pressione atmosferica a determinare la direzione del flusso? Ovviamente, nei circuiti pressurizzati e che impiegano le pompe le turbine, la direzione del flusso la determina l’orientamento della mandata della pompa e l’uscita della turbina che non possono non coincidere con la direzione della pressione dinamica. Per il sottoscritto, sicuramente più esperto in circuiti idraulici dell’esaminatore, la pressione che non ha direzione è quella statica in un serbatoio chiuso senza circolazione del fluido, che non è il caso esaminato. L’esaminatore europeo riempie tre pagine di critiche di questo tipo a sette brevi rivendicazioni che occupano poco più di una pagina, senza entrare minimamente nei concetti tecnici e scientifici che hanno portato a questa invenzione, che non possono essere vanificati solo per osservazioni formali, pur giustificate dal modo sbagliato nel quale sono state scritte, ma che non hanno nulla a che vedere con l’attività inventiva. 

Allo stato dell’arte mondiale gli impianti di sollevamento idraulici sono sbagliati perché assorbono troppa energia. Di conseguenza, è ovvio che, dal punto di vista energetico è sbagliato il modo di costruire le pompe adibite al sollevamento e la distribuzione idrica. Allo stesso modo, si può dire che lo stato dell’arte mondiale dal punto di vista tecnico ed economico, sono sbagliati gli impianti idroelettrici, perché producono energia soltanto sfruttando salti idraulici, e flussi di acqua già dotati di energia cinetica. Oggi per sfruttare tali energie occorre realizzare grandi opere civili che non sempre si possono realizzare e non sempre sono in sintonia con l’ambiente. La pompa con doppia bocca di alimentazione sul lato aspirante, così come è stata concepita dal sottoscritto (con i setti divisori del flussi di acqua che arrivano fin dentro la girante della pompa), che il rapporto di ricerca conferma che non esistono anche in base ai documenti che gli esaminatori hanno allegato, rappresenta quello che nella meccanica è stato il piano inclinato, la leva di Archimede, il rapporto di trasmissione a ingranaggi o con pulegge. Infatti, consente di sollevare le acque assorbendo energie decine di volte inferiori a quelle delle pompe tradizionali, che sono state tra le prime invenzioni dell’epoca industriale. Se fino ad oggi queste pompe, nonostante le semplicità concettuale, non sono state ancora realizzate è proprio perché era necessaria una grande inventiva da parte dell’inventore, il quale doveva concepire contemporaneamente anche la modifica degli impianti in molte versioni, approfondendo i ragionamenti, sulle caratteristiche fisiche dell’acqua. Infatti, l’acqua essendo incomprimibile, consente circolazioni interne al volume accumulato senza dover spendere energie che comportano i sollevamenti contro la forza di gravità e le pressioni dei cuscini di aria dei serbatoi autoclave.  La modifica, in misura minore (che dipende dalle applicazioni negli impianti) riguarda anche le turbine, che possono essere considerate delle pompe alimentate al contrario (pump as turbines = pat), le quali possono produrre energia elettrica sfruttando l’energia di posizione dell’acqua, posta in alto, se si abbinano alle pompe che creano una circolazione che in acque statiche da sola non si sviluppa, se non si realizzano appositi impianti. Nella figura 4 si vede anche l’impiego delle turbine con doppia alimentazione separata fino alla girante, che è un impiego più raro delle pompe, ma possibile. Nella presente domanda gli esaminatori dicono che non è chiaro se la domanda di brevetto riguarda solo le pompe oppure anche le turbine. Per il sottoscritto la domanda è inutile perché il titolo stesso dell’invenzione parla di pompe e turbine con doppia bocca di alimentazione, inoltre, come scritto sopra, concettualmente, la turbina è una pompa che funziona alimentata al contrario.  Quindi la modifica delle pompe e delle turbine non è assoluta, ma va vista in funzione degli impianti nei quali andranno montate le pompe e le turbine modificate.  Tali impianti, allo stato dell’arte non esistono, proprio per l’assenza di inventiva dei progettisti del passato, che non hanno pensato che le pompe e le turbine possono coesistere nello stesso impianto, creando insieme nuovi modi per risparmiare e produrre energia.

Non accettare l’inventività delle pompe e turbine con doppia bocca di alimentazione separata e degli impianti nei quali andranno montate, appellandosi soltanto a presunte parole non chiare estratte dalle rivendicazioni, non dalle moltissime pagine delle descrizioni e dai disegni, che chiariscono i concetti scientifici e tecnici, significa negare la possibilità di produrre energia sostenibile nella versione fissa e mobile. Infatti, si nega la possibilità di nascita di alcune delle invenzioni più importanti della storia dell’umanità, essendo le sole, che messe insieme possono aggirare la forza di gravità, sia per risparmiare oltre il 90% dell’energia necessaria per i sollevamenti idraulici, sia per produrre energia idroelettrica senza il classico salto idraulico. Infatti, il salto idraulico sebbene sia usato per produrre energia da oltre cento anni, la sua attuazione non ha richiesto attività inventiva per l’aspetto concettuale, ma soltanto per quello tecnologico. Basti pensare alle pale di legno dei mulini che hanno macinato grano per migliaia di anni a togliere inventiva allo sfruttamento del salto idraulico. Mentre ancora oggi nessuno produce energia con acque statiche riciclate nell’ambito dello stesso volume e durante le fase di sollevamento delle acque. Infatti, se gli impianti sono tenuti sempre pieni al massimo livello, poiché è il livello dell’acqua che produce energia nelle turbine, è ovvio che anche da acque statiche possiamo produrre energia se intubiamo l’acqua di superficie e la facciamo passare attraverso le turbine, dopo aver riciclato l’acqua usata della turbina, facendola entrare dal lato aspirante di una pompa con doppia alimentazione separata, che con l’altra bocca di alimentazione ricicla l’acqua dello stesso bacino superiore. Infatti, l’acqua produce energia durante la discesa, sfruttando soltanto l’energia di posizione dell’acqua di superficie rispetto a quella che esce dalla turbina.  Proprio perché questi concetti non sono facilmente comprensibili  anche dagli esperti in idraulica, il sottoscritto ha depositato nello stesso giorno (07/09/2015)  tre depositi di brevetti (102015000048789 -102015000048792, 102015000048796) di cui il primo riguarda gli impianti di sollevamento idraulici, che diventano anche produttori di energia (fig.4); il secondo riguarda un produttore di energia idroelettrica con acqua riciclata pressurizzata con aria compressa (fig 5 e 6); Il terzo deposito di brevetto riguarda la modifica che devono subire le pompe e le turbine affinché si possano inserire in tali impianti per risparmiare energia e produrre energia idroelettrica diversamente dall’attuale stato dell’arte. Infatti, l’inventiva non è nella singola macchina ma nei sistemi (idraulici – energetici) che devono essere progettati diversamente. Questi concetti allo stato dell’arte non sono stati ancora acquisiti e quindi sconosciuti agli esperti del ramo e pertanto, anche agli esaminatori dei brevetti.

A parere del sottoscritto, il primo errore lo ha commesso l’ufficio brevetti italiano che ha separato i tre brevetti, affidandoli a esaminatori diversi, che non hanno potuto comprendere la portata globale delle tre invenzioni messe insieme e l’utilità della divisione interna delle pompe e le turbine fino alla girante.  Infatti, due depositi di brevetto sono stati trasmessi all’ufficio europeo, mentre il terzo che produrrebbe solo energia elettrica riciclando l’acqua pressurizzata da un’autoclave gestita per mezzo di una pompa una turbina e un compressore che ripristina il cuscino di aria è stato bocciato e definito “moto perpetuo” (impossibile da realizzare per l’esaminatore italiano, che certamente non può essere esperto, se gli stessi esperti non conoscono questi impianti). A nulla è servita l’opposizione scritta dal sottoscritto.  Anche gli esaminatori dei brevetti europei hanno già dimostrato di avere gravi carenze nelle conoscenze idrauliche, definendo anche loro “moto perpetuo” un altro deposito di brevetto ancora più semplice (CE2014A000012 riguardante la produzione di energia idroelettrica con pompe e turbine sommerse con singola alimentazione). Il ragionamento che ha indotto gli esaminatori che hanno bocciato i brevetti suddetti non è stato scientifico, in quanto non sono entrati nei dettagli dei calcoli idraulici allegati dal sottoscritto. Loro, semplicemente non hanno creduto possibile che agli esperti dell’idrologia, tra cui molti scienziati, siano sfuggite queste importantissime applicazioni.  Ma questo ragionamento avvalora ancora di più l’inventiva delle tre invenzioni, tra cui, quella in oggetto.  Infatti, l’articolo 48 del CPI scrive: Un’invenzione è considerata come implicante un’attività inventiva se, per una persona esperta del ramo, essa non risulta in modo evidente dallo stato della tecnica. E’ questo il caso delle tre invenzioni depositate il 07/09/2015 e della precedente CE2014A000012.  L’intero settore dell’idrologia  non può considerarsi completamente esperto, avendo avuto delle sviste colossali, che hanno penalizzato la produzione di energia sostenibile e la protezione dell’ambiente, soprattutto, sottovalutando, il ruolo della incomprimibilità dell’acqua e della comprimibilità dell’aria nella progettazione degli impianti delle pompe e delle turbine, ma anche non distinguendo sufficientemente nelle applicazioni  pratiche idrauliche le funzioni della pressione statica e di quella dinamica (o energia cinetica). Infatti, in linea teorica tutti conoscono la differenza tra pressione statica e dinamica, ma se si propongono impianti che sfruttano proprio questa differenza gli esaminatori la definiscono “moto perpetuo”, mentre i presunti esperti che non hanno mai realizzato impianti con le caratteristiche messe in evidenza dal sottoscritto, tacciono per evidenti interesse di parte o per nascondere colossali errori di progettazione. Errori che hanno condizionato soprattutto il risparmio idrico e la produzione di energia sostenibile. Dovendo modificare la maggior parte degli impianti industriali, civili, ambientali ed energetici esistenti nel mondo, il sottoscritto non trova interlocutori perché i presunti esperti hanno progettato gli impianti idraulici senza approfondire sufficientemente i circuiti possibili con l’abbinamento tra le pompe e le turbine, con il riciclo dell’acqua alla pressione atmosferica e pressurizzata con autoclave. Lo studio di questi circuiti che poteva fare soltanto chi conosce gli impianti e le macchine anche dal punto di vista pratico e funzionale ha portato alla modifica da effettuare alle pompe e alle turbine per trasformarle con la doppia alimentazione separata fino alla girante, che è fondamentale per il futuro dello sviluppo industriale, civile ambientale ed energetico mondiale. Tuttavia, tale modifica è molto semplice:

consiste nella divisione in quattro parti  della sezione di ingresso, continuando tale divisione anche  nella parte interna del corpo pompa o turbina,  fino alla girante in rotazione, seguendone perfettamente il profilo. La rotazione della girante, nel caso della pompa, comporta una depressione al centro della girante stessa che coincide con la sezione di arrivo dei quattro flussi separati. Pertanto, favorisce l’ingresso dei flussi anche se gli stessi sono alimentati con pressioni positive diverse, poiché la girante in rotazione e le ristrette tolleranze dei giochi di accoppiamento delle parti fisse e mobili, costringono l’acqua di provenienza diversa ad avanzare nella stessa direzione, alternandosi in successione negli stessi quarti di settore della girante in rotazione. Nel caso della turbina, invece, non c’è bisogno della depressione prodotta della girante, anche perché le pale della turbina girano al contrario rispetto a quelle della pompa. Basta la semplice divisione del flusso, fino alla girante e la precisione delle lavorazioni meccaniche che impediscono l’entrata di acqua con maggiore pressione statica nei settori paralleli alimentati con minore pressione idrostatica.  Pertanto, sia per le pompe che per le turbine, se alimentiamo le bocche di ingresso con la stessa pressione funzionano (più o meno) con le stesse prestazioni delle pompe e turbine attuali. Se, invece alimentiamo le bocche di ingresso con pressioni diverse, all’uscita della pompa abbiano la somma delle portate e la massima pressione (statica + dinamica prodotta dalla pompa), anche se la pressione statica maggiore sta su un solo lato della pompa; mentre all’uscita delle turbine abbiamo la somma delle portate e la massima energia cinetica sfruttata, anche se la pressione statica maggiore entra attraverso una sola delle due bocche di alimentazione (principio di Pascal).  Ovviamente i risultati di queste somme dovranno essere moltiplicati per i rendimenti che dipendono dal tipo di girante utilizzata e dalla precisione delle lavorazioni meccaniche.

Essendo questa invenzione molto semplice da realizzare nessuno ne ha compreso l’importanza, pertanto, poteva essere compresa soltanto attraverso la descrizione dei nuovi impianti inventati appositamente per il risparmio idrico e la produzione energetica, che senza l’impiego di tale pompa non potevano essere inventati.  Il sottoscritto non si aspettava tanta incomprensione da parte degli esaminatori sui principi idraulici utilizzati, che assolutamente non sono mai stati violati. Le opposizioni ricevute sono state sempre di tipo formale e quando in alcune applicazioni hanno opposto la violazione di un principio della conservazione dell’energia, gli esaminatori italiani ed europei non sono stati in grado di spiegare come e quale principio sia stato violato. In particolare, quando si è trattato della produzione dell’energia idroelettrica sommersa (che si basa sull’incomprimibilità dell’acqua) e quando si è trattato di generatori di elettricità che sfruttano un cuscino di aria compressa sulla superficie dell’acqua raccolta in un serbatoio (che sfrutta l’energia accumulata nell’aria compressa e l’incomprimibilità dell’acqua). Questi casi che vedono sempre l’abbinamento di pompe a semplice o doppia alimentazione separata abbinati alle turbine non sono stati ancora sviluppati a livello mondiale perché non sono stati approfonditi i ragionamenti sul funzionamento delle pompe e delle turbine in determinati circuiti che solo il sottoscritto ha messo insieme per la prima volta nel mondo intero, e i rapporti di ricerca lo confermano. E’ evidente che dietro i silenzi degli esperti del settore energetico ci sono grandi interessi di parte e un inventore privato che non può dimostrare niente praticamente per mancanza di mezzi economici, è in gravi difficoltà, soprattutto se deve combattere anche contro gli uffici brevetti.  I quali in qualità di uffici pubblici, inseriti nei ministeri dello sviluppo economico, dovrebbero favorire le innovazioni, non frenarle in base a principi generici scolastici non approfonditi nel settore della fluidodinamica.

 Nei due casi sopra citati il sottoscritto, invece di spendere circa seicento euro per un ricorso, ha preferito, dopo qualche mese ripresentare il deposito di brevetto con un’altra applicazione, spendendo soltanto cinquanta euro con un nuovo deposito telematico. Poi vedremo come andrà a finire.

Purtroppo, gli esaminatori dei brevetti, non possono pensare che nel settore della fluido dinamica  gli esperti del settore  non hanno mai ipotizzato di sviluppare virtualmente e praticamente le soluzioni che ha sviluppato il sottoscritto, altrimenti l’energia idroelettrica sommersa, quella con il riciclo dell’acqua e quella pressurizzata, fissa e mobile, sarebbero già una realtà e il mondo sarebbe molto migliore.

Nel caso che riguarda soltanto le pompe con la doppia alimentazione separata, che bene o male, ha superato l’esame italiano, il sottoscritto, non poteva incrementare la descrizione, rischiando l’invalidazione del deposito di brevetto. Per cui fornisce altre spiegazioni e un altro esempio di applicazione con i requisiti di attività inventiva e applicazione industriale, riservandosi di arricchire la descrizione in un eventuale successivo deposito di brevetto internazionale che utilizza il deposito in oggetto soltanto come documento di priorità. Per il sottoscritto, quello che conta è il fatto che gli esaminatori europei non hanno trovato applicazioni simili. Senza questa semplice invenzione non è possibile produrre energia riciclando l’acqua, anche se non dipende soltanto dalla pompa, ma dagli impianti nel loro insieme. Per il sottoscritto, quello che conta è il fatto che gli esaminatori europei non hanno trovato applicazioni simili. Senza questa semplice invenzione non è possibile produrre energia riciclando l’acqua, anche se non dipende soltanto dalla pompa, ma dagli impianti nel loro insieme. In questa lettera di risposta al rapporto di ricerca, riservata soltanto agli esaminatori italiani,  Il sottoscritto, invita gli esaminatori italiani a leggere anche un successivo deposito di brevetto del sottoscritto, dove, basandosi sull’approfondimento dei concetti espressi arriva a proporre, perfino un’auto con un motore idroelettrico.  Per sviluppare anche questo progetto il sottoscritto ha aspettato a rispondere al protocollo in oggetto. Un esempio di applicazione così importante, dovrebbe fare onore all’intera industria italiana, se ci fosse un maggiore gioco di squadra e gli inventori privati non fossero lasciati soli, soprattutto dalle istituzioni pubbliche, di cui fa parte anche l’ufficio brevetti italiano.  Si allega il seguente stralcio della descrizione con relative figure estratte dal deposito di brevetto N. 102016000087373 del 25/08/2016, con relativi disegni (per altri approfondimenti si può consultare lo stesso deposito di brevetto):

Osservando la FIG.1, è necessario fare una distinzione tra la pressione statica e dinamica dell’impianto. La pressione statica è quella fornita dal cuscino di aria compressa e con la valvola (1.4) aperta, si diffonde sul lato destro della pompa con doppia alimentazione separata entrando anche nella girante. La pressione dinamica, o energia cinetica, è quella che fa circolare l’acqua all’interno dei tubi e dell’autoclave.  Nel circuito aperto sul lato sinistro dell’autoclave per far circolare l’acqua è sufficiente aprire la valvola (2.2) e la pressione dell’aria fa circolare l’acqua nella turbina, ma la pressione dell’aria diminuisce man mano che si espande il volume di aria e l’acqua esce dal circuito. Mentre per far circolare l’acqua sul lato destro della pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante, occorre aprire la valvola (1.4) e far girare la pompa poiché la pressione statica già riempie l’intero circuito, arrivando anche nella girante, ma senza la pompa l’acqua non circola per evidenti ragioni. Comunque, è sufficiente fornire alla pompa la prevalenza di pochi cm di colonna di acqua per vincere la perdita di carico della valvola di ritegno, poiché la pressione statica non si oppone all’energia cinetica sviluppata internamente al volume di acqua immagazzinato. Quindi possiamo avere una pressione statica di 12 bar e una pressione dinamica di 0,25 bar. Ma la circolazione sul lato destro (osservando la FIG. 1) non produce energia, essendo soltanto un riciclo interno al volume di acqua immagazzinato. Per produrre energia dobbiamo utilizzare il circuito sul lato sinistro dell’autoclave passando attraverso la pompa usata come turbina (2) e inserire con un basso costo energetico l’acqua priva di pressione statica nel serbatoio autoclave, che all’attuale stato dell’arte richiede una pompa con una prevalenza che vinca la pressione statica e la perdita di carico, quindi una prevalenza superiore ai 12,5 bar. Questa è la ragione per la quale l’energia idroelettrica con il riciclo dell’acqua non è mai stata prodotta.  Con la pompa con doppia alimentazione separata fino alla girante possiamo realizzare con un bassissimo costo energetico quest’applicazione che sembra impossibile, perché entrando dal lato aspirante della pompa che è già piena dell’acqua pressurizzata staticamente dall’autoclave, aggiriamo l’opposizione della pressione idrostatica, come se fosse una circolazione interna al volume di acqua pressurizzato. Infatti, la tubazione aspirante della pompa, che proviene dal lato sinistro (aperto) e dal lato destro (chiuso) è divisa in quattro settori fissi e separati (come si vede dalla FIG.2), pertanto, quando la girante ruota, fa avanzare verso l’autoclave l’acqua presente nella girante e produce in ogni quarto di settore del tubo di alimentazione una depressione che favorisce l’entrata dell’acqua nella girante sia dal lato destro, sia dal lato sinistro.  Appena entrata l’acqua è coinvolta dall’accelerazione centrifuga verso la periferia, prodotta dalle alette della girante che è proporzionale al quadrato della velocità angolare, ed al raggio di rotazione, secondo coefficienti che dipendono dal tipo di girante. Ma la caratteristica importante della pompa con la doppia alimentazione separata è quella che la rotazione costringe la girante a ricevere in successione nello stesso quarto di girante, l’acqua aspirata dai quattro settori separati. Non contemporaneamente, come avviene con le pompe che hanno una sola alimentazione. Pertanto, l’acqua del circuito aperto (priva di pressione statica) e l’acqua del circuito chiuso (dotata della pressione statica dell’autoclave), si alterna nella stessa posizione e con la stessa direzione (verso l’uscita della girante). Le portate si sommano, mentre la pressione totale (statica più dinamica) si diffonde nell’intera sezione di uscita, secondo il principio di Pascal. Ovviamente, poiché la pressione statica è trasmessa solo dal lato destro dell’impianto, per non avere cali di pressione nella pompa con la doppia alimentazione separata, le sezioni di passaggio devono essere dimensionate, per la trasmissione dell’intera portata e dell’intera pressione. Questa semplice modifica della pompa ci consente di recuperate con costi infinitesimi l’acqua che ha prodotto energia nella pompa usata come turbina idraulica che si trova sul lato sinistro dell’impianto e di reinserirla nel circuito di riciclo dell’acqua pressurizzata del serbatoio, senza che avvenga il calo di pressione dovuto all’espansione del cuscino di aria, che avviene nelle normali autoclavi, il cui ripristino, richiederebbe energia sia da parte delle pompe che dei compressori. Infatti, il sistema autoclave non è nato per produrre energia ma per limitare il numero degli avviamenti dei motori delle pompe, fornendo per qualche minuto all’impianto idraulico, che consuma l’acqua, il volume di acqua immagazzinato per mezzo dell’espansione del cuscino di aria. E’ ovvio, che lo stesso sistema può essere utilizzato per produrre energia se l’acqua si fa uscire dal circuito dell’autoclave (per produrre energia) e far rientrare contemporaneamente da un altro ingresso, senza cambiare il volume interno. Ovviamente, il rientro nell’autoclave pressurizzata non deve avvenire con la forza di una pompa multistadio, che consuma più energia di quella prodotta, dando ragione agli scettici che chiamano ironicamente “moto perpetuo” l’energia idroelettrica con il riciclo dell’acqua. Gli scettici, hanno avuto ragione soltanto perché mancava l’invenzione della pompa con doppia alimentazione separata fino alla girante. Infatti, se la separazione del flusso non arriva dentro la girante e se questa non è in rotazione, il sistema non funziona, basandosi sulla pressione dinamica per aggirare la pressione statica. Nell’impianto idroelettrico dell’auto la valvola (2.2), che alimenta la pompa usata come turbina, deve essere rigorosamente chiusa quando non è in esercizio, altrimenti vengono meno le condizioni per la partenza dell’impianto. Chi parla di moto perpetuo non conosce come si progettano gli impianti multi disciplinari.  Nell’impianto idroelettrico dell’auto di FIG.1, facciamo espandere il cuscino di aria solo nella fase di avviamento del motore idraulico, per ridurre i costi della batteria di avviamento e dell’eventuale gruppo UPS trifase. Durante il normale esercizio, l’acqua che esce dall’autoclave deve essere perfettamente in quantità uguale a quella che entra nella bocca di sinistra della pompa con la doppia alimentazione, senza trattenersi nel serbatoio (3) e senza accelerare il flusso, mentre la bocca di destra è adibita solo al riciclo dell’acqua pressurizzata dal cuscino di aria (la pompa di riciclo lavora con una bassissima prevalenza limitandosi a riciclare l’acqua nell’ambito dello stesso volume senza sollevarla o vincere la pressione del cuscino di aria compressa). Oggi queste regolazioni sono possibili stabilendo a priori il limite di oscillazione del livello dell’acqua nei due serbatoi affiancati, sia per mezzo delle regolazioni delle valvole, sia delle velocità dei motori delle pompe, mentre il calo di pressione dell’aria compressa è regolato da un pressostato che alla minima variazione aziona il compressore. Quindi, nelle condizioni nominali di funzionamento, non avvenendo la variazione di volume di acqua nel serbatoio pressurizzato, non avviene nemmeno l’espansione del cuscino di aria, pertanto, non si consuma energia per comprimere il cuscino di aria. Tuttavia, l’acqua che esce dall’autoclave riceve ugualmente la pressione necessaria per produrre energia nella turbina. Ovviamente, l’assorbimento di energia non può essere eliminato completamente, ma si consuma soltanto una piccolissima percentuale delle attuali energie che assorbono i sistemi idraulici che devono sollevare le acque o comprimere i cuscini di aria.”  

In un altro stralcio dello stesso deposito di brevetto n.102016000087373, si chiariscono ulteriormente i concetti sul funzionamento della pompa con la doppia alimentazione: “Queste considerazioni tecniche ottimistiche sulla produzione di energia che qualcuno definisce “prodotte dal nulla”, non sono speranze ma certezze, confermate dalla stessa tecnica di costruzione delle pompe idrauliche, in particolare, da quelle multistadio, con girante chiusa, che si usano in questa applicazione, sia con la funzione di turbina, sia con la funzione di pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante. Infatti, la tecnica di costruzione di tali pompe e la precisione delle lavorazioni, consentono di arrivare a costruire pompe con una prevalenza che arriva fino a cento bar. Noi non abbiamo bisogno di arrivare a queste prevalenze, ma questo dimostra, quello che si è affermato in questa descrizione, cioè che la rotazione della girante, svolge la funzione di anti ritorno dal lato sinistro della pompa con la doppia alimentazione separata (FIG.1), alimentato con minore pressione statica. Infatti, nelle pompe multistadio attuali, non si potrebbero raggiungere le pressioni che si raggiungono, se la girante in rotazione e la precisione delle lavorazioni non svolgessero una potente funzione di anti ritorno, poiché le perdite di acqua attraverso i gioghi di accoppiamento tra le parti fisse e rotanti, impedirebbero l’incremento di pressione da uno stadio all’altro. Pertanto, implicitamente, abbiamo già la conferma di riuscire con bassissimi costi a recuperare l’acqua e a reinserirla nel serbatoio pressurizzato, seguendo la via della seconda bocca di aspirazione separata fino alla girante, mentre l’altra bocca ricicla con bassissima prevalenza manometrica l’acqua dotata di alta pressione statica, utilizzando la stessa girante. Per quanto sopra, si può asserire che non esiste al mondo un’applicazione più valida dal punto di vista industriale ed economico.”

Gli uffici brevetti, in questo contesto di assenza di sviluppo del settore idroelettrico con il riciclo dell’acqua, che a livello mondiale,  sta sviluppando solo il sottoscritto (senza fondi pubblici e privati poiché l’energia veramente sostenibile fa paura a tutti i centri del potere economico)  che gli esperti non vogliono evidenziare per nascondere gravi responsabilità, non solo tecniche, ma anche sociali, penalizzano gli inventori, che non solo non hanno soldi per dimostrare praticamente le proprie invenzioni, devono trovare anche i soldi per fare ricorsi legali.

Essendo il sottoscritto, come citato, già stato danneggiato su precedenti depositi di brevetti, per evitare di essere frainteso di nuovo, ha presentato tre brevetti insieme, affinché fossero esaminati congiuntamente e con maggior attenzione, non solo dagli esaminatori, ma anche, eventualmente, da consulenti qualificati, non coinvolti negli errori generali dell’intero settore. Oltre tutto, se è vero che i brevetti sono un indice importante dello sviluppo del paese, gli inventori non dovrebbero essere lasciati soli a combattere contro enormi interessi di parte, soprattutto nei settori dell’energia e dell’ambiente. Dovrebbe essere lo stesso Ministero dello sviluppo economico del paese a seguire con maggiore attenzione i brevetti che potrebbero avvantaggiare l’Italia nei confronti dei paesi concorrenti, che sono ben 195, compresi i paesi europei, che continuano a ostacolarsi a vicenda. Ma, evidentemente, quella che avrebbe dovuto essere una procedura logica, nel segno dell’interesse comune, non è avvenuta, I tre brevetti hanno avuto percorsi diversi, entrando nel merito delle soluzioni a giudizio insindacabile di un singolo esaminatore. Un esaminatore italiano ha bocciato il deposito 102015000048792, e i due brevetti sopravvissuti all’esame italiano hanno trovato un esaminatore europeo con la stessa mentalità, il quale non è entrato nel merito delle soluzioni, ma soltanto negli aspetti burocratici della compilazione delle rivendicazioni. Ma l’auto idroelettrica mostrata sopra deriva proprio del deposito di brevetto bocciato dall’esaminatore italiano, dal presente deposito di brevetto, la cui inventività è stata bocciata dell’esaminatore europeo. Con il dovuto rispetto, per gli esaminatori, per il sottoscritto, l’errore più grave che possano commettere gli esaminatori è quello di dare per assodato lo stato dell’arte delle specializzazioni e delle scienze, poiché approfondiscono sempre nella stessa direzione.  Possono migliorare i sistemi, ma non superare i difetti di origine. Infatti, le case automobilistiche, oggi stanno lanciando sul mercato vetture con grandi e costose batterie ricaricabili al litio che è anche un materiale in via di estinzione. Sanno benissimo che anche l’aria compressa è un ottimo accumulatore di energia ed è anche più ecologico e non costa niente. Ma non hanno avuto l’inventiva di studiare un circuito per sfruttarla, essendo fossilizzati a ragionare soltanto sui motori termici, sulla meccanica e l’elettronica di controllo. Mentre il motore idroelettrico abbina la fluido dinamica dell’acqua dell’aria, la meccanica e l’elettronica di controllo e non può funzionare senza la pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante e senza il circuito realizzato esattamente come progettato dal sottoscritto.

 Negli impianti idraulici attuali l’acqua è usata come un peso da sollevare o da sfruttare per caduta. Al massimo per lo scambio termico in circuiti in vaso aperto e chiuso. L’assenza di inventiva non ha consentito, dall’avvento dell’epoca industriale, immensi risparmi energetici e immense produzioni energetiche senza sprecare l’acqua. La creatività degli impianti  che sollevano le acque producendo energia si bassa soprattutto sullo sfruttamento dell’incomprimibilità dell’acqua, sull’abbinamento con le turbine e sulle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante,  mentre la creatività degli impianti che producono energia con piccoli volumi di acqua, in versione fissa e mobile), oltre all’incomprimibilità dell’acqua, e alle pompe con doppia alimentazione, all’abbinamento con le turbine, richiedono anche la comprimibilità dell’aria.

Ma gli esaminatori dei brevetti non sono abituati a esaminare impianti trasversali a varie discipline e si soffermano solo su principi scientifici, validi in sistemi isolati, e sulle rivendicazioni che devono descrivere  soltanto come è fatta la macchina o l’impianto. Tutto quello che c’è intorno a una macchina o impianto in un sistema che non si è sviluppato adeguatamente non può essere compreso se non si mette insieme uno stato dell’arte sviluppatosi solo virtualmente, attraverso i progetti del sottoscritto. Oggi non esiste nulla di assimilabile alla progettazione elettro idraulica del sottoscritto, che è l’unica che potrebbe sostituire da subito l’energia fossile anche sui mezzi di trasporto in modo sostenibile. 

Tanto è vero che i documenti D1 e D2 allegati al rapporto di ricerca non hanno nulla in comune con gli aspetti funzionali delle pompe e turbine con doppia bocca di alimentazione. Bisogna chiedersi in basi a quali principi idraulici l’esaminatore europeo ritiene determinante ai fini della negazione della caratteristica inventiva, la pompa rappresentata nel documento D1? Che non ha la separazione dei flussi separati fino all’interno della girante e pertanto, non può sommare all’interno della pompa le due portate nel modo che serve per aggirare la pressione idrostatica che si oppone e non può svolgere la funzione di anti ritorno dell’acqua, dal lato con minore pressione idrostatica?  La pompa del documento D1 non può lavorare secondo gli schemi idraulici del deposito di brevetto originale  4, 5, 6, dove, come ampiamente descritto, le pressioni di alimentazione sul lato aspirante sono molto diverse tra loro. Infatti, i setti divisori (fss) del pezzo speciale con doppia curva (fdsf) accompagnano l’acqua con pressione diversa fin dentro alla girante. Essendo i settori di alimentazione fissi e la girante in rotazione, la girante riceve nello stesso punto alternativamente acqua in bassa e alta pressione, per cui l’acqua in alta pressione fornisce energia cinetica all’acqua in bassa pressione e la solleva al livello superiore, consumando soltanto l’energia necessaria per inserirla nel circuito dal lato aspirante della pompa, non quella che sarebbe necessaria con le attuali pompe con singola alimentazione, che sollevano l’acqua senza l’aiuto della pressione dinamica del bacino superiore che alimenta una delle due bocche di entrata nella pompa. Se provassimo ad alimentare lo schema di figura 4 con le pompe D1 che hanno la doppia alimentazione, avremmo un risultato disastroso perché l’acqua con pressione maggiore impedirebbe completamente l’ingresso dell’acqua con pressione minore. Quindi l’impianto non potrebbe sollevare l’acqua e nemmeno produrre energia. Il ragionamento fatto per l’alimentazione delle pompe vale anche per le turbine se sono alimentate per caduta da due serbatoi posti ad altezze diverse (come da fig 4). Infatti, anche nelle turbine le portate si possono sommare e la pressione maggiore può diventare comune, solo se i flussi si incontrano nella girante in rotazione, non prima. Se l’incontro dei flussi avviene prima, l’acqua con maggiore pressione, invece di fornire energia cinetica a quella con minore pressione perde la propria pressione cercando di risalire verso il serbatoio con pressione idrostatica minore. Invece, con le modifiche proposte contemporaneamente agli impianti, alle pompe alle turbine, gli attuali impianti di sollevamento delle acque produrranno molta più energia di quanta ne consumano per la circolazione dell’acqua, come evidenziato dai calcoli energetici riportati nella descrizione. A che servono i calcoli energetici se nessuno li prende in considerazione?  Se questa non è inventiva, che cosa è l’inventiva? Mai come in questo caso, a parere del sottoscritto, predomina l’inventiva rispetto alla novità e l’applicabilità industriale, che invece sono state riconosciute. Infatti, le pompe, le turbine e gli impianti di sollevamento esistono da un centinaio di anni e non sono mai messe insieme negli stessi impianti perché mancavano soprattutto le invenzione di collegamento, che sono, appunto, la modifica degli impianti, e la modifica delle pompe e delle turbine.

Alla luce di quanto sopra, il sottoscritto ritiene che l’invenzione implichi un’attività inventiva ai sensi dell’Art. 48 CPI.

Alla luce del rapporto di ricerca del ufficio brevetti europeo, probabilmente, quest’invenzione doveva avere un titolo più lungo per distinguerle immediatamente da altre applicazioni di pompe che hanno la doppia alimentazione, ma non hanno la separazione interna fino alla girante, che è l’aspetto fondamentale dell’invenzione.  Il titolo completo dell’invenzione avrebbe dovuto essere “Pompe e turbine con doppia bocca di alimentazione separata fino all’interno della girante”. Ma un titolo così lungo non è ammesso e ha sbagliato il sottoscritto a non evidenziare sufficientemente questo aspetto nelle rivendicazioni. Ma spera di aver rimediato nelle nuove rivendicazioni che probabilmente, proporrà a livello internazionale, con una descrizione ampliata e con nuovi esempi di impiego delle pompe turbine con la doppia alimentazione separata fino alla girante. Infatti, sono le applicazioni che dimostrano che questa semplice invenzione è una delle invenzioni energetiche più potente di tutti i tempi.

 Si ritiene pertanto che la presente invenzione soddisfi tutti i requisiti di brevettabilità previsti dal CPI e si confida nell’accoglimento della domanda di brevetto in esame ai sensi dell’articolo 173(9) CPI. Si rimane a completa disposizione dell’Ufficio per qualsiasi ulteriore delucidazione.

 Nonostante i silenzi della scienza e l’opinione scritta dell’ufficio brevetti europei, le pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante sono diventate un brevetto internazionale con un regolare numero di brevetto. PCT/ IT2016/0000202 – WO 2017/042847. Ma non sono bastati trenta mesi a trovare gli investitori internazionali. Questo dimostra che c’è qualcosa che non quadra a livello di istituzioni pubbliche internazionali perché non fanno nulla di concreto per incoraggiare la protezione dell’ambiente e lo sviluppo di energie sostenibili e protettive dell’ambiente. Le soluzioni che finanziano sono soltanto dei palliativi poco efficienti.  Mentre scrivo questo articolo (fine febbraio 2018) ricevo molti inviti ad affrettarmi a completare la proceduta dagli uffici legali specializzati nella estensione dei brevetti internazionali. Molti hanno compreso l’importanza di questo brevetto e insieme a parole di apprezzamento mi invitano ad affrettarmi per completare la procedura altrimenti decadono i miei diritti.  A  uno di questi uffici che ha usato maggiori parole di apprezzamento, io ho risposto con la seguente lettera: 

Fatta questa parentesi, riprendo l’elenco dei rifiuti ricevuti in nome della sbagliata interpretazione dei principi della conservazione dell’energia.

IL TERZO RIFIUTO DI COMPRENDERE L’ENERGIA IDROELETTRICA CON Il RICICLO DELL’ACQUA  è avvenuto è avvenuto  nel rapporto di ricerca trasmesso con la lettera datata 06 / 06 / 2016. Prot. N.159074 relativa all’invenzione denominata “impianti idroelettrici con sollevamento, riciclo e distribuzione acqua.” n. 102015000048789 del 04 settembre 2015. Dove gli esaminatori allegano il solito documento che non ha nulla che vedere con l’invenzione del sottoscritto e si concentrano sulle osservazioni formali senza comprendere gli aspetti tecnici. Ecco le osservazioni ricevute:

Si fa riferimento al seguente documento:

 D1 us 2000/032374 A1 (VRANA Julius s [us] ET AL) 16 February 2006 (2006-02-1 0)

1 Le rivendicazioni non sono chiare.  Di Seguito sono esposte le obiezioni più gravi sulla chiarezza.

1_1 L’espressione “Impianti idroelettrici con sollevamento   riciclo e distribuzione acqua” utilizzati nelle rivendicazioni lascia aperte, se i termini “sollevamento, riciclo e distribuzione “devono descrivere una presunta funzione degli impianti idroelettrici dichiarati o se devono comportare caratteristiche tecniche non esplicitamente dichiarate nel reclamo, tuttavia, tali caratteristiche implicite non possono essere prese in considerazione per la valutazione della novità del reclamo.

1_2 L’espressione due serbatoi, ugualmente riempiti, usati nella rivendicazione 1 lascia poco chiaro se i serbatoi debbano essere riempiti tutti d’acqua o se abbiano esattamente lo stesso (uguale) livello d’acqua (livello di riempimento).

1,3 L’espressione acqua sollevata che viene persa dalle reti di distribuzione e acqua di sfioro” utilizzata nella rivendicazione 1 non è chiara, perché nessun acqua di sfioro e nessuna rete di distribuzione sono stati definiti e / o correlati con altre funzionalità in affermazione 1. Non è quindi chiaro da dove e con che cosa esattamente dovrebbe essere sollevata tale acqua.

1,4 La caratteristica tecnica “la bocca di aspirazione” non è stata introdotta nella rivendicazione 1 e non è chiaro in quale relazione sia con le altre caratteristiche tecniche. Forse la bocca di aspirazione della pompa o della turbina dovrebbe essere indirizzata al termine. La stessa obiezione è analogamente valida per la caratteristica “tubo discendente”.

1. 5 l’espressione serbatoio di acqua posto ad un livello altimetrico inferiore usato nella rivendicazione 1 non è chiaro in quanto non fornisce alcun riferimento, in relazione al quale altra caratteristica il serbatoio di acqua dovrebbe essere collocato più in basso.

1.6 L’espressione dal lato opposto, tramite le valvole di intercettazione, è alimentata da un serbatoio d’acqua posto ad un livello inferiore, mediante una valvola di ritegno, alternativamente, mediante una derivazione aggiuntiva di quella parte dallo stesso tubo di discesa, o dal troppopieno “Utilizzato nella rivendicazione 1 lascia aperta se a-” valvola di arresto “,” valvola di ritegno “,” una derivazione aggiuntiva “o” il troppo pieno “viene utilizzata per alimentare il” lato opposto “. Inoltre, il termine “derivazione aggiuntiva” non ha un significato tecnico ben riconosciuto. Il termine pompe con alimentazione singola o doppia usato nella rivendicazione 6 lascia dubbi, se nell’oggetto rivendicato esistono anche pompe con alimentazione singola (come caratteristica aggiuntiva) o se la caratteristica “… pompe con doppio alimentazione 6 in rivendicazione 1 si riferisce alla stessa caratteristica e quindi può anche essere alimentato singolarmente. A causa del numero di problemi di chiarezza sopra indicati, la rivendicazione indipendente 1 è stata interpretata con l’aiuto dei disegni e della descrizione. Tuttavia, la presente domanda non soddisfa i criteri di brevettabilità, poiché l’oggetto della rivendicazione 1, nella misura in cui tale affermazione può essere compresa, non è nuovo. D1 descrive (i riferimenti tra parentesi si applicano a questo documento):

Impianti idroelettrici per il sollevamento, il riciclo e la distribuzione dell’acqua, utilizzando insieme una pompa (44) e una turbina (490) e sono sempre pieni d’acqua e si collegano a due serbatoi (12, 42), ugualmente riempiti d’acqua, posti a diverse altezze ( figure 1 e 6) su cui opera la pressione atmosferica; le pompe devono essere a doppia alimentazione (46, 52) e il tubo di discesa (52) alimenta un lato della bocca di aspirazione, mentre il lato opposto (46) è alimentato da un serbatoio d’acqua posto ad un livello inferiore rispetto al troppopieno

Le affermazioni dipendenti 2-10 non sembrano contenere caratteristiche aggiuntive che, in combinazione con le caratteristiche di qualsiasi rivendicazione a cui si riferiscono, soddisfano i requisiti della fase inventiva, le ragioni sono le seguenti: Per quanto riguarda il non specificato contenuto nelle rivendicazioni e parzialmente dichiarato sopra, sembra che l’oggetto delle rivendicazioni 2-10 rappresenti semplicemente un dettaglio tecnico che sarebbe ovvio per l’esperto in vista della divulgazione di D1.

La risposta del sottoscritto a queste osservazioni è stata la seguente:

In riferimento alla lettera ministeriale datata 06 / 06 / 2016. Prot. N.159075, ricevuta il 14/06/2016, la presente è intesa a fornire a Codesto Ufficio le argomentazioni del Richiedente a sostegno della brevettabilità dell’invenzione oggetto della domanda di brevetto in esame e un set di rivendicazionidirivendicazioni modificate così come previsto dall’Art. 5 (1) del Decreto Ministeriale del 27Giugno 2008.

Nell’opinione scritta è stata riconosciuta l’applicabilità industriale per tutte le rivendicazioni come originariamente depositate. E’ stata riconosciuta la novità per le rivendicazioni n 2-10 come originariamente depositate, mentre la caratteristica di “novità” non è riconosciuta alla rivendicazione n. 1, che è stata riscritta.

Per il sottoscritto, questo mancato riconoscimento è dovuto al fatto che gli esaminatori europei si sono limitati soltanto all’esame delle rivendicazioni senza tener conto della descrizione in italiano, dei disegni e nemmeno del riassunto in lingua inglese. Infatti, questi documenti chiariscono al di sopra di ogni possibile dubbio, che gli impianti idroelettrici con sollevamento, riciclo e distribuzione acqua, all’attuale stato dell’arte non esistono in. In nessuna parte del mondo, quindi la novità è implicita nella domanda stessa di brevetto. Non può essere invalidata da una rivendicazione scritta nel modo sbagliato dal punto di vista formale e burocratico..

Attività inventiva: Nell’opinione scritta non è riconosciuta l’attività inventiva per le rivendicazioni n 1 – 10 come originariamente depositate.

Per il sottoscritto, questo mancato riconoscimento è dovuto al fatto che gli esaminatori europei si sono limitati soltanto all’esame delle rivendicazioni, senza tener conto della descrizione in italiano, dei disegni e nemmeno del riassunto in lingua inglese. Infatti, tali documenti chiariscono lo scopo per il quale è nata questa invenzione, che riguarda tutti i sistemi di sollevamento e distribuzione delle acque, che tutt’oggi costituiscono la seconda spesa energetica mondiale, dopo quella dei trasporti. Se con il sistema che si propone la seconda spesa energetica mondiale sarà eliminata, trasformando gli impianti, addirittura, in produttori di energia, questo non può essere fatto senza inventiva. Infatti l’era industriale che viviamo è iniziata con la realizzazione delle prime centrali idroelettriche che risalgono al 1898, anticipando le centrali termiche.  Se in oltre 200 anni che si sollevano le acque nessuno ha pensato di realizzare questa soluzione, dovrebbe essere evidente che la soluzione richiedeva notevole inventiva, dovendo modificare contemporaneamente gli impianti e le pompe idrauliche.

L’inventività di un brevetto non può essere condizionata dal modo in cui si scrivono le rivendicazioni, che si pretende che descrivano solo come è fatta la macchina o l’impianto, senza tener conto del funzionamento.

Oltre tutto l’esaminatore europeo definisce non chiare delle espressioni concettuali come quelle riportate all’osservazione 1.2 del rapporto di ricerca: (Impianti idroelettrici sollevamento, riciclo e distribuzione acqua, caratterizzati dal fatto che utilizzano insieme pompe e turbine, sono sempre pieni di acqua e collegano due o più serbatoi naturali o artificiali (wddr), ugualmente pieni di acqua, posti a quote altimetriche diverse sui quali agisce la pressione atmosferica). Non comprendere questa espressione scritta nella vecchia rivendicazione (che il sottoscritto ha riscritto, sperando di essere più chiaro), significa non comprendere che la circolazione dell’acqua negli impianti idraulici sempre pieni non comporta le spese energetiche per il sollevamento dell’acqua su cui si basa l’intero sistema, che consente la produzione energetica, anche riciclando o sollevando le acque, senza violare i principi della conservazione dell’energia.

Il rapporto di ricerca si conclude affermando: “Per quanto riguarda l’assenza di chiarezza contenuta nelle rivendicazioni e parzialmente indicata sopra, sembra che l’oggetto delle rivendicazioni 2-10 rappresenta solo dettagli tecnici che sarebbero evidenti al tecnico in vista della divulgazione del documento D1 (01 US 2006/032374 A1)”.  Per il sottoscritto, il documento D1 è tutta un’altra cosa rispetto agli impianti che propone il sottoscritto. Infatti, i disegni non si assomigliano in nessun particolare e la descrizione degli impianti ancora di meno. Il documento D1 non riguarda un impianto idroelettrico, non è nemmeno un impianto di sollevamento dell’acqua con pompe idrauliche, ma per mezzo dell’iniezione di gas più o meno riscaldato nel bacino acquifero per mezzo di ventilatori e soffianti. In questo impianto è stata usata la parola turbina solo per indicare una apparecchiature che miscela gas e acqua. 

Nota:  Per far comprendere ai lettori le difficoltà che incontrano gli inventori che depositano brevetti di pubblica utilità, è necessario comprendere che poiché il sistema internazionale dei brevetti è stato concepito soprattutto per difendere la proprietà industriale, non quella intellettuale, gli esaminatori si concentrano soprattutto sulle parti appariscenti affinché non possano essere copiate dalle società concorrenti. Mentre chi vuole rivendicare qualcosa che non esiste intellettualmente pur utilizzando le tecnologie esistenti si trova in difficoltà perché la burocrazia prevede che le rivendicazioni non devono parlare dei vantaggi delle nuove funzioni, ma descrivere solo come è fatto l’impianto. Il sottoscritto in qualche occasione è stato costretto a scrivere all’ ufficio brevetti italiano che si rifiuta di modificare le rivendicazioni, pur rischiando la concessione del brevetto. Cito a questo proposito un altro deposito di brevetto dal titolo “TORRE PER FILTRAZIONE ARIA E SCAMBIO TERMICO CON POZZO GEOTERMICO” N. 102014902260232 del 13 maggio 2014. Ecco che cosa scrivo per contestare anche gli aspetti formali del sistema dei brevetti:

Oggetto: Vs.protocollo 0368448 del 08/09/2017. N. domanda 102014902260232 (CE2014A000003). Ricevuta in data 21/09/2017. Regolarizzazione rilievo i sensi dell’art. 173, comma 1, del D. Lgs. n.30/05.

Con riferimento, alla domanda in oggetto, il sottoscritto risponde con le seguenti osservazioni.

L’oggetto dell’invenzione non è un’invenzione commerciale ma di pubblica utilità sociale, che il sottoscritto ha depositato nella speranza di trovare interlocutori pubblici internazionali, poiché, a suo parere gli attuali sistemi di riscaldamento, condizionamento e depurazione urbana sono poco efficienti e danneggiano la salute dei cittadini. Non trovando tali interlocutori, ritiene che il deposito di brevetto italiano abbia un valore pari a zero perché gli enti pubblici italiani, chiaramente, non sono interessati a cambiare i sistemi di riscaldamento condizionamento e depurazione, realizzando impianti tra loro collegati per realizzare impianti globali. Se non sono interessati gli enti pubblici non c’è nessuna speranza che interessi una azienda italiana, poiché questi impianti dovrebbero essere prima recepiti dagli enti pubblici, sperimentati, legiferati e imposti alle aziende private.

Per il sottoscritto, le attuali normative risentono dell’incapacità degli enti pubblici mondiali a progettare globalmente gli impianti ambientali ed energetici. Il mancato avanzamento dello stato dell’arte condiziona anche i legislatori ad accettare impianti non adeguati alla protezione della salute umana e dell’ambiente. Questo comporta l’accettazione di impianti di condizionamento che scambiano il calore aria con aria e risaldano ancora di più i centri urbani, l’accettazione di canne fumarie che non catturano i fumi per portarli nel sottosuolo e depurarli insieme alle acque urbane e piovane in un ciclo completo a umido che gioverebbe anche al trattamento dei fumi prodotti dal traffico urbano, poiché i gas di scarico sono più pesanti dell’aria, comprese le polveri e il CO2, ristagnano negli strati bassi dell’atmosfera e quindi sarebbero in buona parte catturati e neutralizzati dagli impianti proposti dal sottoscritto. Ma l’attuale sistema dei brevetti ha creato più danni che benefici allo sviluppo perché ha indirizzato gli inventori dipendenti di aziende ed enti di ricerca a sviluppare soluzioni commerciali che non possono proteggere l’ambiente se non sono inserite in un processo globale che chiude i cicli che aprono i processi di combustione e quelli organici urbani.  Le idee basate sulle sinergie tra principi fisici chimici e meccanici sono restate indietro perché non le ha sviluppate né la scienza, né l’industria. L’obiettivo del sottoscritto non è quello di ottenere un brevetto, che non saprebbe che farsene, non avendo nessuna possibilità di realizzare da solo le proprie invenzioni, ma di far conoscere nuovi sistemi depurativi globali che mettono insieme la depurazione dell’acqua e dell’aria, negli stessi centri urbani, e possibilmente, ricevere il riconoscimento della proprietà intellettuale e i diritti di autore, come riconoscimento di un’opera di intelletto. Questo non è previsto dalla attuale legislazione sui brevetti, che ha fallito su tutti i fronti. Al sottoscritto, per il momento è sufficiente che i suoi depositi di brevetto esistano negli archivi dei brevetti nazionali e internazionali, a prescindere dal fatto che gli venga riconosciuto o meno il brevetto, perché sono già in corso diverse sue richieste presso la corte di Giustizia internazionale, affinché indaghino sulle ragioni per le quali certe soluzioni ambientali ed energetiche siano ignorate dagli enti di ricerca mondiali che oltretutto vendono i loro brevetti alle aziende private. Per il sottoscritto le invenzioni di pubblica utilità vanno diffuse, non protette, riconoscendo all’inventore i diritti di autore, e senza il pagamento delle tasse di mantenimento dei brevetti a livello nazionale e internazionale.

L’attuale modo di descrivere le invenzioni si concentra sugli aspetti costruttivi, soprattutto, per proteggere la proprietà industriale, che per il sottoscritto possono anche essere copiati. Al sottoscritto interessano i principi di funzionamento degli impianti che devono essere compatibili e protettivi dell’ambiente, i quali pure possono essere copiati, ma riconoscendo agli inventori i diritti di autore. Molte invenzioni brevettate con i criteri attuali non sono compatibili con l’ambiente, che dovrebbe essere il quarto requisito, anzi il principale, rispetto alla novità, inventiva e applicabilità industriale. Gli esaminatori dovrebbero chiedersi se l’invenzione in oggetto è utile, compatibile o dannosa per la società umana e se esiste o non allo stato dell’arte? Invece, gli esaminatori vogliono sapere soltanto come e fatta fisicamente e materialmente l’invenzione per proteggere la proprietà industriale, che non interessa all’inventore che non aspira a diventare imprenditore, ma soltanto a risolvere un problema ambientale Il sottoscritto non si meraviglia che le sue soluzioni siano ignorate dagli enti pubblici mondiali che hanno sbagliato tutto in materia ambientale e non si meraviglia dei cavilli burocratici che trovano gli esaminatori dei brevetti abituati a esaminate brevetti con scopi commerciali. Non occupandosi di soluzioni commerciali ma ambientali, in anticipo con i tempi correnti, sta trasmettendo ai giudici internazionali tutti i suoi brevetti per avere tale riconoscimento separato della proprietà industriale.  Le invenzioni di pubblica utilità vanno diffuse non protette. Ma riconoscendo agli inventori i diritti di autore come sono riconosciuti agli scrittori. Per quanto sopra, il sottoscritto ritiene inutile modificare le rivendicazioni che avrebbero un valore soltanto se fosse interessato alla proprietà industriale per non essere copiato. Invece il suo obiettivo e esattamente l’opposto. Gradirebbe che tutte le aziende pubbliche private si rendessero conto che dall’avvento dell’epoca industriale hanno sbagliato completamente la protezione dell’ambiente urbano e copiassero il suo sistema a prescindere dalle rivendicazioni che non hanno nessun significato, comunque si scrivano. Il sottoscritto ha ottenuto il riconoscimento di diversi brevetti ambientali, ma questo non è servito a trovare interlocutori o finanziatori. Significa che i tempi non sono maturi per superare gli attuali impianti obsoleti dal punto di vista tecnico e ambientale. Quindi ricevere o non ricevere un numero di brevetto italiano, per il sottoscritto è la stessa cosa. Ma non ricevere il formale numero di brevetto a causa di cavilli burocratici riguardanti la proprietà industriale che non dovrebbe nemmeno esistere per le invenzioni di pubblica utilità è semplicemente paradossale.

 La lettera sopra riportata si è conclusa nel modo indicato. Probabilmente, nemmeno questo brevetto mi sarà concesso e se mi venisse concesso, nessuno lo realizzerebbe perché gli enti pubblici di ricerca continueranno a vendere i loro brevetti alle multinazionali, senza tener conto dei sistemi depurativi globali che io ho denunciato anche nelle lettere aperte https://www.spawhe.eu/european-environmental-competition/.

Paradossalmente, se confrontiamo l’elenco dei brevetti di https://www.spawhe.eu,  con quelli di qualsiasi università o ente di ricerca pubblica mondiale, sembra che SPAWHE sia l’ente pubblico mondiale,  mentre  i brevetti degli gli enti di ricerca non si differenziano molto da quelli della multinazionali. La ragione è molto semplice: gli enti pubblici non lavorano per acquisire la proprietà intellettuale dei brevetti con i diritti di autore, come sarebbe giusto, ma per acquisire la proprietà industriale e venderla alle multinazionali. La colpa è soprattutto dei legislatori internazionali della WIPO accreditati presso le Nazioni Unite, che invece dovrebbero favorire la proprietà intellettuale di soluzioni depurative ed energetiche globali per molte ragioni, scientifiche, tecniche ed economiche politiche. Infatti, le   TORRI PER FILTRAZIONE ARIA E SCAMBIO TERMICO CON POZZI GEOTERMICI, non andranno mai in contrasto con i sistemi depurativi ed energetici interattivi dei centri urbani sia dal punto di vista  biologico, che depurativi dell’acqua e dell’aria, mentre gli attuali condizionatori di aria (che scambiano il calore aria con aria, le attuali caldaie, le ciminiere, i sistemi fognari non depurativi, il traffico urbano, si danneggiano a vicenda e sprecano energia  negli impianti fissi e in quelli mobili. Invece Le torri per filtrazione dell’aria e scambio termico con pozzo geotermico si integrerebbero perfettamente con gli impianti idroelettrici domestici pressurizzati https://www.spawhe.eu/pressurized-domestic-hydraulic-energy-system/, con la depurazione fognaria globale, che depura acqua e aria insieme https://www.spawhe.eu/patent-drawings-synergic-plants/ e con la produzione idroelettrica compressa nei pozzi che depura anche l’acqua di falda https://www.spawhe.eu/the-pressurized-submerged-hydroelectric/.      

 Ma ancora più paradossale è la situazione che si è creata con gli impianti proposti successivamente, accusati di violare i principi della conservazione dell’energie dagli esaminatori dei brevetti. Questi, se la scienza non ammette i propri errori a livello mondiale, come possono comprendere che la scienza, lavorando a compartimenti stagni, non ha approfondito il modo di mettere insieme razionalmente i principi di Pascal Torricelli ed Henry e pertanto i principi della conservazione dell’energia devono essere integrati?  Ovviamente, gli esaminatori dei brevetti, non hanno creduto al sottoscritto che ha cercato di spiegare come stanno le cose. Loro continuano a ripetere come pappagalli ammaestrati, che l’energia non si crea dal nulla. E io, con calcoli relazioni e disegni, a ripetere che l’acqua e l’aria non sono il nulla, ma la materia prima per sfruttare le attuali conoscenze tecniche e scientifiche che hanno portato alle invenzioni delle pompe delle turbine dell’elettromagnetismo dei motori e degli alternatori. Mancava solo l’anello di congiunzione di tutte queste invenzioni: l’invenzione della pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante per dare il via a una nuova rivoluzione industriale che coinvolgerà positivamente tutte le attività umane e contribuirà a una maggiore equità nella distribuzione della ricchezza mondiale, riducendo le rendite parassitarie dovute a chi possiede il petrolio il gas, l’uranio, il Litio e via di seguito.

Oggi le multinazionali chiudono le fabbriche periferiche perché le grandi produzioni di serie per essere competitive devono essere completamente automatizzate e l’automazione comporta la concentrazione della produzione in poche fabbriche con altissima produttività e pochi operai. Ma nel frattempo tutto quello che non riguarda la produzione di grande serie, di competenza pubblica, che non si è aggiornata con lo studio dell’organizzazione del lavoro ambientale ed energetico, deve essere rifatto per mezzo di milioni di piccole e medie imprese che possono assorbire gli operai che sono licenziati dalle multinazionali. Ma questo non lo possono comprendere gli scienziati pubblici che lavorano a compartimenti stagni, i politici e gli economisti, che gestiscono la ricchezza prodotta dagli altri.  Le alte specializzazioni in singoli settori servono moltissimo a migliorare singoli sistemi scientifici e tecnologici, ma sono poco utili a individuare le alternative di fronte a vizi insuperabili come le emissioni di CO2, di polveri sottili o di scorie radioattive. Sono vizi insuperabili anche i bassi rendimenti dell’energia solare ed eolica, come sono insuperabile quelli di tutte le energie commerciali, che devono essere prodotte e distribuite, da apposite reti di distribuzione, con cavi tubazioni, ferrovie, autocisterne, di fronte a delle energie potenti e di piccolo ingombro che possono essere prodotto dappertutto in versione fissa e mobile da piccole e medie imprese specializzate, che assorbiranno gli operai licenziati dalle grandi aziende. Purtroppo, la scienza pubblica, incompetente nella progettazione degli impianti e nella organizzazione del lavoro depurativo ed energetico ha creato immensi debiti pubblici in tutti i paesi del mondo con grandi opere termiche, nucleari, idroelettriche, depurative inefficienti e controproducenti, mentre le multinazionali hanno sbagliato i motori di propulsione di tutti i mezzi di trasporto terrestri, navali e aerospaziali. Hanno sbagliato anche i mezzi per lavorare la terra e spegnere gli incendi. Nessuno vuole ammettere apertamente gli errori commessi e tutti nascondono la testa nella sabbia per non sentire, compresi gli organi di stampa che fanno informazione di parte. Io non avrei potuto raggiungere queste soluzioni se non avessi vissuto prima le esperienze industriali e dopo quelle ambientali, cogliendo i pregi e i difetti di entrambi i settori. Oggi è necessario realizzare  un sistema capillare di protezione  dell’ambiente dal punto di vista depurativo   https://www.spawhe.eu/initial-presentation-of-spawhe/ e successivamente, a un sistema energetico interattivo che è contemporaneamente energetico e depurativo ma globale  https://www.spawhe.eu/initial-presentation-of-spawhe/. Per fortuna, in moltissimi casi le soluzioni coincidono e sono molto più efficienti ed economiche delle attuali grandi centrali termiche, gli attuali depuratori, gli attuali sistemi fognari, le attuali caldaie, condizionatori, petroliere, metanodotti, gasdotti. Anche i motori idroelettrici pressurizzati sono molto più semplici ed economici dei motori termici. Occorre soltanto il coraggio di ricominciare.

L’energia sarebbe prodotta dappertutto istante per istante a tutte le ore del giorno e della notte, nella quantità che serve, senza grandi accumulatori, semplicemente regolando la velocità dei piccoli motori che si accoppieranno alle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante. Come detto, queste non producono energia direttamente ma vincono soltanto lo stato d’inerzia, che consente lo sfruttamento  sinergico dei principi di Pascal, Torricelli ed Henry che consentiranno la produzione di energia depurativa moltiplicata per la pressione statica dell’impianto.  Tuttavia, per vedere realizzate queste energie depurative sarà necessario sconfiggere molti nemici, annidati soprattutto tra quelli che sono pagati con soldi pubblici per fare ricerca e proteggere l’ambiente.  

IL PRIMO RIFIUTO DI COMPRENDERE L’ENERGIA IDROELETTRICA PRESSURIZZATA CON Il RICICLO DELL’ACQUA c’è stato con il protocollo 0265543 del 04/12/2015 dell’ufficio brevetti Italiano nei confronti del deposito di brevetto dal titolo “Generatori di corrente perpetui mobili con aria o gas compressi e riciclo acqua” n. 102015000048792 del 04/09/2015, dove l’ufficio brevetti italiano scrive:

“Questo Ufficio ritiene che il trovato di cui alla domanda in oggetto non abbia i requisiti di brevettabilità prescritti dalla vigente legge sui brevetti per invenzioni industriali – D.L.vo n.30/05 – in quanto trattasi di un “moto perpetuo” e privo, quindi, del requisito di industrialità (art. 49).  L’oggetto del brevetto tratta, infatti, di una macchina in cui “l’energia che si consuma è prodotta dallo stesso sistema”, ma ciò è in evidente contrasto col principio di conservazione dell’energia. Pertanto, la domanda in oggetto non sarà inviata all’ Ufficio Europeo dei Brevetti per la ricerca di anteriorità e vena’ respinta, come previsto all’ art.1, comma 5, del D.M. 27/06/2008. Si assegna, per eventuali osservazioni al riguardo, il termine di due mesi dalla data di ricevimento della presente, prima di procedere al rifiuto definitivo, ai sensi dell’art. 173, comma 7, del Dlgs. n. 30/05.

La replica del sottoscritto fu la seguente:

Con riferimento, alla domanda in oggetto e al vs. protocollo in oggetto, ricevuto in data 23/03/2016, con la seguente il sottoscritto si oppone alla vostra decisione di rifiuto della domanda, in quanto la stessa non entra nel merito delle caratteristiche tecniche del progetto, tantomeno nei calcoli idraulici allegati, i principi fisici e idraulici citati. Come vi ho già scritto nella replica precedente, del, 15/02/2016 quello che affermate nel vostro provvedimento è completamente privo di senso, poiché la soluzione che propongo non è prodotta da un solo sistema e non è a costo zero. E’ vero soltanto il fatto che è prodotta da fonti inesauribili. Ma questo non può essere un motivo di rifiuto. 

Il sottoscritto, si permette di richiamarvi al vostro dovere di funzionari pubblici italiani, che dovrebbero favorire, non ostacolare, le invenzioni italiane in questi settori delicatissimi per il pianeta in cui hanno vissuto i nostri antenati e vivranno i nostri figli. Purtroppo, per il sottoscritto, sono state proprio le sviste scientifiche ad aggravare i problemi ambientali. Le università i laboratori di ricerca, le aziende private, sono specializzati in singoli settori e non cercano soluzioni multidisciplinari e complete. Gli uffici brevetti sono abituati a esaminare progetti che sfruttano singole tecnologie, soprattutto, in materia energetica, ma questo non significa che non esistano altre possibilità energetiche. In questa replica il sottoscritto ritiene di dover ripartire da zero sulle attuale conoscenze della conservazione dell’energia, almeno dal punto di vista pratico, per avere un franco confronto con chi la pensa diversamente. Confronto che non c’é stato e non può esserci in via giudiziaria, a spese del sottoscritto. Se l’ufficio brevetti basa i propri giudizi su consulenze scientifiche autorevoli, da parte di dipendenti dello stato Italiano, queste dovrebbero essere già pubblicate e di pubblico dominio.  Invece, non c’è nulla che contraddica le mie soluzioni se qualcuno è in grado di entrare nei dettagli delle soluzioni. Con la presente, il sottoscritto prende soltanto atto che l’ufficio Brevetti italiano, pur essendo stato invitato, nella precedente replica a entrare nei dettagli delle soluzioni per indicare con precisione dove si violano i principi della conservazione dell’energia, non lo ha fatto, continuando a basare il proprio giudizio, con leggerezza, su affermazioni generiche, prive di riferimenti scientifici, nonostante gli ingenti mezzi economici di cui dispone lo Stato Italiano, che l’Ufficio Brevetti, rappresenta. Pertanto, il documento che segue è parte integrante di questa replica e riassume le riflessioni fatte dal sottoscritto, in base alla propria esperienza di lavoro e studio, non solo sulla conservazione dell’energia, ma anche sulle leggi della fisica, dell’idraulica e meccanica coinvolte. Nonché sullo stato dell’arte delle tecnologie coinvolte. Infatti, queste soluzioni sono sinergiche. Non le ha proposte e non le ha realizzate nessuno, in tutto il mondo, proprio a causa del fatto che tutti sono in competizione tra di loro per trovare le soluzioni migliori. Per il sottoscritto, invece, che ha trascorso una vita intera a mettere insieme impianti progettati da altri negli stabilimenti industriali e nell’ambiente, solo attraverso le sinergie si possono avere impianti completi e sostenibili. Il documento che segue è pubblicato, in inglese e italiano sul sito internet: https://www.spawhe.eu proprio perché merita un confronto aperto, sui principi generali della conservazione e della trasformazione dell’energia, non a livello nazionale ma mondiale:  https://www.spawhe.eu/relativty-and-technology-in-the-new-hydroelectric-energy/

La suddetta replica non servì a niente, il rifiuto fu confermato. Il ricorso per vie legali comportava un anticipo di spese di circa 600 euro più le spese di giudizio. 

IL SECONDO RIFIUTO DI COMPRENDERE L’ENERGIA IDROELETTRICA PRESSURIZZATA CON Il RICICLO DELL’ACQUA è arrivato su un altro deposito di brevetto dal titolo “Impianto autoclave per sollevamento idrico, produttore di energia idroelettrica” n. 102016000066396 del 27/062016. Questa nuova applicazione riuscì a superare l’ostacolo dell’ufficio brevetti Italiano, ma non quello dell’ufficio Europeo, che scrive:

1 La presente domanda è considerata non applicabile industrialmente.

2 Per quanto riguarda le rivendicazioni e la descrizione nel suo complesso, un effetto tecnico:

producendo energia netta attraverso un flusso di flusso chiuso a tempo indefinitamente autosufficiente in modo che una turbina interposta in questo flusso continua a funzionare in modo continuo e possibilmente utilizzando questa turbina per coprire una domanda esterna di energia mentre nel contempo sia anche in grado di fornire acqua pressata in una rete di distribuzione dell’acqua sembra essere contraria alla prima legge della termodinamica secondo la quale, in un sistema isolato, l’energia può essere trasformata da una forma all’altra ma non può essere creata o distrutta.

3 Infatti, nel dispositivo in questione, l’energia raccolta dalla turbina (2) è al massimo pari all’energia necessaria dal compressore (8) e dalla pompa (4).

4 Anziché fornire un’uscita di potenza netta, l’apparecchio richiesto richiede energia da una sorgente di alimentazione esterna per superare almeno le perdite meccaniche inerenti (come ad esempio attrito, turbolenza nel liquido, perdite nel motore a pompa) cui è soggetto.

5 In conclusione, anche se potrebbe essere possibile costruire un apparato avente i componenti descritti nell’attuale domanda, tale apparato non funzionerebbe nel modo presunto nelle rivendicazioni e nelle descrizioni, in quanto ciò sarebbe in contrasto con le leggi della natura ben consolidate.

6 alla luce di quanto sopra, non è possibile emettere una dichiarazione motivata riguardo alla novità e alla fase inventiva dell’oggetto delle rivendicazioni.

Osservazioni del sottoscritto alla sopra riportata opinione scritta, comunicate all’Ufficio  Brevetti italiano con posta telematica certificata il 13/09/2017:

Alla posizione 2 di tale documento si affermano cose inesatte, poiché il circuito idraulico pressurizzato con l’aria compressa non è un circuito completamente isolato, inoltre, il primo principio della termodinamica non rientra nell’applicazione proposta, non essendoci variazione di temperatura dei fluidi presenti nel sistema, che sono l’acqua non comprimibile e l’aria comprimibile.

 Nell’ IMPIANTO AUTOCLAVE PER SOLLEVAMENTO IDRICO, PRODUTTORE DI ENERGIA IDROELETTRICA, l’energia elettrica che produciamo è dovuta all’insieme dei principi di Pascal e Torricelli, che risalgono alla prima metà del 1600. Infatti, Pascal nel 1646, effettuò il famoso esperimento della botte, mediante il quale dimostrò che collegando a una botte piena di acqua un piccolo tubo verticale di una decina di metri, e riempiendolo di acqua, la pressione interna alla botte aumentava fino al punto che la botte di legno si sfasciava. Mentre Torricelli poco prima, nel 1643, aveva dimostrato che l’acqua che esce da un foro di un serbatoio pieno di acqua esce con una velocità pari alla radice quadrata di 2gh. Questi due principi sono già sufficienti a produrre energia idroelettrica attraverso una turbina con relativo alternatore collegata all’uscita del foro sommerso, indipendentemente dalla presenza o meno di una o più pompe.

 Ho fatto questa premessa per stabilire che la produzione di energia non dipende dalle pompe di circolazione, le quali sono state inserite nel circuito soltanto per recuperare l’acqua e inserirla di nuovo nel serbatoio pressurizzato con il minimo costo consentito dallo stato dell’arte mondiale. Purtroppo, il sottoscritto si è accorto che dopo oltre trecentocinquanta anni dalle esperienze di Pascal e Torricelli, non è stata ancora inventato nulla che consente di recuperare l’acqua con bassi costi energetici per inserirla di nuovo nel serbatoio iniziale, pressurizzato o alla pressione atmosferica. Per questa ragione, il sottoscritto ha inventato “le pompe e le turbine con la doppia alimentazione separata fino alla girante”, le quali consentono di essere alimentate contemporaneamente con due alimentazioni provenienti da altezze idrostatiche diverse. Queste applicazioni sono possibili a patto che le due alimentazioni siano ermeticamente separate fino all’entrata della girante in rotazione. Infatti se i due flussi di acqua si incontrassero prima, e se la girante non fosse in rotazione, l’acqua con pressione maggiore non farebbe entrare l’acqua con pressione inferiore. Invece, se i due flussi si incontrano all’interno della girante in rotazione, avendo la stessa direzione, consentono l’applicazione dinamica del principio di Pascal e all’uscita della girante in rotazione abbiamo la somma delle due portate e la pressione maggiore che è dovuta al massimo battente idrostatico, a cui va sommata la prevalenza della pompa e vanno sottratte le perdite di carico nelle valvole e tubi di collegamento. Le pompe e le turbine con la doppia alimentazione separata fino alle girante sono già un brevetto internazionale del sottoscritto (WO2017/042847).

Ovviamente, nei circuiti pressurizzati con l’aria compressa sono più utili le pompe rispetto alle turbine perché il problema da risolvere non è quello di produrre una maggiore quantità di energia ma quello di recuperare l’acqua con bassi costi di esercizio. Dalla descrizione e dai disegni del sottoscritto si può notare che le pompe e gli impianti di sollevamento idrici avrebbero dovuto essere progettati diversamente per non sfidare la forza di gravita e le pressioni idrostatiche. Le pompe dovevano essere progettate con la doppia alimentazione separata fino alla girante fin dall’avvento dell’era industriale, se i progettisti avessero riflettuto contemporaneamente anche sul modo di aggirare la forza gravitazionale e la pressione idrostatica che si oppone sulla mandata.  Sarebbe bastato pensare che in una pompa centrifuga la forza centrifuga ha sempre una direzione radiale che crea in prossimità del centro della girante (occhio della pompa) una depressione capace di richiamare l’acqua dall’esterno attraverso il tubo di alimentazione dal lato aspirante, in modo di mantenere sempre l’impianto pieno. Questo è valido in tutte le applicazioni idrauliche, soprattutto se le pompe sono alimentate con un minimo di battente idraulico che vince le perdite di carico dovute al tubo di alimentazioni e valvole di intercettazione e ritegno.  Pertanto, se alimentiamo il cosiddetto “occhio della pompa” con due flussi di acqua, nettamente separati, provenienti da altezze idrostatiche diverse, possiamo utilizzare una alimentazione per equilibrare le pressioni in aspirazione e mandata tramite il riciclo interno al serbatoio dotato di maggiore pressione e l’altra alimentazione per far entrare l’acqua con minore pressione nella stessa girante in rotazione. Questo sistema ci avrebbe consentito di aggirare la forza gravitazionale e la pressione in mandata, anche perdendo qualche punto di rendimento i vantaggi sarebbero stati immensi. Tutti gli impianti idraulici mondiali, da assorbitori di energia si sarebbero trasformati in produttori di energia perché il riciclo dell’acqua incomprimibile nell’ambito del volume interno all’acqua stessa, non risente delle pressioni esterne, mentre l’uscita dell’acqua dal circuito, produce energia come scritto sopra, per effetto della pressione di Pascal e l’effetto della stessa pressione sulla legge di Torricelli. La differenza tra l’energia spesa per recuperare l’acqua e quella prodotta dalla turbina idraulica applicando queste semplici invenzioni sarebbe immensa.

Chi ha sbagliato a progettare le pompe e gli impianti di sollevamento non può ammettere  facilmente i propri errori, ma chi ha inventato i nuovi sistemi non può arrendersi facilmente, nell’interesse di tutta la comunità mondiale, evidenziando il fatto che i vantaggi maggiori della modifica delle pompe e degli impianti li possiamo notare, soprattutto, nei circuiti pressurizzati, dove possiamo compattare anche le tubazioni necessarie al riciclo dell’acqua intorno al serbatoio pressurizzato, mentre nelle applicazioni alla pressione atmosferica, il riciclo dell’acqua con la massima pressione idrostatica comporterebbe maggiori costi per le tubazioni di collegamento. Tuttavia, quello che è importante negli impianti idrici del futuro è che lavorino sempre pieni al massimo livello idrostatico per azzerare le spese di sollevamento delle acque sostituendole con quelle di riciclo che sono centinaia di volte inferiori. Nei circuiti realizzati alla pressione atmosferica per la distribuzione idrica si deve usare l’acqua che esce dal troppo pieno, che per gravità può essere distribuita alle utenze, oppure produrre energia in quantità sempre molto superiore a quella spesa. Negli impianti pressurizzati, invece, l’acqua  che è usata per la distribuzione idrica oppure per produrre energia, è quella espulsa dal sistema di pressurizzazione, infatti, tale sistema,  ricevendo attraverso il circuito di riciclo interno più acqua di quanta ne possa contenere, espelle nello stesso istante, dall’unica uscita disponibile, che è quella a cui è collegata la turbina, la stessa quantità di acqua che è entrata, ma per espellerla utilizza la massima pressione, come scritto sopra, dovuta a Pascal e Torricelli, non alla pompa con la doppia alimentazione che l’ha introdotta.

Pertanto chi asserisce che la turbina (2), non può ricevere più energia di quella assorbita dal compressore (8) e dalla pompa (4), non è in grado di comprendere l’importanza di questa invenzione, che consente di rendere indipendenti i tre circuiti, ispirandosi al sistema naturale che avviene in natura:

1) L’aria compressa agisce staticamente con il cuscino di aria e se una parte non si disciogliesse nell’acqua (tra l’altro con effetti depurativi), eserciterebbe all’infinito la propria pressione senza consumarsi, esattamente come avviene con la pressione atmosferica che agisce sugli oceani addensata dalla forza gravitazionale, ma con una pressione molto superiore, consentita dai compressori inventati dell’uomo. 

2) Il circuito idraulico che alimenta la turbina somma invece la pressione dell’aria compressa a quella dell’acqua, ma poiché il livello dell’acqua non si abbassa perché la stessa quantità di acqua rientra nel serbatoio pressurizzato attraverso la pompa con la doppia alimentazione separata, la turbina può produrre energia all’infinito in proporzione alla portata di acqua che la attraversa.

3) Il circuito idraulico che alimenta la pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante, sfrutta nella girante il principio di Pascal, ma poiché nel serbatoio autoclave non può entrare più acqua di quella che esce  attraverso la turbina,  per il principio dell’impenetrabilità dei corpi (due corpi non possono occupare lo stesso spazio nello stesso tempo), noi produciamo energia solo con l’acqua che esce in alta pressione, mentre la introduciamo spendendo poca energia, a causa del fatto che sfruttiamo il secondo l’ingresso, della pompa, che oggi non esiste perché nessuno lo ha inventato, facendo i ragionamenti del sottoscritto.

I tre circuiti sono indipendenti l’uno dall’altro ma producono energia solo con l’acqua espulsa dai regimi fisici e idraulici energetici più favorevoli alla conservazione dell’energia, che sono come detto sopra, il principio di Pascal che conserva la pressione dell’aria compressa al massimo della sua forza facendo circolare invece dell’aria, l’acqua che non si comprime, la quale, tuttavia, circolando a volume costante nell’ambito del volume di acqua accumulato,  non richiede energia elettrica per il sollevamento del livello idrostatico e nemmeno per vincere la pressione del cuscino di aria come negli attuali impianti autoclave.  In questi impianti il cuscino di aria non si espande ma esercita staticamente la propria pressione sull’intera superficie dell’acqua del serbatoio, per cui l’acqua che esce dalla turbina sfrutta l’intero salto di pressione, ma dalla turbina esce acqua, non aria, essendo l’alimentazione della turbina sommersa nell’acqua.  

Affinché l’acqua in bassa pressione scaricata dalla turbina rientri nel circuito pressurizzato sono necessarie solo due condizioni: che l’uscita che alimenta la turbina sia aperta e che la pompa con la doppia alimentazione separata sia in funzione, a qualsiasi velocità di rotazione. La velocità di rotazione della pompa incrementa la portata in ingresso e in uscita, mentre la pressione non dipende dalla pompa e dal motore collegato alla pompa ma soltanto dalla pressione statica dell’aria sull’acqua (esattamente come avviene in natura nei pozzi artesiani che sono pressurizzati con la pressione atmosferica). Chi ha progettato gli attuali impianti idraulici, idroelettrici, termici, nucleari, solari, eolici, senza selezionare i principi più o meno favorevoli alla conservazione dell’energia nella fase recupero delle risorse e nella fase di produzione dell’energia, non può continuare a fingere di non comprendere che l’acqua è l’aria, insieme costituiscono la fonte energetica più potente del pianeta. Non solo perché la pressione si può moltiplicare ben oltre le attuali resistenze dei materiali, ma anche perché più aumentiamo la pressione, più solubilizziamo ossigeno nell’acqua con effetti depurativi. Questi ragionamenti non nascono dal nulla, ma nel caso del sottoscritto, dopo aver partecipato a realizzare molti impianti industriali, di sollevamento e depurazioni tradizionali, attingendo delle tecnologie esistenti all’attuale stato dell’arte. Impara l’arte e mettila da parte serve soprattutto a migliorare lo stato dell’arte, dove gli esperti del settore credevano di aver raggiunto il massimo dell’efficienza, senza aver mai superato i vizi di origine dei sistemi, come l’energia nucleare che non ha superato i problemi della sicurezza e della radioattività delle scorie, l’energia fossile che non ha superato l’inquinamento dei fumi, e le pompe di sollevamento che non hanno trovato il modo di aggirare la forza di gravità e le pressioni idrostatiche in mandata.  Poiché soprattutto i motori termici e le pompe, sono diffusi dappertutto, in miliardi di esemplari, è necessario rivedere l’intero sviluppo mondiale, mettendo a confronto tutte le soluzioni dove si usano pompe, motori, alternatori, bruciatori, alla luce dell’energia idroelettrica compressa che l’unica energia interattiva con alti rendimenti energetici e depurativi. Da questo confronto senza ipocrisia, dovrebbero scaturire le cose da salvare e quelle da rottamare. Per il sottoscritto, è necessario concentrarsi soprattutto, sulla ricerca dei materiali che ci consentiranno di sfruttare al massimo le pressioni dell’energia idroelettrica pressurizzata.  La cosa non è molto complicata, perché, come ho scritto le pressioni si sfruttano staticamente senza sollecitazioni termiche.

Già oggi esistono materiali leggeri e resistenti che possono sostituire le attuali giranti in ghisa, come le fibre di carbonio e il kevlar, per essere montate sui motori idroelettrici compressi che faranno viaggiare auto e aerei senza combustibili e con pressioni di esercizio molto superiori a quelle consentite dai motori a combustione interna che non superano il rendimento del 35% del potere calorifero inferiore del combustibile, e dei motori a reazione degli aerei, che per avere maggiore potenza, non superano il 25% dello stesso  rendimento. L’attuale arretratezza dello stato dell’arte dell’ambiente e dell’energia è assurdo, se si considerano anche tutti i costi necessari alla produzione dei combustibili e tutti i problemi che stiamo vivendo a causa del riscaldamento globale, compresi i tifoni, che si stanno incrementando in modo iperbolico negli ultimi anni.  Pascal e Torricelli aspettano da oltre trecento cinquanta anni l’invenzione della pompa con la doppia alimentazione separata e il circuito pressurizzato della circolazione dell’acqua a senso unico nelle turbine idrauliche, che sfrutterebbero razionalmente i loro principi sottovalutati. Ovviamente, quando parlo di acqua nei mezzi di trasporto, non mi riferisco all’acqua pura, ma con gli additivi necessari anti ossidanti, che preservano l’usura e la durata dei materiali delle pompe delle turbine e degli alternatori sommersi nell’acqua per ragioni di spazio. L’acqua riciclata nei mezzi di trasporto non è come l’olio lubrificante, è come l’acqua del radiatore, può essere riciclata all’infinito, anche se conterrà qualche additivo antiossidante, non produrrà danni ecologici.            

Il sottoscritto, vuole sperare che almeno gli esaminatori italiani comprendano l’errore commesso non solo dagli esaminatori Europei, ma anche dai professori e scienziati che stanno risaldando il pianeta con l’energia termica dall’avvento dell’era industriale per non aver ideato prima del sottoscritto questo semplicissimo circuito. Il sottoscritto, che non ha dubbi sulla validità della propria invenzione, che può essere applicata in tutti i settori della attività umane, con potenze sviluppate anche superiori all’energia termica senza produrre nessuna forma di inquinamento. Infatti, negli impianti termici, non è il calore prodotto nelle camere di scoppio a produrre energia ma la pressione conferita ai fumi caldi che escono dalla camera di scoppio e fanno muovere i pistoni collegati a un albero a gomito, oppure fanno girare una turbina a gas.

Può sembrare strano, che questa invenzione così semplice e logica arrivi dopo oltre cento anni di uno sfrenato uso dell’energia fossile che ha quasi distrutto il pianeta. Ma la validità del funzionamento della pompa con la doppia alimentazione, è confermata dalle stesse pompe multistadio con girante chiusa con le quali oggi è possibile raggiungere pressioni in mandata fino a 100 bar facendo entrare acqua in bassa pressione dal lato aspirante. Se questo è possibile (per la precisione delle lavorazioni meccaniche degli organi di tenuta e delle giranti in rotazione), a maggior ragione è possibile il funzionamento delle pompe con la doppia alimentazione separata, dove la pressione in aspirazione e mandata è equilibrata dal circuito di riciclo interno al serbatoio pressurizzato. Pertanto, in questi circuiti, dove la pressione che alimenta la turbina, o pompe usate come turbine, è sfruttata staticamente e a temperatura ambiente, facilmente si potranno usare anche pressioni superiori ai cento bar, mentre la pressione dinamica in una camera a scoppio arriva a circa quaranta bar e si deve rinnovare con una serie di scoppi successivi senza non farla  abbassare, come avviene nei motori a scoppio, oppure con un flusso continuo di combustibile nelle camere di combustione dei motori a reazione.

Di fronte ai colpevoli silenzi che sta mostrando anche la scienza pubblica mondiale, che dovrebbe essere al di sopra degli interessi privati, il sottoscritto, per altre vie, parallele ai depositi di brevetto, si sta rivolgendo ai Tribunali Internazionali per fare chiarezza su questo aspetto fondamentale per l’ambiente e il progresso. Questo coinvolge anche i concetti della proprietà industriale e intellettuale dei brevetti stessi a livello internazionale. Infatti, il sottoscritto chiede ai Tribunali Internazionali, la separazione netta tra la proprietà intellettuale e quella industriale, soprattutto per il riconoscimento dell’attività inventiva, la quale per definizione è caratterizzata dal fatto che non deve essere facilmente comprensibile delle persone esperte del settore. Purtroppo, molti, compresi gli enti di ricerca pubblici, fingono di non comprendere le invenzioni, soprattutto, se hanno commesso errori scientifici e tecnologici. Altri fingono di non comprenderle perché hanno sbagliato gli investimenti dall’origine dell’era industriale. Pertanto, attualmente, la proprietà industriale che esclude i diritti degli inventori privi di capitali, sta creando più danni che benefici all’ambiente e all’economia mondiale.

Le attuali normative sulla proprietà sono incomplete perché le invenzioni oltre ad essere applicabili industrialmente devono essere applicabili anche dal punto di vista ambientale, chiudendo i cicli termici, chimici, fisici che aprono. Questa condizione, oggi non è soddisfatta negli impianti fissi e a maggior ragione non può essere soddisfatta nei miliardi di impianti energetici mobili montati sui mezzi di trasporto e di lavoro.  Il modo migliore per produrre energia compatibile positivamente con l’ambiente è quello di non aprire cicli che non si possono chiudere per ragioni di spazi a disposizione o per ragioni di costo economico. Infatti, non può esserci nessuna energia più economica di quella prodotta con l’acqua e l’aria, soprattutto se l’aria si può usare ad altissima pressione, staticamente, senza farla espandere, facendo circolare ed espellere l’acqua incomprimibile per mezzo dell’uso della pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante.

L’onere della prova non si può lasciare agli inventori privati che non hanno i soldi per le sperimentazioni e depositare i brevetti internazionali. Mentre gli uffici brevetti, quando non trovano applicazioni similari, non possono arrivare alla facile conclusione, che l’inventore violi i principi scientifici scolastici legiferati, i quali sono validi solo in sistemi isolati. Gli esaminatori dei brevetti non possono assumersi la responsabilità di giudicare da soli invenzioni che coinvolgono scelte strategiche scientifiche collegiali mondiali. Infatti, l’energia idroelettrica pressurizzata con l’aria compressa, che non è mai nata, ha le potenzialità per essere molto più potente dell’energia termica (raggiungendo pressioni di esercizio molto superiori), pur abbinando alla produzione di energia effetti depurativi delle acque. Le invenzioni energetiche e depurative moderne non possono basarsi su singoli principi scientifici e tecnologici, ma devono indagare oltre l’energia termica, quella nucleare, con il salto geodetico, quella solare ed eolica, creando un’energia non solo potente, ma anche interattiva, sfruttando bene e contemporaneamente le proprietà dell’acqua e dell’aria insieme. Infatti, incrementando la pressione dell’aria, oltre a moltiplicare le capacità produttive di energia proporzionalmente alla pressione, possiamo anche moltiplicare le capacità depurative sfruttando le leggi di Henry e Dalton.  Se l’intera scienza che ha fallito clamorosamente in questi settori, portandoci al riscaldamento globale, come può un singolo esaminatore di brevetti affermare che non si possono seguire altre strade, soprattutto se le proposte vengono da chi ha vissuto per quasi mezzo secolo esperienze pratiche industriali e ambientali? E’ necessario che i legislatori obblighino gli enti ricerca pubblici a sperimentare le soluzioni sinergiche sopra gli interessi di parte, riconoscendo la proprietà intellettuale delle invenzioni indipendentemente da quella industriale, anche retroattiva (come agli scrittori), viste le difficolta che incontrano gli inventori privati che si occupano di soluzioni ambientali ed energetiche ad essere compresi, non solo dagli uffici brevetti, ma anche dalle autorità dell’ambiente, dell’energia, e dagli imprenditori. Tra quelli che non comprendono, qualcuno può essere in buona fede, ma molti fingono di non comprendere, oppure hanno l’ordine di non comprendere. La Scienza per non sbagliare deve essere applicata e sperimentata globalmente, in ogni dettaglio, come è avvenuto attraverso il Taylorismo, purtroppo applicato solo per risolvere i problemi della produttività industriale. Quando non funziona non ci si deve fermare ma superare l’ostacolo cambiando soluzione. Per questo le soluzioni devono essere multidisciplinari. L’importante è chiedere tutti i cicli che si aprono. Per questo l’energia idroelettrica compressa non solo è la più potente, ma anche la più economica di tutte: non apre inutili e costosi cicli termici, ma soltanto cicli fisici che moltiplicano gli effetti energetici e depurativi.

Le applicazioni scientifiche interattive tra acqua e aria per essere esatte devono essere applicate globalmente e sperimentate in tutte le versioni possibili, alle diverse pressioni di esercizio, con diversi tipi di pompe e turbine e ai diversi numeri di giri delle pompe per determinate i migliori rendimenti per ogni applicazione. Questo fino ad oggi non è stato fatto perché l’attuale sviluppo ha privilegiato la proprietà industriale delle aziende private, alla quale hanno collaborato anche gli enti di ricerca pubblici vendendo i propri brevetti per finanziarsi.  Riconoscendo anche agli enti di ricerca una tangibile proprietà intellettuale e lasciando accessibili a tutti le invenzioni ambientali ed energetiche si potrà avere uno sviluppo sostenibile evitando che molti fingano di non comprendere. Chi non comprende veramente, non deve poter fare danni, sia pure, in buona fede. Gli organi di governo mondiali, compresi gli uffici brevetti devono essere inseriti in un’organizzazione scientifica del lavoro che consenta in ogni caso si individuare le soluzioni migliori, come avviene oggi per la produttività industriale. Questo sistema si potrebbe definire Taylorismo Globale. Oggi, purtroppo, esiste solo il Taylorismo industriale, manca quello ambientale ed economico globale. Infatti, abbiamo realizzato le grandi produzioni di serie, ma abbiamo sbagliato l’energia per farle funzione rispettando l’ambiente e l’economia mondiale. Quando avremo raggiunto un’organizzazione scientifica del lavoro perfetta e globale, gli aggiornamenti scientifici e tecnologici diventeranno automatici in tutti i settori. Non potranno commettere errori sia gli inventori, sia gli esaminatori dei brevetti.  Ma siamo lontani da tale fase se non si inizia da subito a produrre energia idroelettrica compressa che è l’unica al mondo che non solo non costa niente, a parte l’usura delle macchine, ma più ne produrremo, più proteggeremo e raffredderemo il pianeta.      

Si rimane a completa disposizione dell’Ufficio per qualsiasi ulteriore delucidazione.

IL TERZO RIFIUTO DI COMPRENDERE L’ENERGIA IDROELETTRICA PRESSURIZZATA CON Il RICICLO DELL’ACQUA  è avvenuto ugualmente, nonostante le lunghe e articolate  descrizioni riportate nei depositi di brevetti  e le repliche del sottoscritto ai rifiuti dei depositi di brevetti precedenti. Gli uffici brevetti non hanno  tenuto conto  della documentazione e dei calcoli presentati e  l’ufficio brevetti italiano in occasione deposito di brevetto dal titolo “Sistema di trasporto aerospaziale idroelettrico pressurizzato con turboventilatori e iniezione di aria compressa”  n. 102017000059993 del 01 giugno 2017,  ha scritto: 

“Questo Ufficio ritiene che il trovato di cui alla domanda in oggetto non abbia i requisiti di brevettabilità

prescritti dalla vigente legge sui brevetti per invenzioni industriali – D.L.vo n.30/05 – in quanto privo del

requisito di industrialità (art. 49). Nella misura in cui la presente domanda potrebbe essere intesa, l’oggetto del brevetto è costituito da un sistema di trasporto spaziale che sfrutta l’energia elettrica pressurizzata utilizzando solo aria e acqua. Nel sistema in questione, l‘energia raccolta dalla turbina è attualmente pari all’energia richiesta dalle pompe per riciclare l’acqua e l’energia necessaria a vincere le perdite meccaniche come l’attrito e la turbolenza nel liquido sembra generarsi dal nulla. In conclusione, anche se si potesse costruire un sistema con gli elementi descritti nella documentazione presentata, esso non funzionerebbe nel modo richiesto nelle rivendicazioni e nella descrizione in quanto ciò sarebbe contrario al principio di conservazione dell’energia. Pertanto, la domanda in oggetto non sarà inviata all’Ufficio Europeo dei Brevetti per la ricerca di anteriorità e verrà respinta, come previsto all’art.1, comma 5, del DM. 27/06/2008.

Questa misera lettera, priva di contenuti tecnici e scientifici, dimostra che gli esaminatori dei brevetti italiani non leggono nemmeno le relazioni tecniche degli inventori, e ripetono come pappagalli le istruzioni ricevute dall’ufficio Europeo. Sarebbe più dignitoso custodire semplicemente i depositi di brevetti senza esprimer giudizi scientifici, ma solo sull’anteriorità di invenzioni similari. Quello che dispiace e che non lascia nessuna speranza di miglioramento di questo sistema è il fatto che L’organizzazione principale, da cui dipendono quella europea e italiana, è sotto la guida delle Nazioni Unite: WIPO.

Questa notifica mi fù inviata il 10/10/2017, ma io ne sono venuto a conoscenza il giorno 10/02/2018, in cui per caso aprii la casella della posta certificata. Mi accorsi per la prima volta, che stranamente, l’ufficio brevetti  Italiano, negli ultimi mesi alterna l’invio delle notifiche con lettere cartacee  (tramite lettera raccomandata) e altre con la posta certificata, che in Italia non essendo entrata nell’uso ordinario, facilmente può sfuggire a utenti come il sottoscritto  che non svolgono attività legali, essendo un semplice pensionato.  Pertanto, non ho potuto presentare la mia replica, che comunque non sarebbe servita a niente, poiché fin dalle prime osservazioni ho sempre replicato che l’energia idroelettrica con il riciclo dell’acqua, non rientra nei principi legiferati sulla conservazione dell’energia. Se loro insistono a notificare sempre le stesse cose per tutte le applicazioni, che l’inventore ha il dovere di sviluppare per far comprendere al mondo intero l’importanza dell’invenzione, senza giustificarle scientificamente, costringono soltanto gli inventori a sostenere spese legali, che non possono sostenere. Commettono un abuso di potere, che nel caso in oggetto, va contro gli interessi generali.  Loro possono astenersi dallo spendere soldi per la ricerca di anteriorità dell’invenzione che certamente non esiste, quindi ripetendo le stesse osservazioni e la minaccia di non trasmettere l’invenzione agli uffici europei che la pensano allo stesso modo, a che cosa mirano? Per il sottoscritto e sufficiente che abbiano registrato il brevetto e che mi abbiano comunicato che non intendono mandarlo avanti. Per il sottoscritto è la stessa cosa. Ma per le Nazioni Unite dovrebbe essere una piccola conferma che l’attuale sistema dei brevetti non aiuta lo sviluppo, discrimina sulle invenzione degli inventori privati, non riconoscendo i diritti di autore e addirittura non vogliono nemmeno registrare i depositi di brevetto per non riconoscere nemmeno la proprietà morale delle invenzioni.

Naturalmente, questo è successo anche per altri depositi di brevetto e non penso che il problema riguardi solo il sottoscritto. Quello che è grave è il fatto che nelle notifiche che continuano a inviare con lettere cartacee, loro non avvisano gli inventori che le lettere cartacee le stanno eliminando e non invitano a controllare la posta elettronica. Se avessero avvisato gli inventori il problema non sarebbe nato. 

Il sottoscritto, oltre al deposito di brevetto sopra menzionato non ha risposto ad altre quattro notifiche, di cui, tre riguardano altri impieghi dell’energia idroelettrica pressurizzata che hanno ricevuto la stessa insanabile osservazione di non rispettare i principi della conservazione dell’energia.

IL QUARTO RIFIUTO DI COMPRENDERE L’ENERGIA IDROELETTRICA PRESSURIZZATA CON Il RICICLO DELL’ACQUA

–  impianti idroelettrici pressurizzati sommersi in bacini con sollevamento e ossigenazione. n. deposito 102016000111938 del 08 novembre 2016; – impianti idroelettrici pressurizzati sommersi in pozzi con sollevamento e ossigenazione. n. deposito 102016000111939 del 08 novembre 2016;

Questi impianti sono importanti anche per l’ambiente perché, attualmente attraverso i depuratori passa soltanto una piccola percentuale delle acque inquinate. Producendo energia nei bacini e nelle falde, oltre a risparmiare economicamente e a non emettere emissioni nell’atmosfera, possiamo depurare gratis anche le acque che non passano nei depuratori. Inoltre, con gli stessi impianti possiamo sollevare le acque alte in zona di sicurezza per difenderci dalle alluvioni.  Questi depositi di brevetto si possono trovare su   https://www.spawhe.eu/hydroelectric-energy-italian-files/.

IL QUINTO RIFIUTO DI COMPRENDERE L’ENERGIA IDROELETTRICA PRESSURIZZATA CON Il RICICLO DELL’ACQUA

– sistema idraulico domestico pressurizzato, produttore di energia idroelettrica. n. deposito 102016000130510 del 23 dicembre 2016;

 Questo impianto è importantissimo perché consente la produzione di energia pulita, riscaldamento e condizionamento a tutte le ore del giorno e della notte anche ai poli artico e antartico e nei deserti senza combustibili. Questo deposito di brevetto si può trovare su https://www.spawhe.eu/pressurized-domestic-hydraulic-energy-system/

UN CASO A PARTE E’ IL SEGUENTE IMPIANTO:

–  impianto galleggiante, idroelettrico, dissalatore, estrattore di calcio e carbonio dalle acque marine profonde. N. deposito 102016000058018 del 16 novembre 2016. Questo impianto è importantissimo poiché consente di estrare delle pronità marine, al largo degli oceani, lontano da terremoti e tsunami, gli elementi necessari per produrre in superficie il fitoplancton che consente la produzione di zooplancton che attualmente è prodotto soltanto nel 5% delle acque oceaniche, vicino alla terra ferma dove le correnti marine producono il welling naturale.  Con questo impianto avverrebbe il welling artificiale e la dissalazione dell’acqua per creare isole artificiali abitabili e incrementare l’attività della pesca.

Quest’impianto è stato particolarmente sfortunato perché fu presentato anche in una versione precedente  con il titolo “impianti idrovori marini sospesi a piattaforme galleggianti per down e upwelling “ n. di deposito 10201140902298581 del 06 ottobre  2014. Fui accusato di non aver risposto a una lettera per posta cartacea, che non ho mai ricevuto. Poiché Il ricorso legale costava molto di più ho preferito cambiare il nome dell’invenzione e aggiungere il sistema di dissalazione dell’acqua, depositando di nuovo il brevetto nell’anno 2016.  Gli esaminatori europei hanno dichiarato che questo impianto ha le caratteristiche di novità e di applicabilità industriale ma manca di inventiva.  Io penso che l’inventiva manca a tutti gli enti pubblici mondiali. Io vorrei comprendere, come fanno a scrivere una cosa del genere mentre il plankton la natura negli oceani lo produce solo nel 5 % della superficie marina e sta diminuendo insieme a molte specie di pesci e le barriere coralline?  Questo deposito di brevetto si può trovare su https://www.spawhe.eu/artificial-welling-italian-files/

Un’altra conferma che gli uffici brevetti si devono limitare a fare osservazioni formali e a segnalare i documenti rilevanti senza esprimere giudizi scientifici e tecnici lo dimostra quest’altro episodio che è successo con il deposito di brevetto “auto idroelettrica con coppia motrice periferica alle ruote” n. 102016000087373 del 26 agosto 2016, che invece mi è stato recapitato per posta ordinaria, alla quale ho risposto regolarmente è ancora peggio. Infatti, sono stato costretto a replicare con la seguente lettera: 

In riferimento alla lettera ministeriale datata 31 / 05 / 2017. Prot. N.206692, ricevuta il 16/06/2017, la presente è intesa a fornire a Codesto Ufficio le argomentazioni del richiedente a sostegno della brevettabilità dell’invenzione oggetto della domanda di brevetto in esame così come previsto dall’Art. 5 (1) del Decreto Ministeriale del 27Giugno 2008.

Nell’opinione scritta non è riconosciuta l’attività inventiva dell’invenzione.

Le spiegazioni di questo mancato riconoscimenti sono riportate nell’allegato al riquadro N. V, dell’opinione scritta, di cui riporto di seguito la sintesi, che fa riferimento ai seguenti documenti:

D1) WO2010/098881 A2: titolo originale HYBRID BRAKING SYSTEM

D2) US 2009/173066 A1: titolo originale HYDRAULIC BRAKE ENERGY REGENERATION SYSTEM FOR ELECTRIC ENERGY STORAGE AND VEHICLE DRIVE ASSIST 

D3) US 2004/263099A1:  titolo originale ELECTRIC PROPULSION SYSTEM

D4 US2010/078253A1:  titolo originale PNEUMATIC POWERTRAIN FOR AN AUTOMOTIVE VEHICLE

D5 US2005/227131A1: titolo originale FUEL CELL SYSTEM

Secondo gli esaminatori, la presente domanda non soddisfa i criteri di brevettabilità, in quanto l’oggetto della rivendicazione 1-10 non comporta un passo inventivo.

Osservazioni del sottoscritto alla sopra riportata opinione scritta:

“Gli esaminatori sono arrivati a tale decisione considerando rilevanti i documenti sopra citati, che invece non hanno nulla in comune con l’invenzione del sottoscritto per le seguenti ragioni:

Il titolo dell’invenzione del sottoscritto è AUTO IDROELETTRICA CON COPPIA MOTRICE PERIFERICA ALLE RUOTE. Tale titolo sintetizza al massimo l’oggetto dell’invenzione che intende produrre energia idroelettrica con acqua riciclata a bordo dell’auto, la quale alimenta i motori elettrici applicati non sull’asse delle ruote ma alla periferia delle stesse, non per risparmiare l’energia assorbite dall’auto (la quale prodotta con il riciclo dell’acqua e senza consumare nemmeno l’aria compressa, non costa quasi nulla) ma per ridurre la dimensione dell’impianto idroelettrico, affinché possa entrare nel cofano dell’auto. I principi fisici sui quali si basa la produzione di energia si basano sull’espansione della pressione di Pascal in un serbatoio pressurizzato e l’energia cinetica che si sviluppa attraverso un foro che alimenta una turbina idraulica sotto un battente idraulico; mentre il recupero dell’acqua scaricata della turbina avviene per mezzo dell’invenzione della pompa con la doppia alimentazione separata e un circuito di riciclo interno dell’acqua pressurizzata. Gli esaminatori europei non tengono conto dei principi di funzionamento degli impianti, nemmeno dell’invenzione della pompa con la doppia alimentazione separata, che non esiste attualmente, e nemmeno del circuito interno di riciclo dell’acqua pressurizzata che si svolge a senso unico all’interno del serbatoio dell’autoclave, senza far espandere e comprimere il cuscino di aria compressa. Non tengono conto nemmeno della natura del liquido che circola nel circuito (se è acqua o olio) e nemmeno se la pressione dell’impianto è effettuata con aria compressa, oppure con un’altra fonte energetica, tuttavia affermano che gli impianti si assomigliano, per cui non esiste l’attività inventiva. 

Invece, per il sottoscritto, che ha esaminato attentamente i documenti, ritenuti rilevanti degli esaminatori, il documento D1 non è un impianto idroelettrico che produce energia che serve alla motorizzazione diretta dell’auto ma soltanto un sistema che recupera energia dal circuito frenante con circolazione, non di acqua ma di olio idraulico. Si ripotano di seguito le rivendicazioni di tale invenzione per far comprendere almeno agli esaminatori italiani che tale invenzione non ha nulla a che vedere con l’auto idroelettrica che è completamente autonoma dal punto di vista energetico e non ha bisogno di recuperare energia tramite il sistema frenante perché qualsiasi sistema di recupero costerebbe di più dell’energia prodotta con acqua e aria, dal generatore di corrente idroelettrica montato nel cofano motore al posto del motore termico. Tuttavia, se qualcuno volesse recuperare l’energia dal sistema frenante potrebbe farlo liberamente senza interferire con il sistema energetico idroelettrico principale, che è quello del sottoscritto. Queste considerazioni sono valide anche per il documento D2 che ugualmente è irrilevante per le stesse ragioni, come spiegato nei dettagli”.  Questo deposito di brevetto si può trovare su  https://www.spawhe.eu/hydroelectric-power-auto-with-torque-peripheral-to-the-wheels/

Questo episodi, al di là degli aspetti burocratici confermano l’incompetenza tecnica e scientifica degli esaminatori e ancora di più che gli inventori di soluzioni di pubblica utilità, devono essere liberi di inventare senza preoccuparsi degli aspetti burocratici, delle procedure e dell’applicabilità immediata dell’invenzione. Chi deve decidere sull’utilità di invenzioni importanti per la comunità internazionali non possono essere gli uffici brevetti.  Ma la comunità scientifica mondiale, che deve assumersi le proprie responsabilità, presso le NAZIONI UNITE. Per questa ragione, almeno per questi tipi di invenzioni, la proprietà intellettuale deve essere sparata da quella industriale. Troppi interessi di parte e troppa ignoranza scientifica possono condizionare le scelte.  Gli uffici brevetti si devono limitare a ricevere, protocollare la data di ricevimento e custodirla, per riconoscere all’inventore, non la proprietà industriale, ma il merito di aver inventato una nuova soluzione di sopravvivenza, se la vita dell’uomo ha qualche valore. Agli inventori i cavilli burocratici non devono interessare, altrimenti questi tipi di invenzioni non verranno mai fuori.

Io ritengo che gli uffici brevetti non sono degli organi scientifici autorizzati a sentenziare sui principi della conservazione dell’energia, che nell’ambiente acquatico, non sono stati approfonditi nemmeno nelle migliori università mondiali. Per il momento, solo il sottoscritto ha compreso che nell’ambiente acquatico i principi della conservazione dipendono da come si progettano le macchine e gli impianti e dai principi di Newton,  Pascal, Torricelli, Henry, Bernoulli, applicati sinergicamente, come ha dimostrato chiaramente il sottoscritto, in tutte le applicazioni depositate come brevetti e in tutte le pubblicazioni riportate sul sito web https://www.spawhe.eu,  sulle quali la scienza ufficiale ha sempre taciuto. Sarebbe ora che le autorità mondiali delle Nazioni Unite, ordinassero a scienziati onesti e imparziali di documentarsi e di rispondere ufficialmente sugli impianti proposti dal sottoscritto, altrimenti perdono di prestigio anche le stesse Nazioni Unite.

Sono io il primo a confermare quello che asseriscono gli uffici brevetti: è ovvio che in un circuito chiuso la turbina non può produrre più energia di quella che assorbe la pompa, ma il vero problema è che gli uffici brevetti non comprendono la differenza tra un circuito aperto e un circuito chiuso, nonostante io abbia provato a spiegarlo in tutte le descrizioni dei brevetti e dei ricorsi riportati in questo documento, affinché lo comprendano anche i lettori e soprattutto i giudici internazionali, che in qualche modo devono provvedere che si realizzino delle dimostrazioni pratiche nell’interesse mondiale.

 Probabilmente, non lo comprendono nemmeno i professori che li hanno formati nelle università e tutti quelli che tacciono su questo argomento. Negli impianti che propone il sottoscritto l’energia la produce la turbina in un circuito aperto scaricando la pressione fornita dall’atmosfera o dall’aria compressa, mentre la pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante, è una pompa speciale rispetto a quelle attualmente esistenti, in quanto è l’anello di congiunzione tra il circuito aperto  della turbina e il circuito  di riciclo dell’acqua interna al volume maggiore  di acqua  accumulata, che può essere pressurizzata dalla stessa atmosfera, oppure con l’aria  compressa, appositamente accumulata nel serbatoio. In ogni caso l’energia prodotta dalla turbina è sempre molto superiore all’energia assorbita dalla pompa, poiché negli impianti aperti abbiamo come minimo la pressione atmosferica che è 10 metri di colonna d’acqua, a cui si aggiunge il battente idrostatico dell’acqua, mentre il riciclo dell’acqua nell’ambito del volume di acqua accumulato non deve vincere la pressione atmosferica e nemmeno quella dell’aria compressa di qualsiasi serbatoio pressurizzato. E’ sufficiente la prevalenza di un solo metro di colonna di acqua per far circolare l’acqua internamente al proprio volume perché la pressione idrostatica non può opporsi all’energia cinetica che si sviluppa internamente per qualsiasi ragione e in particolare per mezzo di una pompa.  Non bisogna considerare il funzionamento delle pompe attuali che sollevano le acque ma soltanto quelle di circolazione che hanno le pressioni statiche equilibrate in aspirazione e mandata L’unico modo per fare entrare l’acqua dalla pressione atmosferica in un circuito di riciclo chiuso pressurizzato senza vincere la pressione è quello di aggirare la pressione. Ma non lo possiamo fare mettendo in parallelo alla pompa di riciclo una pompa di alimentazione poiché questa dovrebbe avere una prevalenza superiore al cuscino di aria che pressurizza il serbatoio. Pertanto, è necessario modificare le attuali pompe centrifughe di circolazione in bassa pressione, dotandole di una alimentazione separata, ma questa alimentazione deve arrivare radente alla girante perché l’acqua di riciclo pressurizzata, non deve venire a contatto con l’acqua di alimentazione prima di entrare nella girante, altrimenti ne impedisce l’entrata. E’ ovvio che una volta modificato l’ingresso dell’acqua nella pompa, l’intero circuito funziona in un altro modo: con un’alimentazione ricicla l’acqua del circuito pressurizzato e con l’altra alimenta l’acqua che esce dal circuito, poiché i due flussi vanno nella stessa direzione senza contrastarsi. Se è chiusa la valvola che alimenta la turbina, l’acqua non esce dal serbatoio pressurizzato. In questo caso, l’acqua alla pressione atmosferica non entra nell’impianto poiché la prevalenza della pompa non è in grado di comprimere il cuscino di aria, ma il riciclo dell’acqua interno continua regolarmente attraverso la seconda alimentazione.  Questo è un vantaggio immenso dal punto di vista energetico, poiché conferma che possiamo mantenere costante il livello dell’acqua con la piccola prevalenza della pompa di circolazione compensando la quantità di acqua che esce dal serbatoio  in alta pressione: infatti, se manteniamo costante il livello dell’acqua, manteniamo costante anche la pressione del cuscino di aria, il quale non espandendosi non diminuisce la pressione di spinta e nello stesso tempo non richiede la messa in esercizio del compressore che assorbe energia.

Questo significa che nel circuito idroelettrico pressurizzato, nella turbina, con bassissimi costi abbiamo una autentica moltiplicazione dell’energia assorbita dalla pompa che possiamo anche dividere su molti impianti paralleli che sfruttano la stessa quantità di acqua, moltiplicando ulteriormente l’energia prodotta fino a ad alimentare una quantità sufficiente di motori elettrici che fanno girare turbo ventilatori  e compressori che in grado di muovere i mezzi di trasporto terrestri marini e aeronautici.  Questo è stato spiegato ampiamente agli esaminatori dei brevetti che non solo non hanno compreso le spiegazioni, ma continuano ad asserire genericamente che sono contrari ai principi della conservazione dell’energia, senza specificare quali sono questi principi.

I principi legiferati dalla scienza con chiarezza sono quelli della termo dinamica che non centrano niente con l’idroelettrico e quelli del moto dei corpi studiati e sperimentati nello spazio che nemmeno centrano. I principi della fluidodinamica non hanno una soluzione generale in forma chiusa, e vengono risolti solo con la metodologia della fluidodinamica computazionale (detta, in breve, CFD) ovvero tramite metodi numerici al calcolatore. Questi metodi servono a calcolare la quantità di moto, non a studiare le soluzioni che consentono il risparmio energetico nella fase di recupero dell’acqua e l’incremento della produzione di energia nella fase di produzione.  Lo dimostrano i complessi calcoli delle perturbazioni di moto vario degli attuali impianti di sollevamento idraulici che comportano grandi assorbimenti di energia, la rottura delle condotte e necessità di realizzare grossi blocchi di cemento reggispinta e casse d’aria per attenuare le perturbazioni. Mentre il sottoscritto con l’invenzione delle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante, ha risolto il problema brillantemente, mantenendo gli impianti sempre pieni di acqua equilibrando le pressioni in aspirazione e mandata che eliminano le perturbazioni di moto vario e consentono di produrre energia con l’acqua di riciclo e l’acqua di alimentazione del circuito che si sommano nella pompa e nella turbina. Queste soluzioni dipendono esclusivamente dall’esperienza e dalla creatività del progettista e inventore, rispettando i singoli principi di Bernoulli, Pascal, Torricelli, Newton. Non generici principi della conservazione dell’energia. 

CONCLUSIONI 

Lo sfortunato incidente, causato dal fatto che non ho letto l’e-mail certificata per questi cinque importantissimi depositi di brevetti, non cambia il destino degli stessi, poiché solo il brevetto dell’impianto galleggiante, idroelettrico, dissalatore, estrattore di calcio e carbonio dalle acque marine profonde. N. deposito 102016000058018, scrivendo la mia risposta, avrebbe avuto la possibilità di ricevere un numero di brevetto e con esso i diritti legali di proprietà industriale e intellettuale, solo in Italia.  Dove certamente le autorità ambientali non lo avrebbero realizzato, come hanno fatto con tutti i depositi di brevetti precedenti. Questo episodio ha solo abbreviato la morte legale ufficiale dei miei depositi di brevetti. Tuttavia, il discorso che il sottoscritto, vuole portare avanti è sempre valido, non avendo mai aspirato alla proprietà industriale, consapevole delle difficoltà che avrebbero trovato a livello burocratico nazionale e internazionale.

PROBABILMENTE, E’ STATO UN BENE CHE NON ABBIA LETTO LA POSTA CERTIFICATA.  NON SI POTEVA ANDARE AVANTI A DEPOSITARE ALL’INFINITO BREVETTI DI PUBBLICA UTILITA’ E VEDERLI IGNORATI DAGLI ENTI PUBBLICI MONDIALI QUANDO SONO APPROVATI DAGLI UFFICI BREVETTI, OPPURE, CONTINUARE A SCRIVERE REPLICHE PER QUELLI ACCUSATI DI NON RISPETTARE I PRINCIPI DELLA CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA. IN TUTTE QUESTE VICENDE SONO STATE ASSENTI LE ISTITUZIONI MONDIALI CHE DOVREBBERO PROTEGGERE L’AMBIENTE. CREDO DI AVER FATTO IL MIO DOVERE COME INVENTORE AD ANDARE AVANTI UGUALMENTE A PROPORRE E PUBBLICARE QUESTE INVENZIONI ALLA LUCE DEL SOLE, ANCHE RIMETTENDOCI I MIEI RISPARMI, CONTRO LEGGI CHE NON RISPETTANO NE’ LE PRIORITA’ DEI PROGETTI DI PUBBLICA UTILITA’ MONDIALI, NE’ I DIRITTI DEGLI INVENTORI CHE SI DEDICANO ALLO STUDIO DI QUESTE SOLUZIONI. CHIUNQUE ABBIA UN MINIMO DI BUON SENSO DOVREBBE COMPRENDERE CHE QUESTE INVENZIONI DOVREBBERO ESSERE SVINCOLATE DALLA PROPRIETA INDUSTRIALE E RESE ACCESSIBILI ALL’INTERA COMUNITA’ MONDIALE. COME POSSONO ACCOMUNARLE ALLE INVENZIONI COMMERCIALI E PRETENDERE CHE L’INVENTORE SI SOSITUISCA ALLE AUTORITA’ AMBIENTALI MONDIALI, PRETENDENDO LA PROPRIETA’ INDUSTRIALE SE RIESCE A DIMOSTRARE CHE LE INVENZIONI FUNZIONANO?   PROBABILMENTE, HANNO MAGGIORE BUONSENSO GLI IMPRENDITORI MONDIALI CHE NON RISPONDENDO, NON VOGLIONO ASSUMERSI QUESTA GRANDE RESPONSABILITA’, ANCHE SE SONO CERTO CHE NON RISPONDONO PER MOTIVI MENO NOBILI E LASCIARE LE COSE COME STANNO, AVENDO SBAGLIATO LA MAGGIOR PARTE DEGLI INVESTIMENTI ANCHE NELLE OPERE ELETTROMECCANICHE DI LORO COMPETENZA.  Obiettivamente, non è facile intervenire nel settore degli appalti pubblici, dominato da gare di appalto di grandi opere depurative ed energetiche costose e inefficienti, e nel settore dell’energia mobile dominata dalle multinazionali del petrolio e dei trasporti con tecnologie avanzate ma sbagliate dalle fondamenta per costi e processi di produzione.Mentre il sottoscritto, che per puro, caso ha lavorato e studiato l’organizzazione del lavoro per metà della vita lavorativa in entrambi i settori, nel settore pubblico propone impianti contemporaneamente energetici e depurativi, invisibili, che agirebbero immediatamente, quasi nella fase di produzione dell’inquinamento. Mentre per i trasporti la stessa soluzione utilizzata con maggiori pressioni di esercizio per ridurre la dimensione degli impianti. Di cosa ci meravigliamo? Non lo sappiamo che l’industria dei trasporti sta introducendo i motori a idrogeno Pressurizzati a 700 bar che comporta un’apposita rete di distribuzione a pagamento dei contribuenti? Mentre l’aria compressa è gratis, richiede una pressione di esercizio al massimo di 40 bar e può essere prodotta da mini compressori a bordo del veicolo che costano meno di dieci dollari? Anche perché l’aria compressa non si consuma nel processo. E’ necessario reintegrare solo quella piccola parte che disciolta nell’acqua si libera nell’atmosfera passando dal circuito chiuso pressurizzato a quello aperto all’uscita della turbina, nei pochi secondi che passa nel serbatoio alla pressione atmosferica, prima di essere introdotta di nuovo nel serbatoio pressurizzato (legge di Henry) https://www.spawhe.eu/compressed-air-is-much-more-powerful-and-economic-of-hydrogen/

Questi problemi sono molto al di sopra delle difficoltà di comunicare con gli uffici brevetti Nazionali e internazionali.  Riguardano la democrazia mondiale che non può esistere senza una scienza libera e una giustizia imparziale. Oggi esistono troppe ambiguità scientifiche e troppe iniquità giuridiche nazionali e internazionale. Se si nasconde la verità intellettuale e scientifica senza mostrare apertamente chi sono gli occultatori non c’è nessuna democrazia reale e perdono prestigio anche i Giudici Internazionali e Le Nazioni Unite.  Non saremo mai un unico popolo cosciente della propria forza e della propria debolezza di fronte alle calamità naturali e alle minacce di guerre nucleari, come auspicava Einstein.    

Io, come autore e inventore, considererò questi progetti sempre opere mie perché soltanto io so quante notti insonni mi sono costate e quante riflessioni. Avendoli depositati presso organismi riconosciuti a livello internazionale, nella lontana ipotesi che, le cose cambiano a livello culturale, ambientale, di giustizia e le verità che io asserisco, vengono fuori. Nessuno potrà negarmi i diritti intellettuali e di autore, se un giorno sarà veramente vero che la legge è uguale per tutti. Questo è un problema che devono risolvere le NAZIONI UNITE, se veramente desiderano che persone come il sottoscritto, senza essere pagate da nessuno, continuano a lavorare anche da pensionati mettendo a disposizione la loro esperienza e i pochi risparmi che hanno per affermare verità scientifiche e tecnologiche utili alla comunità internazionali, sfuggite ai centri di potere costituiti.  Per caso, oppure per calcolo? Non so quale sia l’ipotesi peggiore. Fanno paura entrambe.  Certamente, pubblicando articoli come questo, scoraggio gli altri inventori a fare esperienze come quelle del sottoscritto, ma chi li scoraggia di più sono le istituzioni che non rispondono e continuano a non assumersi le proprie responsabilità. Da parte mia, comunque vadano le cose; non mi pentirò mai di aver dedicato il mio tempo e I miei piccolo risparmi a studiare queste soluzioni.

A quale scopo gli inventori di soluzioni di pubblica utilità si devono indebitare per pagare tasse che non dovrebbero pagare e sperimentare cose di interesse generale che dovrebbero essere di competenza degli enti pubblici mondiali?  Oltre tutto, l’inventore dovrebbe sperimentare le invenzioni nei tempi stabiliti dalla WIPO e trovare sempre i finanziatori che lo aiutino a pagare le tasse, altrimenti i diritti della proprietà industriale decadono e con essa anche i diritti di autore. Resterebbe solo la proprietà morale. Nemmeno Franz Kafka, il più famoso scrittore del paradosso, riuscirebbe a immaginare una situazione più paradossale di quella creata dagli attuali legislatori delle norme brevettuali. Inoltre, gli uffici brevetti, non sono delle autorità scientifiche internazionali, non possono esprimere giudizi tecnici sulla conservazione dell’energia.  Possono soltanto verificare nella banca dati se l’invenzione e già stata realizzata oppure non lo è stata. Ma anche questo non possono fare se non distinguo un circuito idraulico aperto da uno chiuso e come funzionano le pompe, compressori e ventilatori. 

Per il sottoscritto un inventore deve soltanto depositare il brevetto nel paese di origine, se l’invenzione è originale, compatibile con l’ambiente e la moralità pubblica la devono trasmettere anche agli organismi internazionali affinché ne tengano conto. Se non lo fanno commettono il reato di omissione di atti di ufficio. Non possono costringere l’inventore a fare un ricorso legale per accertare la verità scientifica, che dovrebbe essere nell’interesse della intera comunità mondiale, soprattutto se il problema lo solleva un inventore che non aspira alla proprietà industriale, ma solo a quella intellettuale e ai diritti di autore, che sono riconosciti a tutti gli autori di opere di intelletto. Sarà il tempo e la storia a decidere quali sono le soluzioni migliori e chi ha sbagliato nelle scelte effettuate. Le Nazioni Unite hanno il dovere di vigilare affinché non sia trascurata nessuna soluzione che possa salvare vite umane. Se la giustizia internazionale che è parte integrante delle Nazioni Unite, continua tacere, le Nazioni Unite, usando le parole di Einstein, non svolgono il ruolo di Mosè, ma di Machiavelli.  Di Machiavelli ce ne sono già troppi e in ogni strato sociale. Teniamoli lontani almeno dalla scienza e dalla giustizia.  

Cordiali saluti

Luigi Antonio Pezone