PCT/IT2016/000202 lettera aperta alla W.I.P.O. e agli uffici legali internazionali.

PCT/IT2016/000202 lettera aperta alla W.I.P.O. e agli uffici legali internazionali.

(Per conoscenza undicesima lettera alle Corti Di Giustizia Internazionali e al Segretario UN)

Egregi signori e signore, io non so se funziona il sistema delle lettere aperte perché ne ho scritte molte senza avere mai delle risposte. La cosa buffa è il fatto che le ho scritte poiché non ho mai avuto delle risposte dalle autorità dell’ambiente e dell’energia, mentre dagli imprenditori di questi settori ho ricevuto solo qualche risposta evasiva, del tipo che loro già rispettano le normative ambientali.  Eppure, i problemi impiantistici industriali, ambientali ed energetici sono stati il mio pane quotidiano dal gennaio del 1970, quando iniziai a lavorare come disegnatore tecnico alla sezione impianti dell’Alfa Romeo, che lasciai dopo diciassette anni solo per conoscere anche gli impianti pubblici di depurazione e sollevamento delle acque. Ripensandoci bene, nel settore dell’ambiente e dell’energia, non funziona nulla come si deve. Come possono funzionare le lettere aperte? Tuttavia, essendo un testardo continuerò ascriverle proprio per dimostrare che il potere non risponde e non si assume le proprie responsabilità, almeno per i problemi riguardanti questo settore.  Nel settore ambientale non ho fatto il dirigente di alto livello, ma il responsabile operativo degli impianti idraulici e meccanici di una piccola azienda installatrice. Quindi, le mie soluzioni ambientali non nascono da teorie scientifiche ma dalle conoscenze pratiche delle macchine e degli impianti esistenti, che purtroppo, non lavorano correttamente in un sistema organizzato che segue precisi cicli di lavoro dalla nascita dell’inquinamento, fino a raggiungere il mare per le acque di scarico. Mentre per l’aria inquinata le attuali ciminiere e le filtrazioni delle marmitte di scarico dei mezzi di trasporto non sono certamente una soluzione, essendo necessario un abbattimento chimico e a umido. Oggi tutti i cicli depurativi delle acque e dell’aria sono incompleti e solo una piccola parte passano attraverso i depuratori o i filtri.  Le attuali autorità mondiali dell’ambiente e dell’energia non hanno il coraggio di lasciar perdere gli attuali grandi depuratori lontani dalle città e realizzare una depurazione capillare urbana.  Le mie lettere aperte alla commissione europea non sono servite a nulla https://www.spawhe.eu/european-environmental-competition/. A cosa serve creare l’Europa unita e Le Nazioni Unite? Solo a moltiplicare gli aspetti burocratici? Invece di moltiplicare le capacità di progettazione?

Probabilmente, il fatto di non essere ascoltato ha stimolato ancora di più la voglia di demolire tutto degli attuali sistemi depurativi ed energetici, perché dopo l’assenza di risposte della commissione europea che risalgono al 2015, gli anni successivi, sono stati ancora più prolifici di proposte.  Infatti, le mie più recenti soluzioni sono invisibili e proteggono globalmente l’ambiente senza gli attuali depuratori e senza  le grandi centrali termiche, ma nemmeno pannelli solari e pale eoliche, semplicemente producendo energia idroelettrica pressurizzata che utilizza come fonti energetiche l’acqua e l’aria, sfruttando contemporaneamente, i principi di Pascal Torricelli ed Henry. Questo non è moto perpetuo perché si usurano le macchine che devono essere continuamente in funzione: pompe, turbine, valvole, alternatori motori elettrici regolatori di velocità. Tuttavia, il vantaggio è immenso rispetto agli altri sistemi   in quanto non produciamo inquinamento, ma depurazione e non sprechiamo risorse economiche in inutili combustibili termici, chimici, o nucleari. Inoltre, i rendimenti sono centinaia di volte superiori poiché il rendimento di un motore termico o di una caldaia di aggira intorno al 35% del potere calorifero inferiore, mentre il rendimento di un impianto idroelettrico compresso sfrutta staticamente la pressione dell’aria che non esce dall’impianto e quindi non si consuma. Non si consuma nemmeno l’acqua che è reinserita nei circuito consumando pochissima energia (prodotta dallo stesso sistema che non è un circuito chiuso).  Non ci sono sprechi nemmeno nell’usura di materiali perché l’energia è prodotta istante per istante in base ai consumi dell’utenza alimentata, facendo girare più o meno velocemente le pompe degli impianti con la doppia alimentazione separata fino alla girante.  Inoltre, questi impianti rilasciamo ossigeno nell’acqua proporzionalmente alla pressione statica di esercizio (Henry) e moltiplichiamo l’energia consumata dalla pompa di circolazione dell’acqua per la stessa pressione statica che alimenta una turbina (Torricelli). Tutte queste soluzioni sono impietose nei confronti delle attuali soluzioni energetiche e depurative dell’acqua e dell’aria perché realizzano cicli unici e completi, con costi centinaia di volte inferiori a quelli attuali, facendo incrociare acqua e aria inquinate, evitando le attuali ciminiere e tubi di scarico, ma anche gli ingombri dei pannelli solari, pale eoliche e i grandi accumulatori di energia.

Giustamente, gli imprenditori rispettano le normative attuali. Perché dovrebbero demolire impianti sui quali hanno investito i loro soldi? accettati e perfino finanziati dalle autorità dell’ambiente? Perché dovrebbero realizzare gli impianti secondo il mio punto di vista, se non esistono nemmeno dei prototipi? Non basta che io dica che  quello che io scrivo è già stato dimostrato e applicato da secoli da Pascal, Torricelli Henry, dalle macchine esistenti sul mercato: pompe, turbine, compressori, alternatori motori elettrici, ventilatori. Ma nessuno li ha messi insieme correttamente perché prima era necessario modificare l’alimentazione delle pompe e poi progettare i nuovi impianti. Ma il sottoscritto non ha voluto perdere altro tempo, sapendo che nessuno lo avrebbe ascoltato. Ha fatto tutto virtualmente (con il solo ragionamento), ma prima ha depositato i brevetti, anche se secondo le attuali leggi non valgono niente per non aver pagato le tasse di mantenimento e non aver soddisfatto gli esaminatori dei brevetti che hanno continuato a scrivere che non rispetto il principio della conservazione dell’energia, senza dire quale. Come se esistesse un solo principio della conservazione dell’energia (https://www.spawhe.eu/integriamo-i-principi-della-conservazione-dell-energia/).  La storia dirà chi ha ragione e che ha torto, ma prima della storia sarebbe il caso che anche la giustizia facesse la sua parte, se la scienza continua a tacere, dopo aver inutilmente inquinato e riscaldato il pianeta.   

Le capacità di progettare per l’ambiente si possono acquisire soltanto analizzando criticamente e imparzialmente gli impianti esistenti. Io ho fatto questo per venti anni, come installatore, prima di depositare il mio primo deposito di brevetto sugli impianti ambientali nel 2006. Chi progetta gli impianti ambientali ed energetici, prima di incrementare i debiti pubblici mondiali, deve avere la capacità di far funzionare virtualmente gli impianti nella mente, seguendo i percorsi delle acque e dei fumi nell’intero sistema fognario e depurativo delle acque e delle ciminiere per rendersi conto delle incongruenze dei principi fisici, chimici e biologici che avvengono. Solo facendo incontrare capillarmente le quantità giuste di acqua, aria, componenti chimici e biologici, istante per istante, nell’intero ciclo è possibile proteggere l’ambiente. Chi ha creato grandi impianti termici e depurativi senza tener conto delle proporzioni da rispettare e dei cicli globali, ha creato immensi danni all’umanità. Anche i grandi impianti idroelettrici producono più danni che benefici.  Questi  diventano addirittura ridicoli se si dimostra che l’energia idroelettrica la possiamo produrre dappertutto con pochissima acqua riciclata, perfino ai poli Nord e sud, nei deserti e sui mezzi di traporto terrestri, navali e spaziali. Ma tutti questi impianti che potrebbero essere la salvezza dei nostri figli sono accusati di violare un fantomatico e inesistente principio della conservazione dell’energia, dagli esaminatori dei brevetti che si dovrebbero semplicemente astenere dall’esprimere giudizi scientifici, non sapendo argomentare scientificamente l’opposizione:

https://www.spawhe.eu/le-civilta-perdute-il-pensiero-di-einstein-e-l-energia-di-sopravvivenza/,
https://www.spawhe.eu/l-aria-compressa-%C3%A8-molto-pi%C3%B9-potente-ed-economica-dell-idrogeno/,
https://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/,
https://www.spawhe.eu/hydroelectric-power-auto-with-torque-peripheral-to-the-wheels/,

https://www.spawhe.eu/the-energetic-miracles-of-pumps-with-separated-double-supply-until-to-the-impeller/, https://www.spawhe.eu/pressurized-domestic-hydraulic-energy-system/,

https://www.spawhe.eu/the-pressurized-submerged-hydroelectric/, https://www.spawhe.eu/relativty-and-technology-in-the-new-hydroelectric-energy/, https://www.spawhe.eu/hydroelectric-energy-italian-files/

Io asserisco che gli uffici brevetti devono semplicemente custodire i brevetti di pubblica utilità di avanguardia tecnica e scientifica che non pretendono la proprietà industriale. Se questi saranno compresi e realizzati  nel prossimo futuro, agli inventori dovrà essere riconosciuta la proprietà intellettuale e i diritti di autore, come tutte le opere di intelletto. Per questi brevetti i tempi concessi dalle attuali normative non sono sufficienti e le normative stesse non sono adeguate perché i brevetti di pubblica utilità non devono pagare tasse di nessun tipo, a parte quelle sui diritti di autore percepiti se le invenzioni saranno realizzate.    

Dagli studi approfonditi dell’acqua e dell’aria e delle macchine che fanno incontrare tali elementi è nato anche il brevetto internazionale PCT/IT2016/000202, che è molto semplice, ma probabilmente, è anche il più importante di tutti i tempi ai fini energetici e della protezione dell’ambiente, essendo l’unica invenzione che consente di recuperare  senza costi l’acqua dopo che ha prodotto l’energia idroelettrica per reinserirla di nuovo nel volume di acqua produttore di energia, al fine di sfruttare gratis  i principi  fisici naturali individuati da Pascal, Torricelli ed Henry  molto tempo prima dell’invenzione dell’energia elettrica. L’importanza di questa invenzione è resa ancora più grande dall’abbinamento con l’aria compressa di un serbatoio autoclave, perché consente di sfruttare l’acqua a senso unico in un circuito ibrido (aperto – chiuso), che a causa della pressurizzazione e del riciclo dell’acqua può assumere dimensioni molto ridotte, fino a sostituire tutti gli attuali motori termici, di ogni dimensione. Dai motocicli agli aerei e alle future navi spaziali. Infatti, poiché l’acqua è reinserita nel volume di acqua originario istante per istante, non varia né il volume di acqua, né il volume di aria né la pressione statica dell’acqua che produce energia nella turbina. Pertanto possiamo produrre energia e depurazione dell’acqua all’infinito consumando soltanto l’usura delle machine, ma senza emettere nemmeno un grammo di gas nocivo nell’atmosfera.   Purtroppo, anche la scienza, con i propri silenzi, sta dimostrando la propria ignoranza nell’applicazione pratica dei principi della conservazione dell’energia. Il mio obiettivo attuale è quello di battermi presso le Nazioni Unite perché gli inventori di brevetti di pubblica utilità non devono pagare nessuna tassa in nessun paese del mondo, poiché brevetti come questo e quelli collegati, devono essere accessibili a tutti i paesi del mondo, come le medicine. Con i miei brevetti che nessuno ha finanziato, io ho voluto dimostrare che attualmente, sia i governi sia le multinazionali non sono realmente interessati alla protezione dell’ambiente e non lo sono nemmeno la giustizia internazionale e le Nazioni Unite alle quali ho scritto dieci lettere aperte senza ricevere nessuna risposta.  In tutte queste lettere invito le Nazioni Unite a separare la proprietà intellettuale da quella industriale, le quali, ovviamente, come adesso, possono anche coincidere se l’inventore è un lavoratore dipendente.  Chiedo questa modifica perché con la legislazione attuale gli inventori privati sono altamente penalizzati, non potendo fronteggiare le spese dei depositi dei brevetti e quelle di mantenimento degli stessi. Questo deve avvenire almeno per i brevetti di pubblica utilità ambientali ed energetici che sono stati monopolizzati dall’alleanza dei centri di ricerca pubblici e delle multinazionali. Dove gli enti di ricerca vendono i loro brevetti alle multinazionali con la compiacenza dei legislatori. Questo ha portato a sviluppare soluzioni depurative ed energetiche commerciali non compatibili con l’ambiente e con la sostenibilità dei sistemi. Non è un caso che i miei trentadue depositi di brevetti di pubblica utilità ambientali ed energetici, di cui uno trasformato in brevetto europeo e cinque in PCT, non abbiano trovato finanziatori pubblici o privati, compreso quello in oggetto che sta per decadere. Solo questo brevetto è riuscito a passare con fatica dagli esami degli uffici dei brevetti Italiano ed europeo. I brevetti che dovrebbero usare questo tipo di pompa sono stati tutti accusati di violare i principi della conservazione dell’energia, come descritto nell’articolo https://www.spawhe.eu/integriamo-i-principi-della-conservazione-dell-energia/. Questo è un gravissimo controsenso perché se funziona la pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante, non possono non funzionare le altre parti dell’impianto che svolgono funzioni più semplici che non sono altro che valvole di intercettazione, turbine, motori elettrici, alternatori, già ampiamente sperimentati e commercializzati. Tuttavia, il sottoscritto non ha trovato finanziatori pubblici e privati disposti a investire sulle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante che non comportano la modifica delle pompe ma soltanto la modifica dell’alimentazione delle stesse dal lato aspirante. Questo significa soltanto che la scienza non vuole ammettere i propri errori, gli imprenditori vogliono continuare a costruire impianti sbagliati che danneggiano l’ambiente e l’economia, i politici, i legislatori e la giustizia non intervengono aspettando che l’inventore, senza redditi sufficienti si indebiti per dimostrare materialmente cose che non hanno bisogno di essere dimostrate ma soltanto di essere messe insieme correttamente, come ha già dimostrato con le descrizioni e i disegni. A queste spese l’inventore dovrebbe aggiungere anche le spese legali per ricorrere contro gli uffici brevetti che non hanno nessun titolo per giudicare dal punto di vista scientifico un’invenzione di pubblica utilità; soprattutto nel caso della conservazione dell’energia, che la scienza non ha approfondito sufficientemente.  In questa lettera indirizzata agli uffici legali specializzati in materia di brevetti, li invito battersi con il sottoscritto per il riconoscimento dei diritti di autore internazionali degli inventori, insieme alla proprietà intellettuale, che di fatto è già riconosciuta. Infatti, un’invenzione se è già stata depositata in un paese anche se non è stata estesa a livello internazionale non può esser depositata in nessun altro paese.  Tuttavia agli inventori non sono riconosciuti i diritti di autore, che sono collegati soltanto al riconoscimento della proprietà industriale e al pagamento delle tasse internazionali.  Questa è una gravissima discriminazione nei confronti degli inventori privati, che non hanno alle spalle una azienda pubblica o privata che paga le tasse per loro e condivide con loro la proprietà industriale. Infatti, agli inventori dipendenti di aziende spettano di diritto il 50 % delle vendite dei brevetti. Non hanno bisogno di rivendicare anche i diritti di autore. Invece, un inventore privato, come il sottoscritto che si occupa soltanto di brevetti di pubblica utilità ambientali ed energetici, è visto come un concorrente dagli enti di ricerca pubblici, che non collaborano per condividere il brevetto nel passaggio dalla fase nazionale a quella internazionale, nonostante gli inviti inviati. Inoltre, non trova interlocutori privati poiché le multinazionali preferiscono comprare i brevetti dagli enti di ricerca pubblici, comprando in tal modo anche la compiacenza dei legislatori e dei governi che sono i clienti finali. Questi evidenti conflitti di interesse, tra enti pubblici e privati, bloccano completamente l’attività degli inventori privati nel settore dell’ambiente e dell’energia.  Il sottoscritto, che ha iniziato a fare l’inventore da pensionato, perché in una vita di lavoro ha avuto l’opportunità di conoscere da vicino le problematiche impiantistiche e di organizzazione del lavoro sia dei settori industriali che ambientali; riteneva è ritiene tali esperienze indispensabili alla individuazioni delle soluzione dei problemi ambientali ed energetici; non poteva certo immaginare le difficoltà burocratiche, legislative e i conflitti di interesse con i quali si sarebbe scontrato. Anche quando ha capito che nessuno lo avrebbe accolto a braccia aperte è andato avanti ugualmente nel proprio lavoro cercando di ridurre al minimo le spese da sostenere, depositando a livello internazionale soltanto i brevetti internazionali strategici, tra i quali quello in oggetto. Il quale, come tutti i precedenti non ha trovato interlocutori. Le ragioni per le quali è andato avanti ugualmente nel proprio lavoro sono essenzialmente due.

La prima era la certezza che gli attuali addetti ai lavori non sarebbero mai arrivati a trovare le soluzioni elaborate del sottoscritto, per risolvere i problemi depurativi dell’acqua e dell’aria poiché non analizzando l’organizzazione del lavoro umano globalmente, stavano andando nella direzione opposta in tutte le soluzioni ambientali ed energetiche, realizzando grandi opere controproducenti, come scritto in molte pubblicazioni.

La seconda era la fiducia nella Giustizia internazionale. Ho pensato che almeno la giustizia non può continuare a equiparare gli inventori, senza capitali agli imprenditori, poiché le invenzioni, che piaccia o no a coloro che le boicottano, sono opere di intelletto, non possono essere trattate diversamente dalle altre opere di intelletto.

Per il sottoscritto a un inventore che deposita un brevetto nel modulo della domanda di brevetto, dovrebbero chiedere se desidera la proprietà industriale oppure quella intellettuale. Questa è una grave incoerenza delle Nazioni Unite che gestiscono a livello mondiale la proprietà intellettuale dei brevetti, che si chiama, appunto intellettuale, non industriale. Infatti, la WIPO è un organo delle Nazioni Unite e significa: World Intellectual Property  Organization. Le invenzioni intellettuali di pubblica utilità, se le Nazioni Unite rispettano il mandato ricevuto dalle popolazioni mondiali, devono essere diffuse, non nascoste, e agli inventori riconosciuti i diritti di autori.

Quello che succede nel mondo dell’ambiente e dell’energia è un grave controsenso, poiché, se un inventore sviluppa delle idee di pubblica utilità, e gli enti pubblici non le patrocinano, si viene a trovare nelle condizioni di uno scrittore che scrive un libro rifiutato dagli editori.  Cosa succede allo scrittore? Nulla. Lo scrittore può continuare a sperare che il suo libro sia compreso almeno dalle generazioni future. I suoi diritti di autore non decadono e non si deve dissanguare economicamente a pagare tasse di deposito e di mantenimento che non gli competono. Addirittura, gli editori hanno tutti i diritti di rifiutare un libro che a loro non piace. Gli enti pubblici mondiali non hanno nessun diritto di rifiutare la sperimentazione di un brevetto di pubblica utilità mondiale se non giustificano tali scelte con inoppugnabili motivazioni scientifiche. Invece, tacciono tutti gli organismi mondiali che si occupano di ambiente e di energia, comprese le Nazioni Unite che sono arrivate alla ventiduesima COP (conference of parts) senza che sia mai emersa da tali conferenze una sola soluzione di quelle pubblicate dal sottoscritto senza mai ricevere un centesimo di dollaro di un organo pubblico mondiale.  

 Agli uffici legali che in questi anni di attività mi hanno scritto molte volte per ricordarmi le scadenze dei brevetti e servirmi delle loro prestazioni, io ho sempre scritto che mi sarei servito volentieri delle loro prestazioni se mi avessero trovato gli imprenditori interessati a investire nei brevetti. Sotto questo aspetto non sono stati di nessun aiuto e quindi anche le fasi internazionali le ho dovute portare avanti da solo, riducendo al minimo le spese, comunque insopportabili per un semplice pensionato, fermandomi alla fatidica scadenza dei trentuno mesi dal deposito nazionale per scegliere i paesi contraenti, che ovviamente, non ho potuto superare, senza avere alle spalle una azienda industriale, un ente di ricerca pubblico, o un governo che crede nelle mie soluzioni.  Tutta questa procedura è assurda per un deposito di brevetto che non aspira alla proprietà industriale ma solo a quella intellettuale, non prevista, non riconosciuta e non desiderata dalle istituzioni mondiali. Perché non cancellano la parola intelletto dalla sigla della WIPO?

Io non metto in dubbio che l’attuale sistema dei brevetti funzioni per i brevetti commerciali, ma nel settore dell’ambiente e dell’energia, certamente non ha funzionato, poiché a livello mondiale, continuano ad esistere soluzioni inquinanti con vizi originali non risolvibili, sia dal punto di vista ambientale che economico, sia per i sistemi depurativi sia per i sistemi energetici, i quali, come ha dimostrato il sottoscritto, attraverso una serie di  depositi di brevetti alternativi non realizzati (trentadue  nazionali,  uno europeo, cinque internazionali).

 Questi problemi potevano essere risolti all’origine dello sviluppo economico sviluppando in modo più approfondito le sinergie tra l’acqua e l’aria, come ha fatto il sottoscritto, sia pulendo l’energia fossile, sia sostituendola completamente, sia dimostrando che attraverso la produzione di energia si può proteggere l’ambiente invece di inquinarlo. Io ho sempre scritto che un singolo brevetto per quanto geniale non può risolvere i problemi ambientali, economici ed energetici.

 Questi problemi possono essere risolti solo attraverso un modello di sviluppo coerente con l’ambiente, composto da molti brevetti che seguono l’inquinamento passo dopo passo, intervenendo al posto giusto e al momento giusto, chiudendo i cicli chimici e biologici che si aprono dopo l’uso. Dove è possibile non aprire tali cicli è consigliabile, dal punto di vista ambientale ed economico. Credo di aver dimostrato queste cose con i miei depositi di brevetto anche se non hanno trovato gli investitori.  Questo non può significare, che un inventore abbia meno diritti di uno scrittore, al quale probabilmente l’editore gli spiega anche le ragioni per le quali il libro non piace. Ma questo, per il sottoscritto è poco importante. L’importante è che la giustizia riconosca uguali diritti e doveri per tutti. Anche se i depositi di brevetti sono stati rifiutati all’origine con l’infamante accura di violare i principi della conservazione dell’energia, se si accerta che erano esatti, i diritti devono essere ripristinati. Gli uffici brevetti non devono esprimere giudizi scientifici ma soltanto custodire i brevetti che superano l’attuale stato dell’arte. Se la scienza tace, loro non possono parlare in nome della scienza. In ogni caso, anche la scienza nel settore dell’ambiente e dell’energia, ha commesso tanti errori che non può mettere in dubbio l’esperienza del sottoscritto evitando le sperimentazioni.  Queste costano poche migliaia di dollari ed è vergognoso che non siano ancora state fatte perché sulle altre energie, che valgono meno, sono stati spesi miliardi di dollari nel mondo intero.  

Io spero che i Giudici internazionali, che riceveranno questa lettera come undicesima lettera aperta intervengano, sia per condannare i   reati di omissione degli enti pubblici mondiali, sia per cambiare le leggi sulla proprietà intellettuale dei brevetti, che non è per niente intellettuale. Se non lo faranno, spero che almeno gli uffici legali prendano delle iniziative per cambiare le attuali normative. Alla fine, anche se gli inventori privati sono poveri e non possono pagare la loro assistenza come gli imprenditori, se recuperano i loro diritti, potrebbero aumentare il loro giro d’affari.

Alla luce delle esperienze vissute e pubblicate dal sottoscritto, per rispettare i principi della conservazione dell’energia si dovrebbero rispettare le seguenti regole:

– prima di aprire un ciclo energetico termico, chimico, biologico, atomico, che comportano l’apertura e la necessaria chiusura di cicli collaterali, è necessario verificare la possibilità di usare un ciclo a freddo prevalentemente fisico tra l’acqua e l’aria.

– se si utilizzarono cicli termici, chimici, biologici, atomici, alla fine del processo devono essere tutti chiusi perfettamente (sappiamo benissimo che questo non avviene né alle uscite delle ciminiere e dei tubi di scarico dei mezzi di trasporto, né all’uscita delle acque di scarico, né all’uscita dei fanghi e delle scorie radioattive.)

Mentre, i cicli energetici fisici dell’acqua e dell’aria per avere la massima efficienza devono seguire le seguenti regole: 

1) Per essere utilizzati con la massima efficienza, devono riciclare l’acqua e utilizzare staticamente la pressione dell’aria. Poiché, ogni espansione dell’aria compressa comporta una successiva compressione e pertanto un assorbimento di energia. Mentre il riciclo dell’acqua incomprimibile, a volume costante di acqua e aria, comporta solo il consumo energetico di una pompa di circolazione che non deve vincere le pressioni idrostatiche dell’acqua e di compressioni dell’aria. 

2) nell’ambiente terrestre si possono realizzare soltanto con l’impiego di pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante che hanno il potere di collegare un circuito aperto che sfrutta il salto di pressione e di energia cinetica in una turbina per il principio di Torricelli, e un circuito chiuso che ricicla l’acqua all’interno di un serbatoio pressurizzato reintegrando per mezzo della seconda alimentazione della pompa la stessa quantità di acqua che alimenta la turbina.  Pertanto il circuito completo è un circuito ibrido aperto – chiuso, che produce energia con il circuito aperto della turbina alimentato dalla pressione dell’aria compressa che non si può espandere. Ma esercita la sua pressione in tutte le direzioni (Pascal), costringendo l’acqua ad uscire e alimentare la turbina consumando l’energia di pressione, ma consuma l’energia di un circuito chiuso poiché l’acqua rientra attraverso la seconda alimentazione della pompa di riciclo e mantiene costante il volume interno all’autoclave.

3) nei circuiti energetici concepiti in questo modo non dobbiamo dimenticare l’effetto collaterale del principio di Henry che fornisce ossigeno senza costi energetici all’acqua ogni volta che attraversa il serbatoio pressurizzato. Questo è utile per depurare tutte le acque di scarico agricole urbane e industriali che non passano attraverso i depuratori.

4) nei circuiti energetici concepiti in questo modo, fermo restando l’impiego di pompe sommerse con la doppia alimentazione separate fino alla girante, possiamo ridurre parzialmente o totalmente la produzione di energia, deviando parzialmente o totalmente l’acqua che alimenta la turbina, utilizzando la pressione dell’aria compressa (Torricelli) per sollevare l’acqua in canali di scolo in caso di pericoli di alluvione senza creare apposite opere energetiche o di sollevamento delle acque.

5) nei circuiti energetici concepiti in questo modo, soprattutto, sui mezzi di trasporto possiamo ridurre i volumi di acqua e di aria per produrre energia ammentando le pressioni di esercizio e il numero di impianti energetici che lavorano in parallelo sullo stesso volume di acqua in circolazione, poiché la differenza tra l’acqua che esce ed entra nel serbatoio autoclave pressurizzato è sempre uguale a zero. Questo è un grandissimo vantaggio soprattutto per il trasporto aereo, che avrà la potenza di  sollevarsi verticalmente. Sulle distanze maggiori sarà il trasporto più economico e sicuro, non avendo bisogno di ruote che si usurano, strade, gallerie, rotaie. Anche lo spegnimento degli incendi potrà essere realizzato con i velivoli antincendio fermi in posizione fissa sul focolaio dell’incendio, senza disperdere l’acqua di spegnimento.    

Sulla base di queste regole, potremmo dire che i principi della conservazione dell’energia legiferati, soprattutto, quelli della termodinamica, sono ampiamente superati dai principi della moltiplicazione dell’energia fluidodinamica sopra riportati, che non sono mai stati legiferati, proprio per l’assenza dell’invenzione della pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante. Questa consente di sfruttare a favore della produzione dell’energia  sia le forze gravitazionali, sia le pressioni idrostatiche che oggi si oppongano al moto dei corpi e richiedono  l’acquisto di combustibili e di altre energie, comunque poco efficienti, non avendo la possibilità di sfruttare staticamente  e a senso unico la potente energia  di pressione  idrostatica dovuta a alle leggi di Pascal e Torricelli insieme in una autoclave. Se ci facciamo caso, oggi, le autoclavi non sfruttano il cuscino di aria staticamente e l’acqua circola con le attuali pompe che comprimono in cuscino di aria assorbendo energia elettrica, perché le autoclavi sono usate come accumulatoti di acqua per attenuare le perturbazioni di moto vario e per ridurre il numero di avviamenti orari dei motori delle pompe. Se montassimo una turbina all’uscita di una attuale autoclave alimentata da una pompa attuale, la pompa assorbirebbe molta energia e la turbina produrrebbe meno energia di quella assorbita dalla pompa per le seguenti ragioni:

1)  non possiamo mantenere costante il livello di acqua e aria nell’autoclave mentre alimentiamo la turbina e quindi c’è un assorbimento di energia per ripristinare il livello nominale;

2) non possiamo fare il riciclo interno alla pompa di alimentazione per equilibrare le pressioni di aspirazione e mandata nella girante mentre alimentiamo la turbina. Infatti il riciclo di acqua interno al serbatoio consente alla pompa di assorbire meno energia e all’acqua di entrare in bassa pressione dal lato dal lato aspirante della pompa.  .

3) Se recuperiamo l’acqua all’uscita della turbina e la inseriamo nell’autoclave con una seconda pompa di quelle attuali peggioriamo la situazione perché l’acqua entra soltanto superando la pressione del cuscino di aria e quindi l’impianto assorbirebbe ancora maggiore energia. 

Da questo e da tanti altri esempi pubblicati su https://www.spawhe.eu, oggi dobbiamo riflettere sul fatto che gli altri settori della tecnologia che utilizzano l’energia e la trasformano crescono e si sviluppano, soprattutto, l’elettronica, l’elettromagnetismo, l’informatica. I settori che usano l’energia primaria, quella che deve necessariamente essere estratta dalla natura segna il passo a causa della errata interpretazione dei principi della conservazione dell’energia. Questo settore avendo sbagliato le fonti primarie di produzione energetica ha sbagliato particolarmente i seguenti settori, che devono subire radicali cambiamenti, anche se la classe dirigente mondiale fa finta di niente:

 1) gli impianti depurativi che assorbono immense quantità di energia che avrebbero potuto risparmiare semplicemente sfruttando il principio di Henry, abbinando le depurazioni alle produzioni energetiche; Inoltre noi possiamo depurare anche le acque di falda dei bacini e dei porti producendo energia;

2) le grandi centrali termiche, che sono costose e inquinanti;

3) l’industria dei trasporti terrestri, marini, aeronautici, i mezzi agricoli e del movimento terra,

4) gli impianti idroelettrici attuali, che richiedono grandi opere per la raccolta e il contenimento delle acque che sono contro producenti ai fini della protezione dell’ambiente dal punto di vista idrogeologico e anche pericolose.

5) Gli impianti nucleari, che sono costosi, pericolosi, a rischio per terremoti e tsunami.

6) l’industria delle pompe e delle turbine che si trasformerebbero svolgendo funzioni molto più importanti ma riducendo la gamma dei modelli attualmente in circolazione e anche le dimensioni, pochè l’nergia sarebbe prodotta dappertutto.

7) industria dei motori termici, dei gruppi elettrogeni per tutti gli usi, che si trasformerebbero in gruppi idroelettrici.

8)  l’industria dei motori e generatori di corrente elettromagnetici che si collegherebbero direttamente alle pompe con la doppia alimentazione separata con piccoli motori elettrici e alle turbine con alternatori di dimensioni molto superiori, a causa della moltiplicazione dell’energia prodtta dai princpi di Pascal e Torricelli. Mentre oggi, negli impianti idraulici abbiamo grandi motori elettrici che assorbono miglia di Kw, alimentati a 6000 – 9000 volt perché gli impianti di sollevamento non sfruttano le forze gravitazionali e le pressioni idrostatiche ma sfidano queste forze proprio a causa dell’assenza delle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante   https://www.spawhe.eu/relativty-and-technology-in-the-new-hydroelectric-energy/  

9) L’industria degli ingombranti e poco efficienti pannelli solari che producono energia solo in alcune ore del giorno non ha senso. Come non hanno senso le pale eoliche che per esercitare la pressione di 0,83 bar sulle pale di una turbina eolica richiedono un vento che soffia a 80 km/h. Queste energie non possono competere con un’energia di piccolo ingombro cento volte più efficiente e anche depurativa.

10) Non hanno senso le auto a batteria, quelle con l’aria compressa, quelle alimentate a idrogeno che devono fermarsi per essere ricaricate pagando l’energia? A parte il costo dell’energia, vi immaginate un trattore agricolo alimentato con questi sistemi?  La migliore soluzione è sfruttare l’energia statica di pressione dell’aria e la densità dell’acqua, che è circa 830 volte superiore a quella dell’aria. Circolando l’acqua ad alta pressione nelle turbine, avremo impianti di minori dimensioni a parità di potenze sviluppate rispetto ai motori termici con relativi serbatoi di combustibili. Questo vale anche per le barche le navi e gli aerei che non si dovranno fermare negli aeroporti e nei porti per fare il pieno di combustibili. Ma vale anche per i voli spaziali dove ossigeno e l’aria prodotto a bordo delle navi spaziali con la fotosintesi, può essere compresso e utilizzata per la spinta di reazione nei turboventilatori elettrici alimentati dall’acqua e l’aria prodotta e riciclata a bordo della stessa nave spaziale.   https://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/   

Ovviamente, tutte queste soluzioni, sono state considerare contrarie ai principi della conservazione dell’energia dall’insindacabile giudizio degli esaminatori dei brevetti italiani ed europei per costringere l’inventore a fare dei costosi ricorsi legali. A quale scopo?  Se gli enti pubblici mondiali non hanno realizzato nemmeno i brevetti di pubblica utilità che mi sono stati concessi per le depurazioni e la pulizia dell’energia fossile, con i depositi di brevetto che ho pagato regolarmente, per quelli con l’energia idroelettrica compressa devo aggiungere anche i costi dei ricorsi legali? Non è meglio accettare i depositi senza esprimere giudizi scientifici che nemmeno la scienza ufficiale si può permettere e lasciare ai posteri l’ardua sentenza? Naturalmente senza pretendere assurde tasse su depositi di pubblica utilità che dovrebbero sviluppare gli enti di ricerca mondiali. I quali, invece, in molti casi, si limitano ad approfondire i problemi invece delle soluzioni. Quando trovano le soluzioni sono soluzioni commerciali che vendono alle multinazionali. Esiste Qualche ente pubblico mondiale che ha sviluppato più brevetti di protezione globale dell’ambiente di quelli pubblicati su http://www.spwhe.eu? Se esistesse non avremmo l’attuale inquinamento mondiale, perché le soluzioni progettate dagli enti pubblici le realizzano, non le boicottano come quelle degli inventori privati.   Vedere anche l’articolo https://www.spawhe.eu/integriamo-i-principi-della-conservazione-dell-energia/

Nella campagna elettorale italiana dove si vota il 4 marzo 2018, mentre pubblico questo articolo, nessun partito politico conosce i retroscena della ricchezza prodotta e di tutti gli impianti mondiali pubblici e privati, che dovrebbero essere abbattuti e ricostruiti con criteri diversi, come indicato su http:www.spawhe.eu. Ma tutti promettono crescita, benessere, e riduzione delle tasse. Intanto, godono di privilegi, vitalizi e di alte pensioni con pochissimi contributi versati. Pagano i calciatori e gli uomini di spettacolo milioni di euro per ogni esibizione. Mentre le invenzione del sottoscritto sono costate undici anni di lavoro non retribuito da nessuno e circa 20.000 euro di spese, dovute soprattutto alle tasse sui depositi internazionali che non avrebbe dovuto nemmeno pagare, considerando che non ha mai aspirato a diventare un imprenditore da pensionato.

Se gli enti pubblici mondiali non conoscono l’organizzazione scientifica del lavoro ambientale che porta al concepimento di soluzioni globali di protezione dell’ambiente, come fanno i legislatori a legiferare correttamente in materia di ambiente e di energia? Come fanno a distinguere tra un’invenzione di pubblica utilità e una commerciale? I legislatori non si possono accorgere che per favorire la produzione dei beni di consumo commerciali e la crescita economica, scoraggiano le invenzioni sostenibili. Infatti, tutti lavorano nella direzione della crescita economica. Anche gli enti di ricerca pubblici per finanziarsi lavorano per le multinazionali. Se le cose non stessero in tale modo i ricercatori e i progettisti pubblici si sarebbero accorti che gli attuali impianti depurativi ed energetici non chiudono i cicli che aprono e che sono anche inefficienti.  A un inventore privato che segnala questi problemi, dimostrando che non esistono brevetti pubblici e privati che depurano l’ambiente producendo energia, i legislatori gli chiedono di pagare tasse, senza riconoscergli nemmeno i diritti di autore, mentre gli uffici brevetti gli rendono la vita ancora più difficile rigettando le domande di brevetto. Nel frattempo, altri legislatori nazionali e internazionali continuano a finanziare opere pubbliche inefficienti e insostenibili. Io ho segnalato sopra dieci problemi mondiali che il brevetto PCT/IT2016/000202, sfuggito per caso all’accusa di essere contrario ai principi della conservazione dellenergia, ma ugualmente  non finanziato da nessuno, potrebbe contribuire a risolvere in breve tempo. Ne potrei aggiungere anche altri.  Posso soltanto dire che se non avessi deciso di fare l’inventore da pensionato, questi problemi nessuno li avrebbe mai sollevati perché sono tutti d’accordo: enti pubblici e privati, legislatori, imprenditori, politici, scienziati e giudici. Ovviamente le motivazioni per le quali sono d’accordo a tacere sono diverse da una categoria all’altra, ma non hanno nulla a che vedere con i principi morali che dovrebbero governare il mondo. Il popolo sovrano (per modo di dire) non sa ed è meglio che non sappia.

Io sono certo che prima o poi qualcuno sperimenterà e realizzerà le pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante, che sono fondamentali per realizzare gli impianti energetici e depurativi, fissi e mobili, come ha indicato il sottoscritto per produrre energia proteggendo l’ambiente. Ma io la mia parte l’ho già fatta. Io preferirei che La giustizia internazionale intervenisse imponendo alla WIPO la modifica sulle leggi dei brevetti, riconoscendo agli inventori gli stessi diritti degli scrittori, senza continuare a costringerli a  rincorrere gli imprenditori e gli enti pubblici, che  è evidente che non hanno nessun interesse ad ascoltarli, almeno nel campo ambientale ed energetico. Anche per salvaguardare la dignità del lavoro degli inventori che si dedicano alla soluzione di questi problemi. Nel frattempo, nel poco tempo che resta  fino alla scadenza del trentunesimo mese (7 /03/ 2018) se esistono degli imprenditori che vogliono approfittare delle leggi attuali, concedo il mio consenso in cambio del riconoscimento dei diritti di autore. Come si suole dire, non mollare l’uovo in attesa della gallina. Ma io non partecipo continuando a sottrarre altre risorse alle già scarse risorse familiari per sostenere il sistema attuale che non merita nessun sostegno dagli inventori privati, per il modo in cui sono trattati. L’assenza di queste pompe che consentono di aggirare le forze gravitazionali e di depurare e produrre energia con costi centinaia di volte inferiori a quelli attuali è già costata all’umanità più dei danni fatti dalle mafie e dalle guerre. Solo un inventore libero poteva inventarle, anche se differiscono dalle altre pompe solo per l’alimentazione. Io aspetto che le cose facciano il loro corso, soprattutto la giustizia, altrimenti gli inventori liberi di studiare soluzioni imparziali nell’interesse comune, già molto rari, scompariranno dalla faccia della terra. Resteranno soltanto gli inventori a pagamento che non lavoreranno nell’interesse della gente comune, dell’ambiente e della sopravvivenza dell’umanità.

Cordiali saluti

 Luigi Antonio Pezone.