Le energie interattive, che le attuali generazioni non comprendono, sono la migliore risorsa per le future generazioni.
(Ventiduesima lettera aperta ai Giudici Internazionali e all’Organizzazione delle Nazioni Unite).
Con questa mia ventiduesime lettera aperta ai Giudici Internazionali e alla Organizzazione delle Nazioni Unite, trasmetto ufficialmente anche la versione integrale del mio recente intervento al “7th International conference on Earth Science, Recycling and Space Technology“. A tale pubblicazione ho dato il sottotitolo di “ventunesima lettera aperta” e nella quale ho raccolto una trentina di figure molto indicative degli impianti proposti dal sottoscritto contro l’inquinamento e a favore della protezione dell’ambiente e dell’energia sostenibile, rifiutati dagli enti pubblici mondiali, senza nessun tipo di spiegazione scientifica, affinché ne traggano le conseguenze e possibilmente, facciano quanto è in loro potere per condannare i reati di omissione, altrimenti, la situazione si aggrava ulteriormente e non si potrà più uscire dai danni creati dalle stesse istituzioni mondiali.
Sebbene, il mio intervento sia stato molto breve e non credo di essere stato compreso, poiché è stata la prima volta che ho parlato in inglese, non ho saputo rinunciare a all’invito degli organizzatori, a pochi chilometri da casa, che mi hanno invitato senza pretendere il pagamento della quota di partecipazione, che pagano tutti i relatori. Ma quello che scrivo in inglese e in italiano da diversi anni non può essere frainteso e ho fatto il riassunto proprio in occasione della mia partecipazione a questa conferenza che si può trovare sul sito web dell’ente organizzatore http://eartscience.alliedacademies.com/, nel sito https://www.academia.edu/, nel mio personale sito web https://www.spawhe.eu/7th-international-conference-on-earth-science-recycling-space-technology-rome-italy-22-23-may-2019-novit%C3%A0/ e in tutte le riviste che desiderano pubblicarle, perché nessuno ha l’esclusività sulle mie pubblicazioni. Ma io ho voluto aspettare la conclusione delle elezioni politiche Europee del 26 maggio 2016, per pubblicare questo articolo. Non solo perché nessuno lo avrebbe letto in concomitanza di un evento così importante, ma soprattutto, per affermare che le vere istituzioni sconfitte da queste elezioni e da quelle che avvengono nelle altri parti del mondo, sono proprio le istituzioni scientifiche e della giustizia, che non partecipano alle competizioni elettorali.
Queste istituzioni subiscono le maggiori umiliazioni perché sono chiamate in causa in tutte le divergenze politiche e giudiziarie ma non possono fare bene il proprio lavoro. Infatti, la legge e la giustizia, soprattutto, in materia di sviluppo, per legiferare ed emettere le sentenze si devono basare sullo stato dell’arte raggiunto e sulle consulenze scientifiche degli esperti dei vari settori. Ma questi esperti possono rispondere soltanto per le loro competenze. Loro non sono in grado di rappresentare la scienza globalmente perché la scienza è divisa in molti settori. Pertanto, sia le leggi e i regolamenti, sia le sentenze emesse dai giudici, non possono essere attendibili al 100%. Ma quello che è peggio è il fatto che i governi mondiali non hanno fatto nulla affinché le scienze si mettessero insieme e studiassero insieme soluzioni globali. Queste hanno continuato progettare impianti pubblici e privati mono tematici che chiudono soltanto parzialmente i cicli chimici organici e inorganici che aprono. Pertanto, i legislatori e i giudici, nazionali e internazionali, sono costretti a legiferare e accettare limiti di emissioni tossiche nelle acque e nell’atmosfera. Non possono condannare chi rispetta le leggi, ma soltanto quelli che non la rispettano. Anche se quelli che non rispettano le leggi ambientali sono molti, purtroppo, i danni maggiori, del riscaldamento globale, le alluvioni le siccità, le scorie radioattive, i disastri nucleari sono dovuti a impianti realizzati e gestiti legalmente a livello mondiale. Questo significa che esistono grandi vuoti tecnici, scientifici, che impediscono alla scienza, ai legislatori e alla giustizia di fare bene il loro lavoro. Nel mondo servirebbero gruppi di ricerca scientifici trasversali alle varie discipline scientifiche che sintetizzassero con prototipi universali le migliori soluzioni e aiutassero i governi a realizzare gli impianti di pubblica utilità e nello stesso tempo, i legislatori a legiferare e i giudici a giudicare. Ma il vero problema mondiale è il fatto che nessuno si è accorto di questa assenza, né gli scienziati, né i tecnici, né i politici, né gli economisti, né i giornalisti, né i sindacati, né gli ambientalisti, né i legislatori, né i giudici nazionali, né quelli internazionali. Se ne è accorto il sottoscritto, che nella vita lavorativa si è occupato di organizzazione del lavoro e di progettazione e installazione di impianti industriali e ambientali, che nel 2006, decise di anticipare la sua pensione per proporre nuove soluzioni di sviluppo globale, partendo appunto, dall’organizzazione del lavoro molto carente in tutti gli impianti pubblici depurativi ed energetici mondiali.
Ma quando ha iniziato a depositare i brevetti delle sue soluzioni, si è accorto anche dei vuoti legislativi. E’ mai possibile che il sistema dei brevetti, non concede i diritti di autore agli inventori che non trovano i finanziatori nel breve tempo concesso dai legislatori? E mai possibile che i legislatori non fanno nessuna distinzione tra brevetti di pubblica utilità e brevetti di beni commerciali? E’ mai possibile che i legislatori consentono la vendita dei brevetti pubblici ai privati? E’ mai possibile che questo sistema legislativo così assurdo, sia gestito direttamente dall’Organizzazione delle Nazioni Unite attraverso un organismo denominato W.I.P.O. (world, intellectual property organization)? Purtroppo, tutto questo succede.
Questo modo di legiferare, non solo ha permesso enormi conflitti di interesse, ha anche impedito agli enti di ricerca pubblici, di cercare le soluzioni depurative imparziali che io mi accingevo a studiare. E’ ovvio che con tali leggi nessun organo di ricerca pubblico è stimolato ad allargare i propri orizzonti e studiare soluzioni globali che non possono trovare acquirenti tra le aziende industriali che acquistano i brevetti. Infatti, anche le aziende private sono specializzate in singoli settori tecnologici. E’ mai possibile che i ricercatori pubblici non comprendono che non possono lavorare a compartimenti stagni sia nelle università che nei ministeri e a produrre brevetti parziali e specialistici senza studiare gli impianti globalmente? Infatti, se gli impianti pubblici si studiano globalmente, fin dalla progettazione iniziale si prevedono correttamente i collegamenti con gli altri impianti presenti sul territorio, ma anche quelli interni ai vari cicli di depurazione dei gas, dell’acqua, dei fumi, per realizzare cicli completi e interattivi tra loro. Il sottoscritto ha trovato sempre porte chiuse da parte dei progettisti pubblici su questi ragionamenti. Non ha potuto fare altro che andare avanti nelle sue ricerche, sapendo che era la strada giusta per trovare le giuste soluzioni ai problemi ambientali ed energetici del nostro tempo.
Questa assenza istituzionale di organi pubblici di riferimento della progettazione globale, per il sottoscritto è la ragione per la quale lo stato dell’arte nella protezione dell’ambiente e la ricerca di energie veramente sostenibili non avanza, mentre tutti a livello scientifico cercano le soluzioni e sembra che ognuno faccia il proprio dovere, sia dal punto di vista scientifico che legislativo. Nella realtà nessuno fa completamente il proprio dovere, nascondendo le soluzioni globali, che richiedono un modo di progettare gli impianti completamente diverso da come li progettano gli specialisti di singoli impianti urbani, industriali, agricoli, dell’acqua, dell’aria, dei fumi, senza mai realizzare cicli globali.
Questo era lo stato dell’arte degli impianti mondiali depurativi ed energetici nel 1987, quando lasciai gli impianti industriali per occuparmi di impianti ambientali. Questo era lo stato dell’arte che era nel 2006, quando anticipai la mia uscita dal lavoro per trasformarmi in inventore e questo è lo stato dell’arte del 2019, nonostante abbia depositato quaranta brevetti, alcuni dei quali trasformati in depositi internazionali, sottostando ad assurde regole di pagamento di tasse che sui brevetti di pubblica utilità, soltanto legislatori ciechi e incompetenti possono pretendere dagli inventori. Nessuno dei miei quaranta brevetti di pubblica utilità è mai stato realizzato in nessuna parte del mondo perché la progettazione globale comporta la modifica di tutti gli impianti attuali e la creazione di collegamenti logici e razionali che nessuno ha previsto tra i cicli delle acque, dell’aria e dei fumi. E’ ovvio che gli enti pubblici mondiali non avendo utilizzato il mio metodo di lavoro non potevano individuare le depurazioni interattive, ma quello che è peggio è il silenzio che stanno mantenendo anche sulle energie interattive, alle quali è arrivato il sottoscritto inaspettatamente, per cercare di rendere più economiche le depurazioni interattive che ripeto realizzano cicli unici di depurazione dell’acqua dell’aria e dei fumi sia negli impianti urbani, sia nei sistemi fognari, sia nei grandi impianti finali che sono contemporaneamente energetici depurativi termici fossili e biologici.
Oggi questi centri di potere scientifici ed economici continuano a tacere come hanno sempre taciuto nei tredici anni di lavoro che ho impiegato per arrivare allo stato attuale dello sviluppo virtuale delle depurazioni ed energie interattive. Con il loro silenzio questi centri di potere vogliono lasciare nel dubbio il popolo mondiale? Oppure vogliono dimostrare senza prototipi che le mie soluzioni non funzionano? Io sono l’opposto di San Tommaso: anche se non vedo, sono certo che funzionano perché ho fatto soltanto il mio lavoro di progettista e installatore di impianti industriali e ambientali. Non ho inventato nulla di complicato. Ho solo messo insieme gli impianti razionalmente, facendo le modifiche necessarie alle macchine e ai circuiti. Con le attuali leggi sulla proprietà intellettuale, anche se le mie invenzioni risultano corrette non ho diritto ai diritti di autore, perché, pur avendo depositato regolarmente i brevetti e pagato le tasse di deposito, non ho pagato le tasse di mantenimento. Con quali soldi avrei potuto pagarle se mi sono occupato di soluzioni di pubblica utilità che gli enti pubblici mondiali non hanno voluto finanziare? A cosa sarebbe servito all’inventore spendere i soldi per fare dei ricorsi legali? Anche vincendo il ricorso l’inventore sarebbe sempre stato al punto di partenza. Se gli enti pubblici mondiali non hanno finanziato i brevetti sulla pulizia dell’energia fossile concesse anche a livello internazionale, e ovvio che non avrebbero finanziato nemmeno quelli delle energie interattive. Gli enti pubblici mondiali trattano gli inventori privati come anticorpi indesiderati, mentre collaborano attivamente con le aziende private che comprano i loro brevetti. Non sono questi conflitti di interesse?
Non so cosa succede all’estero, ma in Italia, oltre a pagare i sussidi di disoccupazione e redditi di cittadinanza a chi non lavora, dal reddito delle persone fisiche, compresi i pensionati, i governi sottraggono, l’otto per mille per le associazioni religiose e umanitarie, il cinque per mille per finanziare la ricerca, il 2 per mille per finanziare i partiti politici, e non riconoscono i diritti a chi ha inventato soluzioni utili contro l’inquinamento e a favore dell’energia sostenibile, soltanto perché nessuno si assume la responsabilità di sperimentare le soluzioni. Oltre tutto, se l’inventore è un pensionato, come il sottoscritto, che non ha un reddito di impresa, non può scaricare dalle tasse da pagare nemmeno le tasse pagate per depositare brevetti nazionali o internazionali. Il sottoscritto ha fatto enormi sacrifici per trovare i soldi necessari per pagare le tasse sui depositi di brevetti che non dovrebbero esistere sui pubblica utilità, oltre tutto, indesiderati dalle autorità pubbliche. Ma se non avessi speso quei circa 20.000 euro, non avrei potuto dimostrare che a livello nazionale e internazionale, nell’archivio dei brevetti mondiali le depurazioni e le energie interattive le ha depositate soltanto il sottoscritto che non è legato a nessun centro di potere economico mondiale. Per la società Italiana e mondiale l’esperienza acquisita in una vita di lavoro e di studio non può essere utilizzata da pensionato per produrre invenzioni utili. Le invenzioni le devono produrre quelli che hanno vinto un concorso pubblico per entrare in un ente di ricerca o un centro di potere, anche se non hanno accumulato esperienza e non hanno la creatività necessaria, che è una dote naturale, che pochissime persone possiedono. Questa dote il sottoscritto, l’ha conservata per la vecchiaia, non avendola potuta usare durante la vita lavorativa, che imponeva soltanto l’esecuzione al meglio degli ordini ricevuti.
Non sarebbe più logico che gli enti pubblici producessero soltanto brevetti intellettuali accessibili a tutti, eventualmente collaborando anche con gli inventori privati, e chi li utilizza, gli riconosce i diritti autore, secondo le modalità legiferate dai legislatori? Le invenzioni di pubblica utilità devono essere coperte soltanto dalla proprietà intellettuale per avere una rapida diffusione mondiale. Sarebbe stato un controsenso se io avessi trovato il finanziamento di un imprenditore privato. Con quale autorità avrei potuto modificare gli impianti depurativi ed energetici pubblici per realizzare le depurazioni interattive? Certamente, non avrei avuto le potenzialità di modificare impianti sbagliati in tutto il mondo. Altrettanto certamente non avrei potuto inventare anche le energie interattive che rendono inutile la pulizia dell’energia fossile, in quanto eliminano completamente i combustibili. Non lo comprendono i legislatori che l’avanzamento dello stato dell’arte costa molto meno se si riconosce agli inventori la proprietà intellettuale indipendentemente da quella industriale? Infatti, fino a quando le invenzioni non vengono comprese e realizzate, agli inventori non deve essere corrisposto nessun diritto di autore, come non vengono riconosciuti e diritti ai libri non pubblicati dagli editori. Tuttavia, i legislatori i diritti sui libri non li fanno decadere, mentre quelli sulle invenzioni non realizzate li fanno decadere, nonostante gli inventori abbiano pagato le tasse di deposito presso organi governativi, che non sono semplici editori. Cosa dicono I Giudici Internazionali che fanno parte delle Nazioni Unite insieme ai legislatori che legiferano sui diritti di autore, sulla proprietà intellettuale e industriale? Io non penso che questo sia un problema personale del sottoscritto. Io penso che dopo ventidue lettere aperte scritte ai Giudici Internazionali e all’Organizzazione delle Nazioni Unite, qualche chiarimento, anche per via indiretta, dovrei averlo, perché non mi riferisco a leggi che regolano i rapporti commerciali tra i cittadini e le istituzioni, ma di impianti che tutelano l’ambiente e producono energia sostenibile che potrebbero essere patrimonio dell’intera umanità.
Le elezioni europee, non hanno fatto altro che confermare, l’estraneità delle scienze ambientali mondiali alle scelte dello sviluppo economico. Il successo dei verdi in Germania è un segnale positivo, ma estraneo al progresso scientifico in questo settore, poiché nemmeno le associazioni ambientali hanno compreso l’importanza delle depurazioni e delle energie interattive che propone il sottoscritto. Se anche coloro che dovrebbero comprendere e sostenere le energie interattive non le comprendono, come possiamo continuare a gestire localmente i problemi ambientali ed energetici, affidandoli a uno stato dell’arte improvvisato che ha trascurato l’interattività tra acqua e aria e reagenti naturali, non solo per abbattere l’inquinamento, ma anche per ristabilire l’equilibrio alcalino, e ridurre i costi energetici e depurativi?
Per il sottoscritto, Quello che sfugge alla scienza non può sfuggire all’organizzazione scientifica del lavoro, se applicata globalmente. Perché nessuno la vuole applicare? E sufficiente stabilire dei cicli di lavoro logici fisici, chimici, biologici e cercare di rispettarli con l’aiuto della tecnologia esistente. Migliorando la tecnologia soltanto dove è necessario. E’ molto strano che le case automobilistiche, che conoscono molto bene l’organizzazione del lavoro non si siano accorte che il motore termico oltre che inquinante è anche antieconomico. Loro che analizzano i cicli di produzione nei minimi dettagli per battere la concorrenza sui tempi di lavorazione e sui costi delle materie prime, non hanno considerato che un motore termico è molto più complicato e costoso rispetto a un piccolo gruppo autoclave pressurizzato con aria compressa estratta direttamente dall’ambiente e usata staticamente senza cicli alternati di espansione e compressione che comportano un immenso consumo di energia. Infatti, secondo i principi della meccanica e della fluidodinamica, la potenza sviluppata dalla circolazione di un fluido è dovuta alla portata moltiplicata la densità moltiplicata la pressione. Pertanto i motori termici sono nati per un errore della scienza. Sarebbe stato più logico inventare i motori fluidodinamici con la circolazione dell’acqua senso unico al posto dei gas poiché l’acqua ha una densità 830 volte superiore ai gas e pertanto a parità di portata e di pressione avremmo avuto una potenza sviluppata 830 volte superiore. Per giunta, senza acquistare i combustibili, senza inquinare e senza sollecitare termicamente i materiali a inutili alte temperature. Certamente, bisognava modificare le pompe di circolazione e l’intero circuito, ma considerando tutti gli investimenti fatti per pulire i fumi di combustione e considerando che in questi settori ci lavorano milioni di persone e centinaia di migliaia di ricercatori, io penso che questa soluzione non abbiano voluta cercarla, anzi la temono, per difendere gli investimenti sbagliati in tutti i trasporti mondiali e dovunque si produce energia. Questa energia è temuta dalla scienza e dai manager superpagati dalle multinazionali, perché dimostra i loro errori. Infatti, loro non conoscendo bene i principi energetici fluidodinamici o il funzionamento dettagliato delle pompe centrifughe, non potevano indirizzare le loro ricerche di cicli di lavoro energetici alternativi a quello termico. Questo ciclo è profondamente sbagliato sia nei motori, sia nelle caldaie e le turbine a vapore. In tutti i casi il rendimento generale, non supera il 35 – 40 % del potere calorifero inferiore del combustibile. Questo è dovuto al fatto che l’energia termica è un’energia non prodotta direttamente dalla natura. Non ha senso creare un gas o il vapore attraverso il calore per poi utilizzarlo come fluido energetico nonostante la sua bassa densità. Mentre la natura ci ha messo a disposizione un gas perfetto già parzialmente addensato dalla gravità che lo usa staticamente per sollevare le acque nei pozzi artesiani. Approfondendo questi concetti dell’energia diretta che deriva dalla gravità, prima o poi, inevitabilmente, qualcuno doveva arrivare a concepire l’energia perfetta terrestre, che è anche depurativa. Come ho detto per arrivare a concepire questa energia è stato necessario soprattutto studiare l’organizzazione del lavoro anche dal punto di vista ambientale, cosa che non hanno fatto le multinazionali dei trasporti e dell’energia, nonostante i miliardi di dollari che hanno avuto a disposizione per la ricerca.
Dopo l’errore commesso per 150 anni dalle case automobilistiche mondiali, Oggi stiamo assistendo senza protestare a un altro errore colossale, ché è la graduale sostituzione dei motori termici con motori elettrici alimentati a batteria. Questo è un altro crimine contro l’ambiente e l’economia mondiale perché fa perdere altro tempo verso la vera lotta al riscaldamento globale che richiede la sostituzione urgente della fonte primaria di energia. I governi mondiali accettano senza fiatare le decisioni dei gruppi industriali, che diventano sempre più potenti e continuano a prendere decisioni che ritardano la protezione dell’ambiente. Infatti, all’indomani delle elezioni europee, un altro gruppo potente si sta formando tra FCA, Renault Nissan, per continuare a produrre motori termici e introdurre gradualmente le auto a batteria, che sono un’altra stupidaggine mondiale, senza che nessuno si chieda, quale sia la fonte primaria di energia e senza comprendere, che il trasporto e la trasformazione dell’energia, abbasserà ancora di più i rendimenti energetici, pertanto aumenteranno ancora di più le emissioni di CO2. Senza chiedersi come faranno a lavorare a batteria le macchine agricole i grandi mezzi di trasporto, le navi, gli aerei? Mentre i vari rami della scienza continuano a tacere sulla sola fonte energetica interattiva mondiale, che è quella idroelettrica sommersa e compressa. Non quella con il salto idraulico, che disperde l’acqua e produce siccità e alluvioni.
La corretta ricerca dell’energia migliore terrestre andava effettuata interpretando razionalmente l’organizzazione scientifica del lavoro globalmente. In altre parole, i concetti espressi da Frederick Taylor nel 1911, sull’organizzazione scientifica del lavoro, che tramite l’automazione industriale, contribuirono ad aumentare la disoccupazione, non si dovevano limitare solo al settore produttivo manifatturiero industriale, dovevano essere studiati e applicati globalmente in tutte le attività umane, compresi i settori energetici e depurativi, allo scopo di trovare sempre la soluzione migliore dal punto di vista del risparmio delle risorse, della massima resa economica e la compatibilità con l’ambiente. Invece, in questi settori, soprattutto di competenza pubblica, la società moderna ha accettato invenzioni casuali, trascurando l’analisi globale delle stesse, che oggi, analizzate imparzialmente, non rispondono né ai parametri del risparmio delle risorse, né a quelli economici, né alla compatibilità con l’ambiente. Io penso che non sia un caso che sia toccato al sottoscritto, dopo oltre cento anni, mettere insieme i concetti espressi agli inizi del novecento dalla grande scienza universale di Einstein e quella più pratica di Taylor che si preoccupava, soprattutto di migliorare la produttività del lavoro nelle prime produzioni fatte in serie nelle industrie manifatturiere. Infatti, per il sottoscritto, che ha vissuto metà della vita a realizzare impianti industriali e metà a realizzare impianti ambientali, gli effetti positivi della gravità si potrebbero toccare con mano in tutte le applicazioni delle attività umane, se si fossero studiati attentamente attraverso l’organizzazione scientifica del lavoro, per risparmiare le risorse, incrementare le potenzialità depurative e le capacità produttive di energia. Purtroppo, lo studio dell’organizzazione scientifica del lavoro globale era più difficile di quello industriale poiché gli effetti gravitazionali erano evidenti nell’ambiente terrestre, ma non era evidente dove si poteva estrarre la forza gravitazionale dall’ambiente. Le soluzioni sono stata individuate dal sottoscritto a partire dal 2014, tra molti ostili silenzi, pubblici e privati.
Oggi le innovazioni scientifiche sono come le barzellette umoristiche che appaiono sulle riviste di quelli che si dilettano a leggerle per passare il tempo. Non importa se l’innovazione è reale o virtuale. Sé è già stata pubblicata è già vecchia. Agli editori che mi scrivono chiedendo nuovi articoli da pubblicare io rispondo in questo modo:
“Caro editore, io non scrivo articoli su richiesta degli editori ma tu puoi visitare il mio sito web (https://www.spawhe.eu), scegliere il file che vuoi e pubblicarlo, citando la fonte. Se hai bisogno della versione originale in formato word, io la spedisco. Io scrivo articoli che pubblico sul mio piccolo sito web (http.//www.spawhe.eu) che ha pochi visitatori, che parla soltanto delle mie invenzioni che riguardano sistemi energetici e depurativi interattivi che non sono mai state realizzati in nessuna parte del mondo. Io sono onorato se pubblicate anche voi i miei articoli ma non pago tasse di pubblicazione a nessun editore perché nessuno mi ha mai pagato per il mio lavoro. Io pubblico i miei articoli anche sul mio sito web dove i lettori possono comprendere meglio il mio lavoro che altrimenti si disperderebbe nella grande rete di internet. Un solo articolo non è sufficiente a far comprendere gli errori commessi congiuntamente dagli enti pubblici e dalle multinazionali, che continuano a commettere impunemente, perché nessuno ha realizzato studi globali energetici e depurativi contemporaneamente, come ha fatto il sottoscritto. Io non guadagno meriti per le pubblicazioni perché non sono un accademico, ma un pensionato inventore. Non guadagno soldi dalle mie invenzioni perché i legislatori non riconoscono la proprietà intellettuale separata da quella industriale. Tuttavia la gente deve sapere che potrebbero esistere le energie interattive molto più efficienti, economiche e addirittura protettive dell’ambiente e della salute umana. Io penso che gli editori non devono pubblicare solo articoli originali. Devono soprattutto pubblicare articoli che parlano di soluzioni scientifiche e tecnologiche sostenibili mai realizzate dagli enti pubblici e dalle multinazionali nonostante siano state pubblicate. Continuando a pubblicarle, prima o poi, i responsabili dei governi e delle multinazionali devono spiegare le ragioni per le quali non vogliono realizzare queste soluzioni. Io non dico che sono sbagliati i principi fondamentali delle energie e delle depurazioni, ma che sono sbagliati gli impianti mondiali che non li hanno messi insieme correttamente. Sbagliare è umano, ma sbagliare tutti insieme e perseverare per intere generazioni, non è certamente umano. Se non rispondono i governi e le multinazionali, prima o poi, dovranno rispondere i responsabili delle Nazioni Unite e i Giudici della corte di giustizia internazionale, che hanno già ricevuto 20 lettere aperte dal sottoscritto senza rispondere. Anche questo non è umano, ma si può comprendere perché i funzionari pubblici e i giudici non possono rispondere direttamente. Le risposte a loro volta le devono avere dalla scienza mondiale, che divisa in moltissime ramificazioni, non è rappresentata da nessuno globalmente. Purtroppo gli impianti interattivi che servono alla sopravvivenza del pianeta e a prolungare la vita dell’uomo hanno bisogno di una scienza applicata globalmente. Quando le Nazioni unite e i giudici internazionali si decideranno a ordinare la sperimentazione pratica dei sistemi interattivi per non perdere altro tempo in inutili e parziali consulenze, sarà sempre tardi per il pianeta e il popolo mondiale. Nel frattempo, io continuerò a scrivere lettere aperte”.
Oggi, anche se nessuno ne parla, la crisi sociale mondiale è la più grave di tutti i tempi, perché ancora la scienza non ha imparato a estrarre correttamente l’energia dall’ambiente, e ai problemi sociali, che sono aumentati, si aggiungono i problemi del riscaldamento globale che producono danni da riparare sempre più gravi, mentre le infrastrutture in cemento e ferro che sono invecchiate crollano anche senza terremoti. Tuttavia, le innovazioni depurative ed energetiche interattive, che potrebbero ridare fiato alla protezione dell’ambiente, al risparmio delle risorse, alla prevenzione dei danni da siccità, alluvioni, incendi, e allo sviluppo sostenibile, sono frenate dai centri di potere pubblici e privati, che cercano di nascondere i propri errori scientifici, tecnologici e infrastrutturali. Le grandi opere idriche idroelettriche, le grandi centrali termiche, i grandi depuratori i grandi inceneritori, le grandi industrie metallurgiche, non sono stati progettate sfruttando i principi energetici e depurativi, strettamente collegati agli effetti pratici positivi della gravita terrestre che nessun ente pubblico e nessuna multinazionale mondiale ha individuato. Ancora oggi, per la scienza pubblica e privata mondiale, la gravità è un ostacolo da superare per sollevare i pesi, le acque e far volare gli aerei, mentre per il sottoscritto, la gravità è una immensa fonte di energia pulita che non abbiamo saputo utilizzare, non avendo saputo progettare semplicissimi ed economici impianti energetici e depurativi interattivi. Da questa crisi economica, scientifica, politica, giuridica mondiale che tutti nascondono, i governi non potranno mai uscire se non iniziamo a progettare globalmente e interattivamente tutti gli impianti fissi e mobili mondiali. Io continuerò a scrivere lettere aperte anche nell’interesse della scienza che non ha collaborato con il sottoscritto a individuare le energie interattive, perché essendo stato un lavoratore dipendente per trentasette anni, so anche la ricerca non ha la libertà di indagare in tutte le direzioni, come può fare un pensionato, anche senza finanziamenti. Comprendo anche il silenzio dei Giudici internazionali, ma credo di rappresentare tutti coloro, che credono o sperano in un mondo migliore per i nostri figli e nipoti, ma si sentono impotenti di fronte alle scelte economiche e ambientali mondiali. Anche io, che ho avuto l’opportunità, tramite il lavoro quotidiano, di fare le esperienze e le conoscenze per investigare, mi sento impotente perché le soluzioni che propongo non trovano interlocutori pubblici e privati. Tuttavia, proprio perché miliardi di persone non sono in grado di entrare nei dettagli e comprendere quali siano le scelte migliori, io pubblico tutto su https://www.spawhe.eu, perché ritengo che tutti possono sbagliare le soluzioni e avere buoni motivi per nascondere gli errori. Le soluzioni del sottoscritto, che non costano un centesimo di euro alla ricerca pubblica e privata mondiale, le possono criticare tutti e sono a disposizione dei Giudici internazionali e dell’organizzazione delle Nazioni Unite per verificare, se ho torto o ragione. Ma sono a disposizione anche di tutti gli enti e associazioni che a parole vogliono cambiare tutto ma nella realtà non fanno nulla. Come sono a disposizione delle associazioni di imprenditori che protestano con i governi perché l’energia costa troppo e tacciono sull’energia che non costerebbe nulla e alleggerirebbe anche gli oneri depurativi. Non si tratta di una singola invenzione, ma di un modello di sviluppo alternativo. Per il sottoscritto, il modello proposto è molto migliore di quello attuale. Anche se avessi commesso qualche errore, sarebbe un errore virtuale che nessuno ha finanziato. Mentre, gli impianti depurativi ed energetici mondiali, che io ho cambiato soltanto virtualmente, sono stati ampiamente finanziati in tutto il mondo dall’avvento dell’era industriale, producendo più disastri che benefici, senza mai trovare una reale opposizione scientifica, che si può basare soltanto sulle soluzioni alternative, che nessuna opposizione ha sviluppato. Anche le organizzazioni ambientali, non hanno mai speso il loro tempo a sviluppare soluzioni alternative dettagliate, e mai con i fondi economici raccolti hanno finanziato piccolo prototipo dimostrativo dell’energia interattiva. Si sono accontentate di scegliere il male minore delle proposte governative e gestire in altro modo i fondi economici raccolti. Magari, organizzando pulizie simboliche delle spiagge dai detriti, rifiuti e dalla plastica, senza contestare scientificamente i centri di potere. Io credo che il problema sia di cultura generale, perché lo studio delle sinergie tra diversi principi scientifici, diverse tecnologie, applicate contemporaneamente alle acque, ai fumi e ai reagenti naturali biologici e calcarei, per motivi incomprensibili, gli enti pubblici mondiali e le multinazionali non lo hanno mai fatto, altrimenti ci sarebbe qualche traccia nei libri di testo o nell’archivio dei brevetti mondiali. Io credo che sia il momento che la verità venga fuori, prima di continuare a finanziare opere pubbliche sbagliate e incentivare palliativi, come i pannelli solari, l’energia eolica, e le auto a batteria, che certamente non hanno il dono dell’interattività diretta o indiretta con la forza gravitazionale, la pressione atmosferica, o quella delle autoclavi, che il sottoscritto, fa lavorare in modo diverso da quelle attuali, a senso unico e senza far espandere i cuscini di aria, altrimenti non potrebbero contribuire a produrre energia. Ma in queste soluzioni entrano con forza anche i principi di Newton, Torricelli, Pascal, Henry, e l’elettromagnetismo, per moltiplicare l’energia primaria, fornita gratis dalla natura, senza combustibili ed elementi catalizzatori radioattivi e non, che comunque si consumano, mentre l’acqua e l’aria ritornano sempre al loro stato iniziale. Non a caso, le mie ricerche senza finanziamenti pubblici e privati, hanno individuato anche il modo di allungare la vita umana senza modificazioni genetiche con il cuore artificiale ossigenatore del sangue, ma anche modi diversi per volare nell’atmosfera e nello spazio senza combustibili e senza inquinamento, che consentirebbero di spegnere incendi come quello della cattedrale di Notre-Dame semplicemente sostando per il tempo necessario sul focolaio dell’incendio con una normale pioggia.
Cordiali saluti
Luigi Antonio Pezone